•ti bacio o no?

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Cazzo, il tuo sorriso che cos'era? Un pezzo di volta celeste pura in mezzo a tutta sta bufera.
En?gma

La mattina e il buio.

Diciamocelo, già alzarsi presto é abbastanza traumatico, aggiungiamoci poi che il sole ha deciso di non presentarsi all'appello e al suo posto ha mandato quell'odiosa pioggerellina, quella sottile, quella del 'prendo o non prendo l'ombrello?', quella che dopo dieci minuti fa venire giù il diluvio.

Quella stronza, si può dire.

Ma cosa c'è peggio di questo risveglio?

Un esame alle nove precise.

Un esame che quel benedetto autobus ha deciso di non farti fare perché, per fare il simpatico, ha saltato almeno dieci corse.

E quindi sei lì, sotto la pioggerellina che ti gonfia i capelli e ti fa assomigliare a una pazza, e niente, bestemmi in aramaico anche se non sai una parola.

Ma poi ti illumini, perché oggettivamente non sapevi un emerito cavolo e ti è andata bene, ma poi c'hai lo sbatti di dover rifarlo, e quindi ritorni a imprecare.

La sfiga, il karma, il destino, chi lo sa, ha avuto pietà di te, voleva darti una seconda possibilità, che tesori.

E quindi si, potresti salire le scale e buttarti sul letto a poltrire per altre quattro ore, ma no, devi pure rinnovare la tessera del bus che manco ti accompagna in università, bella merda.

Giornata iniziata male, tranne per i biscotti al cacao della vitasnella, che di sano non hanno nulla, e neanche di snello, ma danno la gioia di vivere.

Dopo quasi un'ora ad aspettare la carrozza questo energumeno decide che è ora di fare un favore alla comunità e di prenderti su, destinazione centro.

Autobus strapieno, poco ossigeno, tanta acqua.

No aria, no party, e niente Clooney, mannaggia, mi avrebbe potuto offrire un nespresso direttamente dalla macchinetta.

La sfiga ha deciso di darmi una tregua, poca fila per il rinnovo del bus, apriti cielo, ah no, diluvia, e si muore di freddo.

Infatti chi non soffre il gelo e la pioggia, esce da casa con minigonna e senza calze, o con le ballerine, potevano inscenare un balletto già che c'erano.

Rinnovo fatto, potrei godermi la libertà del non esame, delle goccioline che si accaniscono sui miei capelli, ma ovviamente c'è sempre qualcosa che stona.

Una musica non azzeccata, un ragazzo rompiscatole che ti chiede di uscire, e tu non vuoi, e lui insiste, e tu lo rinneghi, e lui ti scassa, e tu acconsenti.

Amen, e così sia, ma anche no.

E tu previdente, ti metti d'accordo con un amico, per il quale avevi una mezza cotta un po' cruda, ma tranquilla, tutto sotto controllo.

Trucco perfetto e capelli alla cazzo, no problem, sei perfetta così.

Non guardarti in giro, fai finta di niente, vai sotto casa sua e sorridi alla vita, cioè no, alla pioggia.

Le dieci e venti e scrivi gentilmente al tuo amico «muovi le gambe» la tenerezza in persona.

E il rompiballe che non ti caga neanche se mandi un piccione viaggiatore, er mejo.

Ti appoggi al muro stile 'cazzo vuoi tu' e inveisci contro la parete affinché non ti sporchi la felpa rosa, peppa pig si sarebbe vestita meglio va.

L'amico scende e tu sorridi come una scema, giusto appunto per farti sgamare e poi rabbrividisci dal freddo, in teoria.

Lui manco ti saluta e inizia a sparlare «andiamo dentro che fa freddo, e ci sediamo»

Annuisci e ti porta nelle catacombe.

Giri su giri, il labirinto delle piramidi, tanto che a un certo punto pensi davvero ti stia portando in un luogo buio per violentarti, ma no, ti porta alla fine di quei corridoi strani per farti sedere su una semi panchina, una specie.

E parlate, e ridete, e fate i cretini, e leggi sti messaggi, e ridete.

'Na meraviglia, tanto che ha smesso pure di piovere, ma il sole non c'è, anche perché ce l'hai tu davanti.

E che freddo però raga, si congela, ma tipo se mi avvicino a te?

Detto fatto, più o meno, alla lontana, forse un cieco vedrebbe un abbraccio, ma solo dentro la mia testa.

E spettegolate, ridete, vi guardate, cerchi di scorgere se ha la pupilla dilatata ma è come cercare un ago nel pagliaio, anche perché hai dei fottuti occhi marroni, che sfiga.

Ridi e decedi, lo guardi in faccia, guardi dall'altra parte, guardi il telefono per distrarti, ritorni a guardarlo, e lui ti guarda, aiuto.

«Boh, è morto, non mi risponde neanche» frase detta a cazzo, giusto per riempire quel vuoto, complimenti, corri a pigliare l'Oscar.

E parlate, di nuovo, di ogni cosa, di ogni cazzata possibile, di ogni cosa senza senso, e l'unica cosa che la tua testa mette in circolo è il fatto che non vuoi più andartene.

Vuoi restare lì con lui, per ore, per giorni, per settimane, perché non ti stanca e ti fa sentire bene, meglio dei biscotti al cacao, o forse no.

Ma il tempo è un bastardo, e tu devi lasciarlo, ti alzi e recuperi la borsa, lui ti guarda e ti fa strada, anche perché siamo sempre nel labirinto e tu ha il  senso dell'orientamento a quota meno zero.

«Comunque se passi di qua, qualche volta, mi scrivi e ci possiamo vedere»

Avete visto il mio cuore?

Neanche io, è andato a farsi un giro e i polmoni lo stanno cercando in Alaska.

«E fai la patente così poi ti faccio girare nel parcheggio»

E ma allora sei stronzo, vuoi farmi crepare?

«Guarda che ti sfascio la macchina» e giù a ridere come una cogliona, ma nel frattempo il cuore è ritornato al suo posto, un po' provato ma tutto intero, si fa per dire.

«Bene, allora»

Allora un cazzo, adesso ti bacio, cioè no, il coraggio dove sta quando serve?

Sottoterra ovviamente, sto infame.

«Bene» parte due, si vede che i saluti non sono il nostro forte.

Ci guardiamo per qualche secondo, con un dilemma amletico che gironzola nel mio cervello 'gli do un bacio sulla guancia o no?'.

«Beh, ciao, ci sentiamo»

Forse è meglio va, niente bacio, sarà per la prossima volta.

Ti sorride e tu crepi, col sole negli occhi e il cuore fuori che balla il valzer, addio mondo crudele, ti ho amato tanto.

A parte per sta cazzo di pioggia.

non è una storia

è più una parodia di ciò che mi succede AHAHAH

Mad like teen spirit [diary]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora