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Mi portai la sigaretta tra le labbra e mi persi tra i miei pensieri.
Questo sarebbe stato il mio primo giorno in una nuova scuola e arrivare a fare l'ultimo anno in una scuola totalmente nuova, senza amici e senza conoscere nessuno, non è il massimo, ma non potevo più rimanere a New York e i miei sapendo la mia situazione, mi hanno lasciata venire a Los Angeles.

Ero seduta davanti al cancello della mia nuova a scuola, ero isolata rispetto agli altri, non mi interessava conoscere nessuno, non volevo aver a che fare con loro.
Avevo solo bisogno delle mie sigarette che mi distraevano dalla realtà.

I miei pensieri vennero interrotti dalla suoneria del mio cellulare. Da quando ero arrivata a Los Angeles avevo cambiato numero, così nessuno dei miei vecchi amici avrebbe potuto chiamarmi, gli unici che sapevano il mio nuovo numero erano mamma e papà, per questo quando avevo visto il nome di Maggie, la mia migliore amica, ero rimasta confusa. Come ha fatto a scoprire il mio numero? E perché mi sta chiamando?

Quando sono andata via da New York non ho detto niente a nessuno, non dovevano sapere che me ne ero andata e lasciare Maggie è stata una delle cose più difficile. Io e lei siamo state migliori amiche dalla nascita, facevamo tutto insieme, eravamo come sorelle e sapevo che andarmene senza dirle una parola, senza nemmeno salutarla l'avrebbe distrutta, avrebbe pensato che non mi fido più di lei, ma la verità è che non mi fido più di nessuno.

Ignorai la sua chiamata e misi in bocca un'altra sigaretta.
Ormai il parcheggio della scuola era pieno di macchine e cominciavano a formarsi i vari gruppetti.

"Lo sai che fumare fa male?" Mi disse qualcuno.

Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo alto, con la pelle abbronzata, i capelli e gli occhi scuri. Era carino, ma non il mio tipo.

"Ci sono cose che fanno più male." Risposi semplicemente e poi mi alzai e andai verso la segreteria.

Entrai e vidi una signora sulla cinquantina sommersa da vari documenti.

"Mi scusi, sono nuova e avrei bisogno della chiave del mio armadietto e dei miei orari." Dissi e la signora mi guardò.

"Tu devi essere Arabella White giusto?" Mi chiese e io mi limitai ad annuire.

Dopo un po' mi diede un foglietto dove c'erano i miei orari e il codice del mio armadietto.

"Spero che ti troverai bene qui." Mi disse.

"Lo spero anch'io." Sussurrai prima di chiudere la porta.

Guardai i miei orari, alla prima ora avevo letteratura inglese nell'aula 4B.
Ora dovevo solo trovarla.
Mi guardai un po' attorno per capire da che parte andare, ma mi sembrava tutto così confuso e non riuscivo ad orientarmi.

"Hey hai bisogno di aiuto?" Mi chiese un ragazzo dagli occhi azzurri più belli che abbia mai visto.

"Ehm sì, potresti dirmi dove si trova l'aula 4B?" Chiesi.

"Sei fortuna, anch'io ho letteratura inglese adesso, possiamo andare insieme." Disse sorridendo.

"Comunque io sono Nash." Aggiunse porgendomi la mano.

"Io sono Arabella." Dissi stringendogliela.

"Arabella come.."

"La canzone degli Arctic Monkeys." Finii la sua frase, ormai ero abituata alle persone che me lo dicevano ogni volta che mi conoscevano.

Nash sorrise e poi iniziammo ad andare verso la nostra aula.

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Hey!

Allora questa è una nuova storia mia e sarà su Jack Gilinsky, fatemi sapere se vi piace e votate.

Asshole (J.G.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora