CAPITOLO 2

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"Faccia ovale, occhi verdi, cappelli sul rossiccio, fisico da sportiva, carattere di merda. Questa sono io." ecco chi sono, dico guardandomi allo specchio.

Sono passati tre giorni da quando ho parlato con Kevin e la situazione non è affatto migliorata. A scuola Seba mi sta a debita distanza, mi guarda da lontano e ogni volta che cerco di avvicinarmi trova un scusa per andarsene. Capisco di essermi comportata male con lui, subito dopo avermi detto quella cosa me ne sono andata senza dire niente. Forse anche io ce l'avrei con me stessa se fossi in lui. Ecco cosa succede alle persone che cercano di volermi bene. Soffrono. Ma non è colpa mia, è ciò che sono dentro che fa soffrire le persone. Perciò da una parte è meglio che mi stia lontano. 

*dindon*
Dal distogliermi dai miei pensieri è il campanello che suona. Quando apro mi ritrovo due occhi azzurri con delle occhiaie da fare invidia ai panda. 

Comunque parli del diavolo...

- Hei...- disse abbassando la testa.
- Ciao Seba.-
- Posso entrare?- chiese con un fil di voce, evidentemente pensa che gli possa dire di no.
- Perché? -
- Voglio parlare con te.-
Lo lasciai entrare e subito iniziò a guardarsi intorno. Come se non ci fosse mai stato, certo nell'ultimo periodo è un po' in disordine ma d'altronde non sono quasi mai a casa. Tra la scuola e gli allenamenti.
- Vuoi qualcosa da bere?- chiesi.
- Sì, acqua per favore.-
Dopo cinque minuti tornai con due bicchieri di acqua con ghiaccio e una ciotola di patatine al formaggio. Le sue preferite.
- Penso tu abbia fame, sembra che non tocchi cibo da giorni.-
- No, sto bene. Tu invece come stai?-
- Sì tira avanti, grazie.- risposi prendendo un po' di patatine e sedendomi di fronte a lui.
- Di cosa vuoi parlare?-
-Di venerdì sera, quello che ti ho detto... è vero. Anche se avevo bevuto sapevo cosa dicevo.-
-Lo so- dico - ho parlato con tuo fratello qualche giorno fa. E mi dispiace per come mi sono comportata, mi hai colto di sorpresa e non sapevo cosa fare. Perciò ho preferito andarmene...Posso solo chiederti una cosa?
- Cosa? -
-Da quanto tempo sai di amarmi? -
- Non saprei dirlo, penso di amarti da sempre. Ma solo nell'ultimo periodo sento qualcosa di diverso. Come se volessi di più.-
"Quindi deve aver già avuto qualche sintomo" pensai.
- Come ti senti? -
- Bene, te l'ho già detto.-
-Ti senti strano?- chiesi scrutandolo un po' più a fondo. 
- No, a volte mi manca il respiro ma il medico dice che mi sto affaticando con gli allenamenti. Ma niente di che, perché questa domanda? -
- Niente.- dissi prendendo altre patatine.
- Perché ti comporti così? Qual'è il tuo problema?.- disse avvicinandosi. 

"Meglio che tu non sappia qual'è il mio problema" pensai.- Non ho nessun problema,mi preoccupo per te. Comunque è meglio se per un po' non ci vediamo. Ho bisogno di stare da sola.- dissi aprendo la porta. L'unico modo per salvarlo è fare in modo che mi stia il più lontano possibile.

Detto questo lo sbattei fuori richiudendo fortemente la porta. Tanto che avrei giurato potesse cadere. Mi accasciai a terra e iniziai a piangere.

***CONTINUA***





NUVOLE DI ZUCCHERO FILATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora