Capitolo 18 (epilogo)

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Sono passati anni dall'ultima volta che ho visto Frank.
Ora vivo in una splendida casa con mia moglie Lynz e mia figlia Bandit.
Ho uno scatolone su in soffitta, ci sono dentro i ricordi delle superiori.
C'è una foto, una foto scattata da non so chi che ritrae me e un ragazzo addormentati insieme.
Quel ragazzo mi ha fatto diventare l'uomo che sono ora.
Quel ragazzo è stato la mia luce nei momenti bui.
Quel ragazzo è sposato ora, sposato con tre figli.
Anche il mio migliore amico alle superiori si è sposato e ha una figlia.
Purtroppo la coppia con il biondino non è andata avanti, si sono fatti tutti una famiglia, hanno voltato tutti pagina.

Mio fratello mi dice che ogni volta che esce con Frank e gli nomina il mio nome e o la scuola si rabbuia, forse lui non ha voltato pagina.
Quando mia figlia mi chiede dei miei amici da adolescente sento un peso sul cuore, forse io non ho voltato pagina.

Quel ragazzo è ancora nei miei pensieri e ci rimarrà per sempre.
Quasi per magia il telefono suona.
Un numero sconosciuto, rispondo.

- oh Gerard! Pensavo Mik mi avesse dato il numero sbagliato, io... -

Aspetto qualche secondo, quella voce da uomo.
Quella voce ha un volto, Frank! Il mio Frankie!

- Frank perché mi chiami così tardi? -
- oh bhe, non lo so, mi manca sentire la tua voce -

Guardo affianco a me nel letto.
Lynz dorme così io mi alzo e vado nel mio studio.
Sono le cinque di mattina per la miseria.

- scusa, non posso parlare ora -
- no! Gerard! Non mettere giù, ti prego -

La sua voce è rotta dai singhiozzi.
E eccola quella fitta al cuore che ho quando qualcuno che amo piange.

- ehy, scricciolo, perché piangi? -
- penso di non essere mai andato avanti Gerard -

Sospiro, neanche io l'ho fatto Frank.

- la tua voce che chiama il mio nome, quanto mi è mancata -
- non puoi davvero parlare? Perché -

Sospiro.
Aspetto qualche secondo, per sentire se qualcosa si muove nell'altra stanza.

- oh bhe, mia moglie è nell'altra stanza -
- ah okay, scusa per il disturbo allora -

Passa qualche secondo e lui mette giù.
Lo richiamo immediatamente.

- stupido certo che parlo, a bassa voce ma parlo con te. Mi manchi tanto Frank -
- già, quindi come vanno le cose? -

Sorrido.
Nello studio c'è una tela che raffigura Frank.

- bene, mia figlia cresce e mia moglie è... No, niente cazzate, a volte vorrei te al suo posto -
- è così ingiusto Gee, non mi hai detto neanche addio -

Mi sento male per questo.
Dopo l'ospedale non l'ho più neanche visto.

- mi dispiace -
- ma puoi rimediare, scendi all'entrata -

Corro da basso e apro la porta e lui è li.
Un accenno di barba, più muscoli e i capelli più corti ma è lui.

- Frankie -
- Gee -

Rimango incantato dal vederlo.
Me lo tiro addosso baciandolo, un bacio che mi è servito per vivere.

- sei rimasto sempre un nanetto -

Lo prendo in giro e lui scoppia a ridere.
Andiamo nel giardino sul retro, in una piccola casetta dove tengo tutte le cose di cui non voglio ricordare.
Lui si sdraia sul pavimento duro e io lo imito.

- mi sei mancato -
- anche tu -

Mi bacia, un bacio dolce e bisognoso.

- ti prego Gerard, proviamoci, un ultima vera volta -

Io annuisco e lui si toglie il giubbotto e la maglietta.
Il suo corpo è pieno di nuovi tatuaggi indelebili.
Memorizzo dettagli nuovi e rinfresco quelli vecchi.
Mi bacia con foga mentre mi toglie il pigiama.

E facciamo l'amore per l'ultima volta e mi è mancato come può mancare l'aria.
Mi trovo con la sua testa appoggiata al mio petto e il nostro respiro ancora affannato.

- è troppo tardi per tornare ad amarci? -

Lo guardo.
Si sta rivestendo lentamente.

- si Frank, ma non ti dimenticherò mai -

Mi rivesto anche io.
Gli passo il giubbotto e mi accompagna alla porta di casa mia.
Ci fermiamo a guardarci.

- daddy -
- scricciolo -

E mi bacia, un ultimo bacio prima di sparire nel buio.
E si, mi mancheranno le sue labbra d'angelo.

QUINN POV

Siamo cresciuti, siamo cambiati.
Ho 33 anni ora.
Mi trovo a casa di Bert con mio figlio.
È strano dopo così tanto tempo trovarci seduti sul divano a bere caffè e parlare.
Bert, Bert è così bello.
È tornato biondo e i suoi capelli sono corti e ora è più maturo, più adulto.

- sono felice di vederti qui, cosa ci fai in California? -
- niente, sai un giro -

Scoppiamo a ridere.
In verità mi è mancato tanto.

- cosa ci è successo Quinn? -
- siamo cresciuti, troppo velocemente -

Bert annuisce e io sorrido.
Mio figlio gioca con sua figlia.
È una cosa carina.

- credo sia così ingiusto Bert, eravamo giovani e stupidi ma io non volevo crescere, voglio tornare a essere giovane e stupido -

Lui annuisce.
Ci siamo spostati sulla terrazza a casa sua e la vista è bellissima, l'oceano.

- però si arriva a un certo punto nella vita in cui devi crescere Quinn, non puoi rimanere sedicenne per sempre -
- che ingiustizia vero? -

Annuisce con un sorriso e io sorrido a vedere che al collo porta l'anello d'argento, anello che io ho attaccato alle chiavi di casa e che ho sempre con me.

- ce l'hai ancora -
- sempre, tu invece... -
- no, zitto, guarda - tiro fuori le chiavi e gli faccio vedere l'anello - è che in quel periodo tu eri "la chiave che apriva il mio cuore" mi è sembrato appropriato -

Scoppia a ridere mentre metto via le chiavi.
Il sole sta tramontando e lui si appoggia alla mia spalla.

- sei sempre stato un sentimentale Quinn, ho una domanda -
- dimmi -

Si mette davanti a me e mi guarda negli occhi. Porta una mano sulla mia guancia e sospira.

- se ora come ora ti baciassi sembrerebbe strano? -
- no perché ti bacerei prima io -

E così faccio.
Una mano stretta a pugno sulla sua maglietta e una a cingergli il collo tirandolo verso di me.
È una cosa nuova, diversa eppure così famigliare.

- mi è mancato -
- anche a me -

Mi guarda con un sorriso triste, amaro.
È un addio e io odio gli addì.

- forse ora è meglio che vai -
- lo credo anche io -

Prendo mio figlio per mano e lo porto in macchina dove guardo su, sulla terrazza.
Bert mi guarda, una mano alzata in segno di saluto.
Mentre guido mi scende una lacrima al ricordo di quello che eravamo e di quello che non saremo mai più.

AUTRICE POV

E così, come tutto anche gli amori più belli finiscono ma il ricordo ti tanta bellezza rimarrà sempre.
Nessuno può portare via i fantasmi del passato, non ore di notti insonnie, non disegni e non canzoni.
La cosa migliore è ricordare e vivere e sperare.

Mh okay, questo è l'epilogo e quindi questo significa che é finito e quasi mi scende una lacrima.
Sinceramente non pensavo che Quinn e Bert entrassero a far parte così tanto della storia ma è una bella coppia e anche se ora Quinn è impegnato a suonare con i Biersack so che gli manca Bert (almeno spero).
Comunque si, ecco.
Addio amici miei.

Lips of an angelWhere stories live. Discover now