//Elleve//

330 45 16
                                    

Diana si alzò da letto, con lentezza.
Le gambe le dolevano, e si sentiva gli occhi gonfi.
Probabilmente, era a causa dell'insonnia che l'aveva colpita da qualche settimana a questa parte.
Non sapeva bene per quale motivo non rimanesse sveglia tutta la notte, ma probabilmente era per Sergio.
Erano ormai due settimane che non si parlavano, e quindi, erano due settimane che lo sentiva parlare da solo davanti alla sua finestra.
Aveva parlato del più e del meno, sia della sua fanciullezza che dei suoi momenti felici o non da calciatore.
Diana aveva riso nel sentire i suoi racconti sul modo buffo in cui aveva conosciuto il migliore amico Leo Messi, e aveva anche trattenuto a stento le lacrime nel sentire la sofferenza nella voce del vicino mentre raccontava la difficoltà che aveva provato il giorno della morte della nonna.

Eppure, non era mai riuscita a spalancare quella finestra.
Era come se avesse paura di aprire la finestra, e quindi di dover ammettere una volta per tutte a se stessa l'importanza di Sergio nella sua vita.
Non riusciva in nessun modo ad accettare la sua imminente partenza.
Non poteva sopportare una vita senza il suo vicino stressante e con un ego grande come una casa.
Sergio era insopportabile, e lo era il 99% delle volte.
Non gli si poteva dire nulla che si rischiava di incorrere nel carattere pieno di se' del ragazzo, e Diana sapeva benissimo quanto fosse poco raccomandabile.
Era un botta e risposta continuo, ma alla base di ciò, c'era un affetto incolmabile.
Lei sapeva di poter contare sempre su Sergio, e lui sapeva benissimo che Diana ci sarebbe sempre stata, ma l'idea di quella lontananza era per entrambi difficile da digerire.

La ragazza andò verso lo specchio, e appena vide la sua immagine allo specchio, rabbrividí.
Aveva i capelli in disordine, gli occhi infossati e la sua carnagione era più bianca del solito.
Cercò in tutte le maniere di sistemarsi quel disastro, ma dopo qualche istante lasciò perdere.
Non doveva uscire di casa, che senso aveva rendersi un minimo accettabile?

Nel momento in cui si buttò di nuovo su letto, il telefono vibró.
Lo prese fra le mani, sovrappensiero, e guardó il mittente del messaggio.
Era Sergio.

Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata mentre apriva il messaggio del ragazzo.

Da: Argentina.

Tra poche ore giocherò una finale di Champions League, e invece di allenarmi che faccio?
Ti scrivo.
Non ti chiedo tanto, Diana, ma dammi il tuo in bocca al lupo.
Mi darebbe più conforto sapere che c'è qualcuno la fuori che crede davvero in me.

Diana socchiuse gli occhi, immobilizzata.
Che fare? Fingere di non aver letto avanti e mostrare indifferenza? O rispondergli?
Il suo cuore diceva una cosa, mentre il suo cervello diceva di fare il contrario.

Ad: Argentina. ⚽

C'è un mucchio di gente che crede in te, ma se ti da più conforto, immaginami li con te.

E quella volta, diede retta al cuore.
Il cervello era solo un ostacolo in più.

Da: Argentina. ⚽

Non sai quanto mi dia più conforto, grazie!

Diana sorrise appena, e sbloccó il telefono.
Quasi le venne naturale catapultarsi davanti allo specchio per sistemarsi.
Non aveva un motivo apparente, ma scrivere a Sergio le aveva ricordato una cosa: lei doveva amarsi, lei era importante per qualcuno.

Poi, improvvisamente, riprese in mano il telefono e si precipitò sulla chat di Sergio.

Ad: Argentina. ⚽

Fai cinque goal, come hai fatto con il Newcastle.
E dedicamene uno.

Ps: Mi manchi.
E non posso sopportare l'idea di non averti più come mio vicino.

E senza doverci pensare due volte, inviò il messaggio.

Spazio autrice.

A giovedì/venerdì per l'ultimo capitolo.
Probabilmente mi odierete per il finale. ❤

Window's Friends « S. Agüero.Where stories live. Discover now