Capitolo 32 - Sono geloso di tutti i ragazzi che ti guardano

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Capitolo 32 - Sono geloso di tutti i ragazzi che ti guardano

"Ho ancora il suo abbraccio inciso sulla pelle"

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«Forse è meglio se ci prepariamo...» ammisi, interrompendo il silenzio rilassante che aleggiava nella stanza. Sgusciai di malavoglia dalle braccia calde e forti del mio ragazzo per alzarmi e cambiarmi, saremmo usciti a cena e volevo godermi ogni attimo nella città anche con il look adatto. Nell'ardua scelta Lio mi venne incontro, stringendomi il ventre da dietro, mentre io riflettevo realmente su cosa poter scegliere per la serata. Presi tra le mie mani una gonna a fiori con un cinturino nero e ipotizzai di abbinarla a dei collant, una canotta nera al di sotto e agli anfibi che avevo portato con me. «Wow, sarai proprio carina questa sera...» sorrise Lio osservando gli abiti che avevo scelto. Il suo commento mi fece battere forte il cuore. «Grazie!». Lui si affacciò all'immensa vetrata per osservare i palazzi di Barcellona, io mi cambiavo indossando gli abiti appena scelti. In bagno provai a truccarmi, finché non venni interrotta dal mio ragazzo che mi fece sedere sul lavandino e unì le nostre labbra in un bacio lento e dolce. Assaporai secondo per secondo le sue labbra morbide, ogni volta mi trasportavano in un mondo diverso, in un mondo parallelo dove eravamo solo io e lui. Ero dipendente da lui ormai. Un suono proveniente dalla porta di ingresso mi fece tornare alla realtà, stavano bussando alla porta, ma Lio decise di non farci caso e proseguire nella scia di baci sul collo, mascella e soprattutto sulle labbra. «Lio...» ansimai quando si concentrò sul mio punto debole. Si staccò da me con una smorfia, spostandosi di lato e permettendomi di scendere dal lavandino. Aperta la porta trovai davanti a me la figura di Iris, vestita elegantemente, con in mano una pochette e le chiavi della camera. «Ciao ragazzi, pronti?» ci sorrise, io e suo figlio annuimmo ed uscimmo dalla stanza chiudendo la porta alle nostre spalle.

Il ristorante in cui avremmo cenato lo avevamo raggiunto in auto, infatti appena usciti dall'hotel salimmo sul mezzo di trasporto e ci allontanammo da quella zona in cerca della struttura. Parcheggiato il veicolo attraversammo le vie di Barcellona illuminate dalle luci dei lampioni, osservando i locali colmi di persone, e nel giro di cinque minuti giungemmo davanti al ristorante in questione. Era un ambiente molto carino, pieno di clienti seduti a tavola e camerieri che facevano avanti ed indietro. In questa città faceva molto più caldo rispetto al nostro paese, infatti era possibile sedersi ai tavoli esterni. Un cameriere che masticava un po' la nostra lingua ci fece accomodare ad un tavolo abbastanza in disparte rispetto agli altri, all'esterno, ed io ne fui contenta perché in questo modo potevo godere della meravigliosa vista della città mentre cenavo. Mi sedetti vicino a lei e presi uno dei menù che ci erano stati lasciati «Dovete prendere le Tapas accompagnate dalla Sangria, non ve ne pentirete!» esclamò Filippo sorridendoci. Mi sistemai meglio sulla sedia «Per me va bene, per voi?». Tutti insieme annuirono, sarebbe stato interessante assaggiarle. Un secondo cameriere venne verso di noi sorridendoci, forse un po' troppo per i miei gusti, e mio padre ordinò parlando in inglese, dato che lo spagnolo non era il suo forte. Filippo ci aveva spiegato che le Tapas erano una varietà alimentari tipiche della cucina spagnola, consumate come aperitivi o antipasti. Non erano preparate solo con il pesce, ma con ingredienti di produzione mediterranea, potevano essere fredde per esempio con le olive miste ed il formaggio, o calde con polpo e calamari fritti. La sangria invece era una bevanda alcolica a base di vino, spezie e frutta. In attesa che il nostro cibo arrivasse a tavola mi guardai intorno notando che i locali si affollavano sempre più e un numero maggiore di persone cercava un tavolo in cui sedersi. Qualche minuto dopo il tavolo si riempì di piattini colmi di cibo delizioso, che aumentò la mia acquolina in bocca, e seguendo i consigli di Filippo ci fiondammo sulle prelibatezze. Durante il corso della cena mi godetti ogni singolo gusto, ogni sensazione e tutto quello che la città mi stava trasmettendo. Ero attorniata da palazzi, negozi, locali, molta gente e luci, ai miei occhi tutto era straordinario. Pagato il conto passeggiamo lungo la via a passo lento, per smaltire la corposa cena, ed io rimasi incantata da tutto quello che avevo intorno, d'altronde come da quando ero arrivata qui. Lio appoggiò un braccio attorno alla mia vita stringendomi di più a lui e sussultai per la stretta più forte del solito, era successo qualcosa? Mi voltai verso la sua destra e intravidi tre ragazzi spagnoli fissarmi intensamente il fondoschiena. Ah, ecco perchè! Il primo mi stava guardando in modo malizioso mentre gli altri due ridevano, Lio si stava trattenendo dalla rabbia. Sbuffai per la stupidità e superficialità dei maschi e continuai a passeggiare incurante. Lio sapeva che avevo occhi solo per lui, non doveva preoccuparsi, ma faceva bene a proteggermi dai loro sguardi pervertiti. 

Il nostro amore impossibile 2 (INAI's series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora