La fede

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John, Sherlock e Lestrade mi raggiungono. Anche loro controllano la casa e tornano con lo stesso sguardo furibondo che ho io.
Sono talmente arrabbiata...prendo il primo vaso che mi capita in mano e gli mollo un calcio tanto forte da scaraventarlo contro un armadio. Produce un suono che nella mia mente risulta una specie di "svegliati Christine! Ragiona!". Mentre l'acqua si rovescia sul pavimento insieme ai cocci mi balena un idea: "Quella ragazzina...Molly, ha detto che era stata sposata due volte, giusto?" "Esatto" risponde John. Non c'è bisogno di altro: Sherlock ha già raggiunto la camera di Elisabeth e torna fuori con una fede d'oro: "C'è scritto 28/03/2007. Ha lasciato qua la fede del secondo marito quindi..." "è andata dal primo assieme ai figli mentre il camionista era via" completo io. John sembra sinceramente colpito...che bella sensazione!
Tutti ci voltiamo verso l'ispettore di polizia lasciando intendere che vogliamo vedere la cartelletta contente i dati su Elisabeth Johnson e lui ce la passa.
Cerchiamo frettolosamente l'indirizzo del primo marito (scopriamo che si chiama Richard).
È a Greiter London perciò decidiamo di prendere il taxi per evitare di metterci troppo.
Presto ci troviamo in periferia dove tutte le case sono vecchie e malridotte ma non appena raggiungiamo I paesini intorno a Londra la storia cambia: ci sono molte ville piene di colonne in marmo e giardini stupendi dove crescono siepi dalle fogge più diverse e cespugli di magnifiche rose.
La casa daventi alla quale ci fermiamo non è grandiosa come altre. È bianca e con un giardino di medie dimensioni con un grande albero vicino al muro, davanti si trova una scuola dove, probabilmente, lavorerà Richard deduco.
La porta è di legno e molto grande, John la guarda un istante: "Credo che questa non riusciremo ad abbattarla con un calcio" "Pffff...mi pare naturale, ma cosa possiamo fare? Bussare e dire "dateci la password per il vostro cellulare che abbiamo rubato prima che lo poteste distruggere?"" John sembra in imbarazzo: "Detto così non suona bene..." "Già" rispondo con tono piatto. Sherlock era rimasto in silenzio per tutto questo tempo quindi quando parla sobbalzo: "La finestra è aperta e..." si guarda intorno: "Potremmo calarci da quell'albero".
Be', non è una delle sue idee più brillanti ma non vedo molte altre vie; gli altri stanno facendo il mio stesso ragionamento e alla fine accettiamo.
Così adesso ci troviamo a 6 metri da terra e uno alla volta ci caliamo dentro la finestra.
La camera è vuota.
Quando tutti sono dentro ci dividiamo e andiamo alla ricerca di qualcuno.
Io scendo le scale silenziosamente e apro alcune porte (fortunatamente ben oliate): e prontamente ogni stanza in cui guardo è vuota.
Ormai saranno 16 stanze totalmente deserte. Spingo l'ennesima maniglia e il mio viso muta in una smorfia di rabbia. Grandissima rabbia. Rabbia che mi porta a cacciare un urlo per liberarmi, un urlo che risuona in tutta l'abitazione e che attira I miei compagni qua.
Lo spettacolo che si presenta davanti a loro è sanguinoso e pesante di morte: Elisabeth è stesa su un fianco con un lungo taglio sanguinante sulla schiena, bianchissima e decisamente morta. Accanto a lei giacciono 2 bambini e un uomo: il marito e i bambini... osservo il corpicino disteso di un bimbo (probabilmente di 8 anni) e poi quello di una ragazzina quindicenne credo, tutti e due con i segni della pugnalazione...aspetta 2 corpi? Ma non erano 3 i figli di Elisabeth?
Fisso gli occhi indefinibili e di nuovo privi di emozioni di Sherlock: ci trovo la mia stessa domanda: dove è l'altro bambino?

Sherlock contro Sherlock [in revisione]Where stories live. Discover now