undici

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Urlavo di piacere, il mio limite era arrivato. Tutta quella lussuria per me era troppa, mi sentivo scoppiare. Lui era così bravo a toccarmi. Sapeva tutti i miei punti deboli e si divertiva a giocarci per stuzzicarmi. Sembrava un esperto.

"Oh, Michael!" avevo gemuto.

"Preparati, adesso arriva il meglio." mi aveva sussurrato. "Hey, Luke! Pss, Luke! Cazzo, svegliati, hai una cazzo di erezione."

Cosa? Era un sogno.

Cosa diavolo avevo appena sognato? Mi svegliai di colpo appena realizzai che avevo fatto fantasie erotiche su Michael. Coprii la mia escrescenza col cuscino.

Guardai l'orologio per scoprire che erano le tre del mattino. La lucina che ci avevano dato per quelli che avevano paura del buio mi permise di vedere Michael appoggiato alla finestrella. Perché Michael mi rovinava sempre il sonno?

"Cosa vuoi?" chiesi acido, sfregandomi la faccia con le mani.

"Mi annoio." sbuffò.

"Ed io cosa ci posso fare? Lasciami dormire." ero sul punto di rimettermi sotto le coperte.

"Io non ci riesco!" sembrava così un bambino. Agitava le braccia come se avesse voluto entrare nella cella. Beh, anche io, dopo quel sogno, avevo perso il sonno.

"Non me ne fotte un cazzo."

Mi dispiace, Michael, ma prima del caffè potevo uccidere chiunque.

"Sempre così scorbutico?"

"Sempre così rompipalle?" Mi sedetti per guardarlo meglio. Non mi dava altra scelta. Se l'avessi lasciato perdere, lui avrebbe continuato a chiamarmi e magari a lanciarmi le sue solite palline di carta.

"Volevo spiegarti altre cose che devi sapere del riformatorio."

"Proprio adesso? Non puoi aspettare fino a colazione?"

"No."

Lasciai andare un respiro e alzai gli occhi, poi lo lasciai continuare.

"Beh, di sicuro ti scopriranno i pezzi di pane che nascondi nell'armadio, alla prossima ispezione. A proposito, quella a sorpresa è al venerdì sera."

Aggrottai le sopracciglia. "Se è a sorpresa, perché tu sai quand'è?"

"Perché ogni venerdì sera gridano che c'è un'ispezione a sorpresa." ridacchiò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Conosco quasi tutte le celle di questo riformatorio, compresa la tua. Sotto il letto c'è una mattonella che si può togliere, sotto c'è un buco. Puoi metterci il pane, o quel cazzo che vuoi."

Tastai con la mano sotto il lettino e infatti notai una piccola sporgenza. Doveva essere la mattonella finta.

"Grazie, amico."

"Non sono tuo amico, scordatelo."

"No! Amico, come- non volevo dire in senso- hai capito." rimangiai subito quello che volevo dire. Certo che non era mio amico. Pff. Mi guardò male, ma alla fine ridacchiò.

"Giochiamo alle venti domande?" domandò. Cosa abbiamo, dodici anni?

"Va bene, inizia tu." mi stropicciai l'occhio.

"Il tuo culo ha già perso la verginità?"

"Michael Gordo- Che cazzo di domande fai?!" cercai in tutti i modi di non urlare, fallendo. Il ragazzo della cella davanti alla mia mi disse di farla finita.

"Rispondi."

"Uhm, sì, l'ha persa." ammisi arrossendo. Questo spero non l'abbia notato. "Tocca a me. Il tuo culo ha già perso la verginità?"

"Ti sembra il caso? Non sono io il passivo."

"Adesso il coming out l'hai fatto tu." gli feci l'occhiolino.

Guardò in basso e tossì un paio di volte preso dall'imbarazzo. Chi era quello grande adesso? "Andiamo avanti." si riprese, "Colore preferito?"

"Blu, credo. Che musica ascolti?"

"Rock, punk rock, quel genere lì. Il cinese di ieri era il tuo fidanzato?"

"Ti ho già detto che non è cinese. E' neozelandese. E no, non è il mio fidanzato." In quel momento volli tentare e rischiare: "Perché ti hanno rinchiuso?"

"Non te lo voglio dire."

Trattenni una risata, che però Michael notò. Si accigliò e "Cosa c'è di tanto divertente?" chiese.

"Stiamo giocando alle venti domande, sei obbligato a rispondere."

"Bene! Ho deciso che non voglio più giocare. E poi, giocare? Sul serio? Ma vai a dormire, bimbo."

Quel ragazzo lunatico mi stupiva ogni volta di più. Cercò di non urlare mordendosi un dito dopo avermi fatto la ramanzina. Tornò indietro e andò a letto.

Ritornai a dormire anche io incominciando a pensare perché nel gioco delle venti domande, alla fine, le domande non sono mai venti.

Prison. || Muke ClemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora