19.

1.5K 116 20
                                    

Brooklyn's pov

Odio il lunedì.
Non c'è cosa, forse, che odio di più.
Inoltre oggi piove anche, che palle.
Presi un ombrello, mi calcai il cappucci della felpa in testa ed uscii di casa.
Sebbene avessi fatto pace con Nash avevo preferito restare da Taylor.
Sapevo benissimo che stare nella stessa casa sarebbe stato abbastanza imbarazzante anche per Hayes e Chad.

Arrivai di fronte scuola, salii i primi gradini della scalinata ma scivolai e caddi nel fango(N/A: cosa realmente successa lunedì alla sottoscritta *sad story*) tutta la scuola prese a ridere.
Compresa Marissa, la sua risata era davvero fastidiosa, i capelli biondo platino ondeggiavano, gli occhi blu erano chiusi, si teneva la pancia e sussultava.
"Brooklyn, bel look. Il fango ti dona sai?"
Disse lei. Mi alzai e, tutta sporca di fango mi diressi verso di lei.

Inizialmente le tirai i capelli, presi del fango e glielo spiaccicai su tutti i vestiti.
Lei opponeva resistenza "se forse la smettessi di dimenarti potrei finirla" esclamai.
Non si fermò, le diedi un pugno sul naso, uno nella pancia ed uno sul braccio.
La folla formatasi attorno a noi lasciò spazio per far passare qualcuno, non.vidi neanche chi. So soltanto che fui sollevata di terra e trascinata via da Marissa.
"Che ti è venuto all'improvviso?" Gridó Luke.
"Che ci fai tu qua?" Dissi pulendomi le mani dal sangue di Marissa.
"Sono venuto ad accompagnare Shawn." Rispose
"Okay."
"Non hai risposto alla mia domanda. Che ti è saltato in mente?" Insistette
"Mi sta sul culo okay?"
"No, non è per niente Okay. Sai cosa succederà? Non sai chi è Marissa vero? È la figlia del preside." Mi spiegó
"Non ho di certo paura di quell'insulsa troietta da quattro soldi e del suo paparino" dissi
"Be dovresti. Non vorrai essere etichettata come 'la bulla' o peggio 'la strana' oppure 'quella che fa a botte'" disse lui
"Be ti sbagli. Sono tutte le cose che hai detto Luke, sono quella cattiva, sono quella strana, sono quella che ama le risse. E me ne frego di quello che pensano loro. Ma non capisco perché sto parlando con un biondo,di due metri, australiano." Dissi allontanandomi.

"Hey" mi richiamò, mu voltai "sei una grande" continuò.
Sforzai un sorriso.

Proseguii verso la mia classe.
Prima ora: Educazione Fisica.
Menomale che piove, non abbiamo la palestra al coperto, l'ora l'abbiamo passata in classe a cazzeggiare con i cellulari.
Seconda ora: Algebra.
C'è materia che odio di più? Forse, latino.
Passai l'ora scarabocchiando sul mio quadernino, non prestai la minima attenzione alla lezione.

A ricreazione mi si avvicinò un tipo, alto, capelli rossi, occhi verdi e lentiggini.
"Sei tu Brooklyn?" Chiese
"Si. Perché?" Chiesi
"Devo parlarti." Mi portò sul retro della scuola.
"Dimmi"
"Ho visto come hai picchiato quella ragazza oggi. Ed hai talento, qui abbiamo una specie di torneo clandestino di lotta.
Ovviamente femminile separato dal maschile. Si vincono buoni soldi se vinci.
Ti va di partecipare? Io sono Bill comunque" disse porgendomi la mano.
"Ci sto." Dissi
"A patto che, posso scegliere io quando uscire dal giro. Sono cresciuta in questi ambienti, so meglio di te come funziona" continuai
"Okay, vieni a sapere tutto l'ora prima dell'incontro Brooklyn. Ci si vede."

Incontri clandestini, chi l'avrebbe mai detto?

-il giorno dopo-

È incredibile quanto le cose si celino bene all'interno di questa società
Eravamo tutti stipati nello scantinato della nostra scuola. Le scommesse erano aperte da un po', pochi puntarono su di me. Essendo mingherlina non avevo molte aspettative contro l'armadio con cui dovevo sfidarmi.
Anna Smith, dello State.

Bill prese un microfono e cominciò a parlare: "bene ragazzi, voglio presentarvi una nuova lottatrice nel nostro giro, Brooklyn Stone." Disse indicandomi
"Dall'altra parte abbiamo Anna Smith, già conosciuta sul nostro Cerchio per aver battuto ripetutamente la Prior." Continuò.

L'incontro cominciò.
Mi lanciai verso di lei e le bucai la guardia colpendola alla gola, sussultó e si mosse goffamente.
Cercò di colpirmi con un destro ma le bloccai il braccio torcendoglielo, lei si accasció quel poco che bastava per colpirla con il ginocchio ripetutamente sulla pancia.
Lei si rialzó sferrandomi calcio al fianco che mi spedì a terra.
Alzai di poco il capo e vidi lei che si metteva a cavalcioni su di me.
Caricai nuovamente il ginocchio colpendola di nuovo.
Anna si accasció di lato e le fui subito sopra colpendola con dei pugni sulla mascella.
Bill lanciò un quadrato di stoffa rossa sul corpo di Anna.

Bill mi si avvicinò mettendomi in mano un bel gruzzoletto.
"Per essere la prima volta sei andata bene. In pochi hanno scommesso su di te per il trascorso di Anna, ma vedrai che dopo oggi le scommesse su di te aumenteranno." Disse
"Già, comunque non è la prima volta, quando ero con mio nonno litigavo spesso con le sue altre nipoti e a volte anche con i miei cugini. Mi sono allenata in vari modi contro vari e validi avversari."
"Caspita. Brooklyn va a casa, ti voglio sempre così per i prossimi incontri."
Disse posandomi una mano sulla spalla e incamminandosi verso i suoi amici.

Era davvero questo che volevo?

Blue SkyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora