Capitolo 38 - Maledetto Fausto

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Capitolo 38 - Maledetto Fausto

La giornata non potè cominciare nel modo peggiore. Era definitivamente giunto quel periodo del mese, peggiorando il mio umore già altalenante di suo e rendendomi più scontrosa. Non avevo voglia di alzarmi per andare a scuola, nonostante fosse venerdì, perché sentivo dolori ovunque. Fausto non era gentile con me, anzi, mi torturava con crampi, mal di schiena, mal di testa, cascate del Niagara costanti e molta fame. Mi alzai a passo lento dal letto, infreddolita e con il naso tappato, e con il pensiero che probabilmente il giorno prima avevo rischiato di prendermi l'influenza correndo sotto l'acquazzone. Indossai abiti comodi per non avere problemi con il ciclo durante le lezioni, ma non ero convinta di sopravvivere tutte quelle ore seduta in aula. Solitamente, quando Fausto era in circolazione, tendevo a vestirmi male, mangiare il triplo del normale e isolarmi dal mondo. O almeno, così prima che tra me e Lio accadesse qualcosa. Anche oggi Lio non sarebbe venuto, mi aveva avvisata la sera precedente che i suoi parenti si erano trattenuti. Non aveva nessun tipo di problema perché non aveva saltato molti giorni di scuola, un'assenza in più non comprometteva la sua media. Ingurgitai qualcosa mi potesse dare l'energia giusta per affrontare la giornata, peccato fosse uno spreco perché avevo ancora più fame di prima, ero insaziabile. Alzai il cappuccio nero sulla mia testa e con la musica nelle orecchie mi diressi verso la fermata come un zombie, in cui Jeamy mi stava aspettando. Non appena mi vide arrivare in quel modo, soprattutto con sguardo da assassina, mi osservò e chiese «Fausto?». Aveva capito il mio problema e questo mi aveva fatto ridacchiare, strano ma vero. «Non ti vedo molto bene...sei un po' pallida, sicura di voler venire a scuola?». Raccolsi tutte le mie forze per parlare in maniera gentile al mio migliore amico che non mi aveva fatto nulla di male, nonostante volessi insultare chiunque mi fosse intorno, e gli spiegai il mio pensiero «Vorrei farcela, non sono sicura. Ti assicuro che sto tutto tranne che bene. Rischierò di dover chiamare casa per farmi venire a prendere. Vediamo cosa succede...» . Lui annuì. Scelsi di ascoltare una playlist dell'anno scorso, concentrandomi in particolare su alcuni brani che mi emozionavano. La prima fu 'Addicted to You' degli Avicii, brano che io conoscevo ormai a memoria e sapevo tradurre come se fosse stata mia. Poco dopo, non appena mi sedetti sul bus da sola, mi lasciai trasportare da 'Vorrei' di Gionny Scandal. I miei amici avevano compreso dai miei comportamenti che non ero molto socievole, quindi dopo averli salutati con un accenno di sorriso, mi ero seduta rivolta verso il finestrino. 

"Nuova notte che non prendo sonno nuova canzone
Le mie parole sono belle perché hanno il tuo sapore
Vorrei scrivere il mio nome sulla luna perché,
Ogni notte prima di dormire guarderesti me
E se ancora tu mi piaci
È colpa dei tuoi baci
Siamo bravi a litigare e a lasciarci non siam capaci
Qua passano le ore,
Non abbiamo più l'amore
Scopiamo solamente per non sentirci soli
E anche se lo so che ogni cosa ha una sua fine.."

Dovetti, purtroppo, togliere la musica non appena ci accomodammo nell'aula per l'ora di chimica. Emma e Azzurra si sedettero accanto a me, sorridendo e prendendo il necessario per la lezione. La professoressa entrò in aula a passo lento, posando la borsa sulla cattedra, ed io respirai profondamente, avevo appena avuto un crampo da togliere il fiato. «Jeamy ci ha detto che non stai tanto bene, oltre a Fausto...» Emma si avvicinò a me, parlandomi a voce bassa in modo che potessimo sentire solo noi. Anche Azzurra si avvicinò «Sì, ci ha detto questo. Sei sicura di voler rimanere? Sei abbastanza pallida...». Ormai erano tre persone che mi facevano notare questo, segno che non sarei durata molto a scuola. Non stavo affatto bene, solo che ero cocciuta e avevo voluto provare a venire qui. Mi dispiaceva chiamare uno dei miei genitori disturbandoli a lavoro per farmi venire a prendere, avrei voluto essere già maggiorenne per scrivermi da sola la giustifica. La situazione peggiorava sempre più perché, oltre ai crampi, mi venne anche mal di testa. Italiano avevo seguito con poca voglia, cercando di prendere qualche appunto, ma veniva alquanto difficile. Emma mi aveva detto di non preoccuparmi, me li avrebbe passati lei. Di nascosto dalla professoressa Facchetti avevo scritto a Lio perché mi mancava, volevo sentirlo, e lui mi rispose che stava viaggiando con i suoi parenti verso la loro vecchia casa in campagna. Gli scrissi velocemente non stava andando molto bene a scuola per i dolori e lui mi aveva fatto sciogliere il cuore dicendo che avrebbe voluto tanto stringermi forte, massaggiare la pancia per far passare i crampi e scaldarmi. All'intervallo, al termine della prima ora di storia dell'arte, non riuscivo più a reggere, infatti anche la nostra cara professoressa si era resa conto che qualcosa non andava. I miei amici uscirono dall'aula insieme agli altri compagni per godersi l'intervallo, io ero rimasta dentro per parlare con la prof, la quale era intenta a guardare qualcosa sul suo ipad rosa. «Mi scusi, professoressa...» mi avvicinai. Lei alzò la testa guardandomi preoccupata «Rosati, tutto bene? Mi sembra che tu non stia tanti bene...» posò lo strumento tecnologico accanto ai libri per la lezione e si concentrò totalmente su di me. «E' di questo che volevo parlarle...volevo chiederle se era possibile chiamare casa per farmi venire a prendere perché non mi sento affatto bene!», nel mentre cercai di trattenermi di urlare per i crampi forti. La donna si alzò dalla scrivania e si avvicinò a me, sorridendo lievemente, «Certamente, scendi tranquillamente di sotto a chiedere. Si vede che non stai bene. Chiama pure e vai a casa a riposarti, i tuoi compagni ti manderanno gli appunti della prossima ora!». La ringraziai e scesi al piano di sotto per raggiungere i bidelli, lì avevano il telefono per poter chiamare. Il modo in cui mi aveva trattata la professoressa mi aveva fatto sorridere perché era stata molto gentile con me. Lei adorava gli studenti del corso di architettura e lo si vedeva da come si comportava con noi, era gentile e rispettosa, a volte anche amorevole. Danone mi porse il telefono, composi il numero di mia madre e attesi che rispondesse. Mi aveva detto che tra una quindicina di minuti sarebbe arrivata a scuola senza problemi, la ringraziai e tornai in aula perché l'intervallo era appena finito. Prima di sedermi al banco avvisai la professoressa di quello che aveva detto mia madre, lei in tutta risposta mi tranquillizzò dicendo che potevo chiudere i libri e seguire ascoltando solamente, in attesa dell'arrivo di mia madre. Come aveva detto lei, una quindicina di minuti dopo, Danone giunse nella nostra aula «Rosati? Sua madre è venuta a prenderla...» guardò in giro per la classe per individuarmi. La classe intera mi osservò alzarmi a passo lento, dirigendomi verso il bidello che attendeva, e salutai tutti prima di uscire definitivamente dall'aula. Mia madre era al piano di sotto che firmava dei fogli davanti ad acciughina. «Ciclo?» domandò mia madre non appena salimmo in auto. Lei sì che poteva capirmi, prima di me aveva avuto i miei stessi dolori mestruali ogni singolo mese. Annuii, per poi rilassarmi sul sedile in attesa di arrivare a casa e buttarmi sul letto. Avevo già organizzato tutto quello che avrei fatto per ridurre al minimo il dolore e ulteriori problemi: distesa sul letto con al di sotto un asciugamano per evitare di sporcare, qualcosa da sgranocchiare, pigiama comoda, serie tv e borsa dell'acqua calda. «Io vado di nuovo a lavoro, prima di distenderti mangia qualcosa Elena...» si preoccupò mia madre, prima di chiudere la porta di ingresso dietro di sé. Finalmente ero a casa. La prima cosa che feci fu prendere qualcosa in cucina da mangiare distesa sul letto, come gli avanzi delle lasagne della sera precedente e un bicchiere di acqua naturale. Trascinandomi sul pavimento salii con calma le scale, evitando di rovesciare il cibo dal vassoio che stavo trasportando, e lo posai sul comodino vicino al letto. Mi sfilai velocemente i vestiti, dopo un ulteriore controllo in bagno, e indossai un pigiama caldo e comodo. Fluffy si accomodò accanto a me, pronto per proseguire nella visione delle puntate di Teen Wolf, o così avevo immaginato. 

Dopo qualche ora il mio sguardò ormai non tollerava più gli schermi degli apparecchi elettronici, quindi decisi di leggere un libro. Osservando la mia libreria scelsi di puntare su un classico per me, ovvero 'Harry Potter e il calice di fuoco', un libro che mi aveva regalato molti anni fa Carlo per Natale. Lessi gran parte delle pagine restanti, abbandonate da un po' di tempo, e mi resi conto di quanto fosse bella la lettura. Essa ti permetteva di entrare in un mondo differente da quello in cui vivevi, immedesimarsi in nuovi personaggi e comprendere nuovi aspetti della vita. Ti permetteva di aprire gli orizzonti. Verso ora di cena mia madre tornò da lavoro trovandomi addormentata con il libro aperto sulla pancia. Non mi fece scomodare portandomi la cena in camera, su un vassoio, ed io cercai di rilassarmi il più possibile perché la sera i crampi si riducevano rispetto al giorno. Posato il vassoio sul comodino, non sapevo perché mi inculcai in testa di dover cercare un libro in particolare, che era disperso nei meandri della mia camera. Avevo frugato per tutta la stanza creando un disordine allucinante, che se lo avesse visto mia madre mi avrebbe fulminata. La mia ultima speranza era la cassapanca collocata al di sotto del velux, magari avevo ritirato quel libro lì dentro e non mi ricordavo. Frugai al suo interno trovando peluche, borsette, alcuni giochi e vari quaderni, tra cui uno enorme che più che quaderno poteva definirsi album, con il mio nome scritto a caratteri cubitali e colorati come l'arcobaleno. Al solo vederlo i miei occhi si ingrandirono, il mio cuore esplose: il mio album dei ricordi!


STILES AND HIS JEEP!🌵

Titolo veramente no sense yeep!

Ok, Paola, respira.Mancano soltanto due capitoli alla fine del libro...e poi si comincia con il terzo che tipo ne ho scritto solo 8 o 9 di capitoli.

Si perché il scrivo i capitoli la mattina e il pomeriggio sul bus 😈con la musica e un Lio vicino MUAHAH.

Mi stanno succedendo troppe cose strane ehm ahahah.Ok, avevo voglia di aggiornare dato che avevo già il capitolo pronto, beh in realtà ne ho già tanti pronti ma non importa.

Ok non vi interessa.

Amatemi lo stesso però, perché ho deciso di rendervi felici e aggiornare dato che volevo aggiornare domani.

DOMANDA:

VOLETE CHE AGGIORNI DOMANI O LUNEDÌ SERA?

Domani perché boh ho tempo libero o lunedì sera perché il pomeriggio e la mattina sono all'expo

AMATEMI!🌸

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Il nostro amore impossibile 2 (INAI's series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora