·Capitolo 24·

727 65 6
                                    

Guardate lo spazio autrice in fondo al capitolo, riguarda il destino della storia :D

------------------------

ALLISON'S POV

Passai i 14 giorni peggiori della mia vita dopo quel litigio.

Quella sera non mangiai nulla, ero troppo sopraffatta dalle emozioni che non avevo appetito, quindi andai a letto presto, ma passai una notte alquanto insonne tra incubi e pianti.

Il giorno dopo, appena arrivata a scuola non parlai affatto con Jennifer e lei si accorse subito che qualcosa in me non andava.

Dopo aver tanto insistito e avermi trascinata in bagno di forza, confessai tutto alla mia migliore amica senza tralasciare fiumi di lacrime che scendevano indisturbati dai miei occhi spenti.

Lei, una volta ascoltata tutta la vicenda, si limitò ad abbracciarmi, ma quel gesto valeva per mille parole. Si rese anche completamente disponibile per sostenermi moralmente e io forzai un sorriso per ringraziarla.

Una volta a casa, crollai nuovamente. I ricordi facevano male e le emozioni non si affievolirono. Non pranzai, ormai era da più di 16 ore che non mangiavo qualcosa, ma non ne sentivo il bisogno anche se ogni tanto mi sentivo mancare.

Nel pomeriggio studiai e poi ripresi a tagliarmi. Ma non avrei mai immaginato di aver firmato la mia condanna a morte.

I primi 6/7 giorni furono tutti come il primo, con la sola differenza che i tagli aumentavano man mano e io mangiavo poco e niente. Giusto il minimo indispensabile per non morire anche se a volte mi capitò di svenire.

L'ottavo giorno cominciavo a stare leggermente meglio, le emozioni sembrarono quasi sparire, ripresi a mangiare quasi normalmente. Sembrava stessi dimenticando tutto, compreso lui.

Ma non fu così. Il decimo giorno fu il peggiore. Il punto di non ritorno direi.

La mattina a scuola passò normalmente, io e Jenny decidemmo di vederci a casa mia più tardi quel pomeriggio. Non aveva scoperto nulla dei tagli, avevo previsto di dirglielo quel giorno se avessi trovato coraggio a sufficienza.

Uscendo da scuola, mentre io e la mia migliore amica stavamo chiaccherando, ad un certo punto lei alzò lo sguardo e la sua espressione cambiò da scherzosa a quasi sconcertata.

La guardai interrogativa ma lei non fece una mossa, cominciavo a temere non respirasse nemmeno.

Provai a seguire la traiettoria del suo sguardo, ma lei con una mano bloccò il mio viso riportando l'attenzione su di sè.

«Se fossi in te non mi girerei Allison...» disse lei preoccupata alternando lo sguardo tra me e un punto dietro di me.

Io non le diedi retta, sapevo essere piuttosto testarda quando volevo.

Mi liberai dalla sua presa e mi girai. Non credetti ai miei occhi.

Lui era lì, appoggiato alla sua moto.

Era piuttosto distante da noi, ma potei vedere i suoi occhi rossi e gonfi. Sembrava essere in condizioni peggiori delle mie.

Le lacrime minacciarono di uscire. Salutai in fretta la mia amica e le ricordai il nostro appuntamento a casa mia nel pomeriggio per poi correre verso casa senza voltarmi nuovamente indietro.

Entrai in casa, cominciai a piangere e rivivii quegli istanti, quelle emozioni di poco più di una settimana fa.

Non mangiai nemmeno. Studiai il necessario per poi piangere tutto il resto del pomeriggio.

~Il Figlio Del Diavolo~  #wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora