La luce accecante penetra tra le fessure delle tapparelle, facendomi mugugnare rumorosamente. Cerco a tastoni l'interruttore della lampada sul comodino, e inizio a imprecare qualsiasi entità esistente a mezza voce, non trovandolo.
Che poi, io non ricordo nemmeno di essere andata a letto, ieri sera. A dire il vero, io non ho proprio lasciato la postazione di gioco.
Cammino insicura nella penombra della stanza, cercando di far adattare i miei occhi a quel semi buio. Spalanco, poi, la porta e la luce intensa che entra dalle enormi vetrate mi fa socchiudere istintivamente gli occhi. Mi ritrovo in un lungo corridoio interamente bianco e azzurro, e il diaframma mi si comprime appena noto il panorama che si erge dietro alle grandi finestre, composto dal lungomare e un giardino immenso e troppo verde per essere naturale. Resisto all'impulso di rimanere a contemplare il paesaggio di fronte a me e penso piuttosto a capire il motivo per cui sono qui... e soprattutto in cosa consiste "qui".
L'odore di bacon bruciacchiato mi invade le narici, e mi appiccico alla parete fresca appena sento delle voci provenire dai dintorni.
"Dio, è normale che questa carne diventi nera?"- la voce e maschile, leggermente bassa e piuttosto familiare, con un spiccato accento australiano.
"Michael, è la terza volta che bruci la colazione. Lascia cucinare al vero chef!"- ribatte un'altra voce, sempre maschile e anch'essa molto familiare.
Michael.. l'ha chiamato Michael.
"Pff, saresti tu il vero chef? Andiamo, Lucas, non sai nemmeno scaldare il latte"
"Luke. LUKE. Mi chiamo Luke!"- strilla la seconda voce -"Lo sai che odio quando voi ragazzi mi chiamate Lucas."
Michael e Luke. Non può essere..
Mi affaccio leggermente, portandomi le mani alla bocca appena li riconosco; il ragazzo dai capelli tinti di verde che indossa una canottiera sciatta e bucata abbinata ad un paio di boxer multicolore è perfettamente identico a Michael della -mia- band -preferita- "5 seconds of Summer", mentre il ragazzo dai capelli biondo grano, gli occhi azzurrini e il pigiama troppo piccolo per il suo corpo lungo e slanciato è la copia sputata di Luke, componente della medesima band.
I nomi e l'aspetto sono coincidenti; che siano realmente loro?
Ma per quale diavolo motivo hanno due diamanti verdi che fluttuano sopra le loro teste!?Che devo fare, adesso? Sembra quasi che io sia entrata nel videogioco; in effetti il corridoio assomiglia parecchio a quello della casa che ho scelto, e pure la cucinetta dai colori magnetici.
E addirittura i componenti della famiglia sono gli stessi. Inizio a mordicchiarmi nervosamente le unghie delle mani, respirando affannosamente; sono spaesata.
"Ehm.. scusa, tu chi saresti?"- una voce alla mia destra mi fa sobbalzare dalla paura e d'istinto caccio un urlo a pieni polmoni, facendo urlare pure il ragazzo dai capelli ricci e biondi di fronte a me.
Il mio cuore martella all'impazzata, talmente forte che a breve potrebbe spaccare in mille pezzi la mia cassa toracica.
"Scusami, non volevo spaventarti"- farfuglia, grattandosi nervosamente la nuca -"Sei ...sei la nostra nuova coinquilina?"
Sono la nuova coinquilina?
"Ehm.. sì, sono.. sono Gwen"- mi presento, allungando la mano destra verso di lui -"Piacere"
Lui ammica un sorriso perfetto, facendo spuntare un'adorabile fossetta "Ashton, il piacere è mio"
Rimane a fissarmi per qualche secondo prima di afferrarmi per il polso e di trascinarmi verso la cucina, senza alcun preavviso "Ti faccio conoscere gli altri"- mi annuncia, eccitato, mentre io sgrano gli occhi, realizzando solo ora del mio attuale stato: ancora in pigiama e senza trucco.
Non so nemmeno che aspetto io abbia in questo momento, ma sinceramente preferisco non saperlo.
YOU ARE READING
Game Life [sospesa]
HumorIn cui una ragazza sfigata crea una famiglia su The Sims 3 composta da sè stessa e la sua band preferita; e se un giorno, dopo essersi addormentata sulla tastiera del computer, si risvegliasse esattamente nella casa del videogioco? ➳ai miei migliori...