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Arabella's P.o.V

Erano passati ormai due giorni da quando avevo raccontato una parte della mia vita a Jack.

Due giorni in cui non ho mai risposto a una chiamata o ad un messaggio di Jack.

Due giorni che ho passato chiusa in casa a pensare se ho fatto bene a parlare con Jack.

Due giorni in cui mi sono chiesta com'è potuto succedere che iniziassi a provare qualcosa per Jack.

Però non potevo nascondermi per sempre dai miei problemi.

Oggi dovevo andare a scuola e avrei dovuto affrontare Jack.

Mi vestii e truccai velocemente e poi uscii di casa.

Camminai fino a scuola e poi mi fermai davanti al cancello per fumare come ogni mattina.

Presi una sigaretta e l'accesi.

Non avevo ancora visto Jack, forse oggi non sarebbe venire a scuola, ma considerando la mia fortuna non ci speravo molto.

La campanella suonò e tutti iniziarono ad entrare.

Vidi Nash tra la fola e lo chiamai.

"Hey! Che fine hai fatto venerdì sera? Non ti abbiamo più vista." Mi disse.

"Non mi sono sentita bene e ho chiesto a Jack di accompagnarmi a casa." Risposi.

All'improvviso sentii qualcuno toccarmi la spalla. Mi girai per vedere chi fosse e mi ritrovai davanti a Jack.

"Io e te dobbiamo parlare." Mi disse serio.

"Allora io vado." Disse Nash prima di allontanarsi da noi.

Non potevo nascondermi dai miei problemi, ma non volevo nemmeno affrontarli.

"Non dobbiamo parlare di niente."

Mi guardò negli occhi per qualche secondo e poi parlò.

"Non puoi fare così." Disse.

"Così come?"

"Facciamo un passo avanti e subito dopo tu ne fai cinque indietro. Siamo amici, tu mi racconti un pezzo importante della tua vita e poi torni ad ignorarmi come se mi odiassi."

"Io non ti odio."

"Allora non escludermi dalla tua vita."

Perché ci teneva così tanto a me? Perché è così importante per lui fare parte della mia vita?

Restai in silenzio e mi accesi un'altra sigaretta.

Prima che potessi avvicinarla alla bocca, Jack me la tolse di mano, la buttò per terra e la calpestò.

"Fumare fa male." Mi disse ormai per centesima volta da quando ci conosciamo.

"Ti ho già detto che smetterò quando troverò qualcos'altro che riesca calmarmi." Risposi mentre presi un'altra sigaretta.

Jack si avvicinò a me, mi prese il viso tra le mani e mi baciò.

Jack Gilinsky mi baciò.

"Pensi che questo possa andare bene?" Mi chiese.

"Jack.."

"Non devi dire niente, voglio solo che tu sappia che prova qualcosa per te, non mi importa se per non è lo stesso volevo solo che tu lo sapessi." Disse e poi se ne andò senza aspettare una mia risposta.

Jack Gilinsky prova qualcosa per me.

Non volevo più entrare a scuola, dovevo andare in un posto tranquillo e pensare, così decisi di andare al bar di Wanda.

Entrai nel bar e si sentì il ding della campanella che segnava quando qualcuno entrava nel bar.

Non c'era nessuno e la cosa non mi stupiva, ormai erano tutti a scuola o a lavoro.

Quello che mi stupì fu non trovare Wanda che puliva il bancone del bar come sempre.

C'era un  ragazzo al suo posto. Aveva un'aria familiare, ma non riuscivo a capire dove l'avevo visto.

Mi sedetti in un posto vicino alla finestra, tirai fuori un quaderno e inizia a disegnare la prima cosa che mi venne in mente.

Disegnare riusciva a liberami la mente, erano più schizzi che veri e propri disegni.

"Cosa posso portarti?" Mi chiese il ragazzo del bancone.

Alzai lo sguardo dal mio quaderno e ora che lo vedevo da vicino capii dove l'avevo visto.

"Chris? Che ci fai qui?" Gli chiesi.

"Ci lavoro, Wanda aveva bisogno di una mano e io ho bisogno di soldi. Te come mai sei qui a quest'ora?" Mi domandò sorridendo.

"Avevo bisogno di un posto tranquillo in cui pensare."

"Allora facciamo che ti porto un caffè e tu mi dici cosa c'è che non va, magari posso aiutarti." Disse e poi andò a preparare il mio caffè.

Forse quello di cui avevo veramente bisogno era il consiglio di qualcuno, di qualcuno che mi dicesse cosa fare.

Dopo qualche minuto Chris ritornò e si sedette di fronte a me.

Gli spiegai brevemente quello che era successo stamattina e alla fine aspettai una sua risposta.

Chris rimase in silenzio per qualche secondo come se stesse riflettendo su cosa dirmi.

"Per me dovresti buttarti, non puoi passare la tua vita a scappare e ad avere paura, quindi vai da Jack e digli cosa provi per lui."

In fondo Chris aveva ragione dovevo buttarmi.

"Hai ragione, ora devo andare, grazie Chris." Dissi.

Misi il mio quaderno nella borsa e uscii dal bar.

Dovevo parlare con Jack.

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Lo so che è da moltissimo che non aggiorno, ma con l'inizio della scuola sono stata molto impegnata e non ho più tanto tempo libero. Cercherò di aggiornare il prima possibile e fatemi sapere cosa pensate del capitolo ❤️

Asshole (J.G.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora