54-Allenamento duro

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Cassandra afferrò il peso da tre chili e portò in alto, sopra la testa, piegando regolarmente metà di tutto il suo braccio verso il lettino.

Gli esercizi della ragazza stavano cominciando a dare i primi frutti , già sentiva i muscoli che si formavano.

Ed anche se dubitava che avrebbe mai avuto la massa di Schwarzenegger si stava allenando duramente per ottenere dei risultati degni di questo nome.

Lo aveva deciso qualche settimana prima, dopo una frase detta di sfuggita da parte del capo, Hank Taylor.

L'aveva guardata scuotendo la testa e quasi come farebbe un nonno aveva esclamato.
<Con qualche muscolo in più potresti lavorare da Victoria's Secret >

Cassandra si era messa a ridere sommessamente poi però, il dubbio e il proposito si erano insinuati nella sua mente.

In fin dei conti un po' di allenamento le avrebbe fatto solo bene, ed in più aveva a sua disposizione un'intera squadra di allenatori di agenti dell'FBI.

Ricky la chiamò dal ring.

Cass si voltò e posò immediatamente il peso a terra.
Lo avrebbe riposto nel suo apposito contenitore un allenatore pochi minuti più tardi.

<Sei pronta?>
Esclamò il ragazzo, arruffandosi i capelli già ribelli che davano al biondo.
Cass avrebbe potuto scommettere oro che non erano naturali.

<Certo!>
La mora prese un elastico dal polso e lo strinse attorno alla sua coda di cavallo, qualche ciocca però sfuggì al suo controllo.

I capelli le stavano crescendo sempre di più da quando aveva cominciato l'uso di vitamine sottoforma di pillole;
la facevano sentire meglio ed integravano piano piano tutte le sostanze nutrienti che Cassandra aveva perso durante la prigionia.

Ricky le lanciò un paio di guantoni da boxer, erano rossi e pesanti ma Cass non badò alla fatica e li indossò rapidamente.

<Oggi ti farò iniziare un allenamento nuovo, va bene per te?>

Lei annuì.

Non diceva mai di no, qualsiasi cosa lui le avesse prospettato.
Sapeva che Ricky era un ottimo allenatore ed era proprio ciò che le serviva.

Il ragazzo controllò con lo sguardo il modo in cui Cassandra aveva indossato i guantoni, perfetti.
Sembrava che lo avesse già fatto altre mille volte.

In realtà da quando aveva iniziato ad allenarla aveva potuto vedere i miglioramenti più rapidi di tutta la sua carriera, e Ricky aveva lavorato con pezzi grossi dell'FBI, uomini che non avevano paura di nulla e la cui resistenza al dolore superava di gran lunga quella di un normale cittadino americano.

<Pronta?>
Domandò, spostando un sacco da boxe nero, con un logo bianco e verde inciso proprio al centro.

Cassandra iniziò a tirare un pugno, questo venne assorbito completamente dal sacco, senza troppi movimenti.

<No, ferma, non è così facile!>
La avvisò Ricky, amava la determinazione di Cassandra ma a volte serviva redarguirla.

<Prima di tutto devi respirare con calma, poi visualizza il tuo avversario, pensa a questo sacco nero come al peggior nemico che hai mai affrontato nella tua vita o alla persona che ti rende la vita difficile>

Cassandra respirò e pensò.

Gabriel fu la prima persona che le venne in mente, non lo vedeva da qualche giorno e forse era meglio così.
Appena incrociava il suo sguardo non poteva fare a meno di sentire dentro il suo cuore crescere un enorme buco nero.

Ciò che era successo quella sera le dava ai nervi.
Non avrebbe dovuto cedere e neppure tentarlo.

Avrebbe dovuto immaginare che l'agente non avrebbe ceduto su questo.

Gabriel non l'avrebbe mai amata , ma lei se n'era resa conto troppo tardi, solamente quando era tornata nella Safe House ed aveva cominciato a piangere, stringendosi nelle coperte pesanti.

Probabilmente nessuno sarebbe stato in grado di amarla con tutte quelle cicatrici che le sarebbero rimaste sul corpo e Gabriel le aveva dato la conferma di ciò che pensava da tempo :
"non sono fatta per i sentimenti , non sono lo scopo della mia vita ".

Fortunatamente non si era demotivata dopo quella esperienza, anzi, tutta la sua vita ora era diventata l'allenamento, per questo ci metteva tanto impegno, e cosa non meno importante, il ricordo dei giorni di prigionia.
aveva cominciato a scrivere in un diario tutto quello che le era successo.

Era sicura che prima o poi avrebbe ricordato qualcosa di fondamentale per le indagini.

Ed allora avrebbe potuto salvare Sabrina.

Cassandra strinse la mano dentro al guantone, pronta a colpire.

<Bene> Annuì Ricky <Ora devi concentrare tutta la tua forza nel braccio e farla scorrere fino alla mano >

Cassandra aveva già colpito una seconda volta il sacco nero prima che l'allenatore terminasse la frase.

<Ottimo, ora ripeti l'esercizio con entrambe le mani, una alla volta, per venti volte >

Cassandra non rispose tanto era concentrata nel suo nuovo lavoro, tirava pugni come un'ossessa ma senza mai esagerare con la forza e gli affondi risultavano perfetti.

Il sacco cominciò a soffrire, e venne sballottato da una parte all'altra.

Una goccia silenziosa scese sul volto di Cassandra, percorrendo tutta la lunghezza della sua fronte andando a bloccarsi proprio sul sopracciglio aggrottato.

La sua sfida era appena cominciata ed era sicura che avrebbe vinto.

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