Harry.

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Amy,

Due fottute settimane senza il tuo viso, la tua dolcezza, le tue parole.

Sei arrivata questa mattina su una sedia a rotelle. In quel l'esatto momento in cui ti hanno poggiato sopra il mio mondo si è frantumato.

Mi sono chiuso in bagno a piangere. La scintilla nei tuoi occhi era spenta.

Eri li. Bassa e mogia.

All'inizio della lezione, prima che tu entrassi ho abbassato il tuo cavalletto così che non avessi difficoltà.

Il professore ci ha detto di disegnare le nostre emozioni.

Ho disegnato degli occhi, i tuoi.

Ero talmente concentrato a finire la mia opera che il professore mi ha messo la mano sulla spalla, avvisandomi che la lezione era finita.

"Di chi sono quegli occhi, signor Styles?"mi ha chiesto.

Ho detto il tuo nome.

E sono scoppiato in lacrime. Come un perdente.

Sono uscito dalla classe e ti ho vista. Mi è caduto il disegno.

Ed io ho visto il tuo.

Amy, di chi erano quegli occhi?

Erano per caso i miei?

Ti ho chiesto di incontrarci, Amy, e ci siamo incontrati.

Sei scoppiata in lacrime. Ti ho tenuta in braccio finché non ti sei addormentata.

Ti ho messo tra le coperte ti camera tua ed hai dormito, non volevo andarmene e mi sono addormentata nella tua stanza.

Alle tre del mattino ti sei svegliata ed eri bellissima.

Ti ho chiesto se andava tutto bene e se potevi raccontarmi cos'era successo e tu con la voce tremante mi hai raccontato tutto.

Poi abbiamo dormito insieme, ed è stata la cosa più bella che abbia mai fatto. Ho potuto sentire il tuo profumo tutta la notte.

Con amore,

Tuo Harry.

Diary. ~h.s.Where stories live. Discover now