Capitolo 14

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- io non entro -
- oh andiamo Quinn, muoviti e vai dentro quella stanza! -
- lui mi odia! Io non entro -

Sono in piedi davanti alla porta della stanza d'ospedale.
L'odore di sofferenza e disinfettante mi entra nelle narici e mi fa aggrappare a Frank.
Sono stato fin troppe volte in questi posti orribili.
Quinn è appoggiato al muro dall'altra parte del corridoio.
I capelli biondi sono afflosciati sulla testa a causa delle neve.
Gli occhi sono cerchiati da occhiaie e le spalle curve sono coperte da un giubbotto blu.
Stiamo discutendo quando la porta dietro di me si apre.

- Quinn -

La voce di Bert rimbomba nel corridoio.
Mi giro pregando che non sia messo male e le mie preghiere si esaudiscono fino a un certo punto.
Lui sta effettivamente bene però ha qualcosa nei suoi occhi, ha qualcosa nel suo modo di fare che fa vedere che non sta bene.

- cosa è successo? -
- incidente d'auto, mio figlio è morto -

La sua voce è priva di emozioni.
Fredda come ghiaccio.
Rientra nella stanza e noi lo seguiamo.
Frank è aggrappato al mio braccio.

Nella stanza c'è un letto e sul letto una ragazza.
I capelli biondi sono sparsi sul cuscino e una macchina fa notare che è ancora viva anche se i battiti sono bassi.

- Bert, mi dispiace, Bert guardami -

La voce del biondino è debole, si sente appena.
Mi sento di troppo in quel posto ma mi costringo a restare.

- cosa vuoi, Quinn? -

La voce è acida, come a dire: mi hai cacciato, cosa ci fai qui?
Lui sospira e scuote la testa, gli occhi pieni di lacrime.

- Bert, ti prego, guardami negli occhi -

Bert si siede su una sedia e Quinn gli si avvicina.
Il biondo gli passa una mano tra i capelli per poi abbassarsi alla sua altezza e posargli un leggero bacio sulle labbra.
Bert rimane immobile e Quinn si stacca, dispiaciuto.

- Quinn, forse... -

Frank parla, la voce bassa e ferma.

- Frank, no. Bert guardami e dimmi cosa provi, l'hai fatto ancora vero? Se l'hai fatto ti metteranno in riabilitazione Bert. Io non voglio che tu vada in riabilitazione, dimmelo Bert, l'hai fatto? -

Il monologo è sconnesso e confuso ma Bert capisce e annuisce piano con la testa.

- si Quinn, l'ho fatto, mi sento distrutto e mi odio e Quinn, odio anche te ora, soprattutto tutto te -

Frank mi tira per la manica del giubbotto.
Mi tira via dalla stanza.
Corro in autostrada fino a un albergo.
Ho in testa la faccia di Quinn alle parole di Bert.

- cosa è successo? -
- non lo so -

Frank è sdraiato sul morbido letto e io mi sdraio affianco a lui prendendogli la mano.
Ci guardiamo e i nostri sguardi parlano.
Cosa avrà fatto Bert?

Qualche giorno dopo scopro che Bert usa metanfetamina.
Quinn e Frank stavano suonando la chitarra e io stavo disegnando quando il biondo scoppia a piangere dicendo che Bert aveva ripreso a drogarsi e ad usare la metanfetamina.

***

- come va Quinn? -

La scuola è iniziata da qualche giorno e Quinn è rimasto solo.
Ovviamente me lo trascino un po' ovunque e sta facendo amicizia con Mikey ma lui è un ragazzo talmente timido da dire qualche parola e basta.

- mh, bene, più o meno -
- e Bert? -

Frank è abbracciato al mio fianco e io gli friziono la schiena con la mano.

- penso sia troppo sconvolto, non so neanche io dov'è -

Io annuisco.
Frank fa qualche colpo di tosse lo sento rabbrividire al mio fianco.

- chiamalo -

Dico a Quinn prima di portare Frank in camera sua.
Gli faccio provare la febbre e porca troia 38.4.

- te l'ho detto di portare il giubbotto ma te no, ma va -

Gli passo una tachipirina prima di sdraiarmi affianco a lui nel lettino.

- uf, grazie daddy -
- come mi hai chiamato? -

Un brivido mi percorre la schiena alle parole del più piccolo.
Me lo immagino chiamarmi così in determinati momenti e questa cosa è eccitante.

- daddy, non ti piace? -
- n..non chiamarmi c..così o t..ti potrei scopare qui e ora -

Lui scoppia a ridere e nel mentre fa pure qualche colpo di tosse.

- ti ricordo che in questa relazione sono io l'uomo -
- oh ma stai zitto che sei poco più di un bambino -

Ridiamo e ci baciamo prima di sentire qualche colpo di tosse.
Guardo Frank che mi sta guardando prima di girarmi a guardare la porta.
Mikey è li in piedi con le braccia incrociate.

- mh, non volevo sapere chi metteva cosa dove, grazie -

Frank ride.
Mio fratello è cambiato, è cresciuto.
Ha lo sguardo più duro.

- dicci Mikey -
- il biondino, come si chiama... Ah si Quinn, deve stare con me? -
- ti prego Mikey, trattalo bene -

Lui sospira e annuisce.
Sta per andarsene quando si ferma per poi girarsi ancora.

- solo che non è di compagnia, ecco -

E esce.
Io torno a guardare Frank e lo bacio.
Le sue mani sono ovunque mentre mi slaccia la felpa e mi leva la maglietta.

- quindi, scricciolo, che vuoi fare? -
- tu che ne dici, daddy? -

Lo fa apposta, è ovvio.
Lascia un segno rosso sul mio petto, proprio sotto la clavicola destra.
Inizia a baciarmi il collo e io sorrido.

- io direi di no, sai sei malato -

Lui sbuffa e fa scendere una mano al cavallo dei miei pantaloni facendomi gemere.

- oh andiamo daddy, ti prego -

Frank Iero che mi prega per del sesso, questo mi piace.

- cosa hai detto? -
- daddy? Io non... -
- no no, dopo -

Lui sospira capendo il mio gioco e si siede un po' più comodo sul letto.

- ti prego -
- cosa? -
- ho bisogno di te -
- ma io sono qui -

Lui sospira e chiude gli occhi.
Conta fino a dieci e poi parla.

- ho bisogno di farlo con te -
- fare cosa? -
- sesso Gerard! Sesso! -

Io sorrido e me lo tiro addosso baciandolo e spogliandolo.

- come vuoi scricciolo, basta che non mi ammalo anche io -

Ride e mi bacia spogliandomi e io spoglio lui.
Le sue mani tatuate mi accarezzano prima di prepararmi e di entrare in me.

- ti amo scricciolo -
- ti amo daddy -

Ehy salve, che cosa neanche indescrivibile ma ditelo che appena avete letto la parola "ospedale" vi siete spaventate.
E invece no! Bert sta bene (bhe per quanto possa stare bene un drogato) almeno è vivo.
Il prossimo capitolo sarà una sorpresa C:

Lips of an angelWhere stories live. Discover now