capitolo undicesimo

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"Da piccolo desideravo il gelato, ma non avevo i soldi per comprarlo. Avrei fatto qualsiasi cosa pur di averlo.
Tu per me sei come il gelato."

Grace si guardò allo specchio, facendo una smorfia. Aveva messo dei pantaloni neri morbidi e una camicia bianca, con una giacca nera sopra. Non sapeva se era elegante o sportiva. Sbuffò e pettinò i capelli, tanto non le importava davvero.

Sua madre entrò in camera sua senza bussare, come al solito.

«Grace, sei pronta?» le chiese, appoggiandosi allo stipite della porta, osservandola mentre posava la spazzola e si riguardava allo specchio.

«gli parlerai?» Grace la guardò, aveva capito tutto.

Ritornò a guardarsi allo specchio e annuì. Sua madre sospirò e si sedette sul letto «questo è quello che il tuo cuore ti dice?»

Grace vacillò. Lo era? La sua testa le diceva che doveva risolvere la cosa però dentro di sé iniziava a sentire di volersene restare in pace. Si stava causando troppi problemi, forse, e forse doveva lasciare in pace Cameron.

Scosse la testa e guardò sua madre attraverso lo specchio, annuì.

«tesoro, fai ciò che credi, ma credici fino infondo»

Si alzò e uscì dalla camera. Grace rimase in silenzio e poi prese il telefono, mettendolo in tasca. Scese le scale velocemente e suo fratello Michael le diede una pacca sulla spalla. Forse sua madre le aveva raccontato tutto.

Uscirono di casa e guardò la casa di fronte a sé. Vide la madre di Cameron e la sorella fuori, vestite eleganti. Si avvicinarono.

«Cameron?» chiese Ilary, sorridendo e abbracciando Gina.

«Arriva, era andato a mettersi le lenti» Grace la guardò, non voleva mettersi gli occhiali? Guardò la finestra di camera sua, da dove proveniva una luce, quando si spense il suo cuore iniziò a battere ad un ritmo più veloce. Non aveva più fame.

Quando uscì da casa le mancò quasi il fiato. Non aveva gli occhiali e i capelli erano tirati all'insù, aveva una camicia bianca e dei pantaloni neri. I loro sguardi si incontrarono e Grace rise internamente, erano praticamente vestiti uguali.

Grace notò subito la camicia messa dentro i pantaloni, e avrebbe voluto tirarla fuori in quel momento, davanti a tutti. Si trattenne solo perché sua madre e Gina iniziarono a camminare, seguiti dagli altri. Si ritrovò infondo, accanto a Cameron, in un silenzio imbarazzante.

Lo guardò con la coda dell'occhio e poi guardò davanti a sé, assicurandosi che nessuno stesse guardando verso di loro. Si voltò velocemente e lo fermò per il braccio. Lui la guardò confuso e aprì bocca per parlare ma Grace si mise l'indice davanti alle labbra in segno di silenzio. Fortunatamente l'ascoltò.

Grace tirò fuori la camicia dai pantaloni di Cameron e sorrise, poi si rimise a camminare, mentre le guance iniziarono a colorarsi di rosso. Arrivarono ad un ristorante e si misero a sedere, Grace prima di sedersi andò in bagno e quando tornò ritrovò solo un posto libero. In mezzo a Michael e Cameron. Sospirò e si sedette. La cena era tranquilla e parlarono del più e del meno. Al momento del dolce Grace si alzò, aveva mangiato troppo e stare seduta le dava noia. Uscì dal ristorante, appoggiandosi ad un palo. Non gli aveva rivolto la parola per tutta la serata. Aveva fatto come se non esistesse.

Si sentiva pessima.

Era pessima.

Ripensò alle parole dette da sua madre. Credici fino in fondo. Aveva sempre creduto in tutto quello che faceva, era convinta e determinata eppure con lui ci riusciva solo fino ad un certo punto.

«dovresti pensare meno» si voltò e il sorriso di Cameron le mozzò il respiro. La scena dello stanzino apparve nella sua mente e si rigirò, imbarazzata.

Aveva davvero creduto che volesse baciarla.

Lo avrebbe voluto.

Avrebbe voluto annullare quei pochi centimetri che vi erano stati tra di loro e toccare le sue labbra, all'apparenza morbide. Avrebbe voluto mettere una mano tra i suoi capelli e accarezzargli il braccio mentre lui la teneva per i fianchi. Si sentì improvvisamente inferiore.

Non era bella, non era magra. Il sarcasmo era la sua unica dote e difesa. Era ovvio che aveva preferito Megan. Lei era magra, bella senza dubbi, sicura di se stessa. Certo, non era proprio la simpatia in persona, ma di aspetto era davvero stupenda.

Sentì delle labbra sulla guancia e si voltò di scatto, ritrovandosi a pochi centimetri dal ragazzo che le sorrise «era l'unico modo per farti smettere di pensare»

Grace annuì senza recepire davvero il messaggio della frase. Che diamine, non poteva diventare così sdolcinata. «ti voglio chiedere scusa Grace, non mi sono comportato bene con te»

Grace appoggiò la schiena al palo e lo guardò negli occhi, sperando di riuscire a concentrarsi sulle sue parole e non su quanto avrebbe voluto baciare quelle labbra che ora si muovevano. Le spiegò cosa era successo con Megan e Grace si sentì in colpa. In colpa per aver pensato che lui avrebbe mai potuto farle del male volontariamente.

Dopo aver ascoltato la sua storia, continuò a dire qualcosa ma Grace non si sforzò nemmeno di capire che cosa stava dicendo, si avvicinò mentre il ragazzo gesticolava, intento nel raccontarle una cosa. Grace appoggiò una mano sul suo braccio e Cameron si arrestò, si guardarono negli occhi. Marrone nel verde. Verde nel marrone.

Pensò che avrebbe potuto guardare quegli occhi marroni per sempre.

Si avvicinò lentamente, alzandosi sulle punte, era troppo bassa e lui troppo alto. Cameron continuò a guardarla e nei suoi occhi passò una luce particolare, sorrise leggermente e iniziò ad avvicinarsi anche lui.

Grace socchiuse gli occhi e il ragazzo la imitò. Poté sentire il respiro caldo di lui sul viso e l'emozione crescere dentro di lei. Si sentiva strana, bene. Come se stesse facendo l'unica cosa giusta di tutta la sua vita.

«oh guarda chi c'è, Graaaace» Grace si spaventò e indietreggiò in meno di cinque secondi, Cameron strinse le labbra e guardò la fonte della voce. Un ragazzo biondo seguito da una ragazza sorrisero e si avvicinarono a loro.

«Maja .. Matt» salutò Grace, imbarazzata «lui è Cameron»

Cameron cercò di sorridere ma iniziò a provare antipatia già da subito per quei due.

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Change || Cameron Dallas. [change's series #1]Where stories live. Discover now