4. Incubi

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Era notte fonda e l'oscurità avvolgeva ogni cosa. Le fitte chiome degli alberi coprivano quasi completamente le due lune – una rossa e una azzurra –, ma per fortuna lui era un mezzelfo oscuro.

Non ebbe bisogno di guardare la bussola magica di Alisha: sapeva che il mostro era lì, nascosto tra le ombre.

Bevve una delle pozioni magiche preparate dalla strega, in grado di potenziare il suo corpo e affinare i suoi sensi, dopodiché caricò un quadrello sulla sua balestra.

Cominciò ad avanzare.

Aveva paura, molta paura, ma le sue mani erano ferme e il suo sguardo risoluto. Una delle prime cose che aveva imparato come Gendarme era che la paura ti salva la vita, a patto di saperla gestire.

Per errore calpestò un ramo secco e quello si ruppe con uno scricchiolio sinistro. Esalò un'imprecazione a denti stretti: questa proprio non ci voleva.

Un rumore davanti a lui. Si abbassò leggermente sulle gambe, pronto a scattare. Una sagoma gli piombò addosso ruggendo, ma il Gendarme saltò all'indietro rapidissimo. L'enorme pugno batté il terreno, l'intera foresta tremò e uno stormo di uccelli spiccò il volo, terrorizzato.

Il mostro si sollevò in tutta la sua statura. Era alto più di tre metri, aveva braccia imponenti e una pelliccia corta ma folta che lo copriva completamente.

La creatura scoprì le zanne aguzze e intrise di bava, ringhiando minaccioso.

Giako sentiva la paura che si dibatteva dentro di lui, il suo corpo gli urlava a gran voce di scappare e cercare un nascondiglio. Ma non gli diede ascolto. No, non se ne sarebbe andato senza il cadavere del mostro.

Si mise in posizione di guardia, la balestra puntata alla testa del nemico. Doveva fare centro al primo colpo, non avrebbe avuto il tempo di ricaricare.

La creatura lanciò un fragoroso ruggito e poi lo caricò a quattro zampe. I suoi artigli si mossero rapidi come fulmini, ma il mezzelfo non si fece sorprendere e schivò con un balzo all'indietro. La pozione di Alisha aveva davvero migliorato il rendimento del suo corpo: grazie ad essa le sue chance di vittoria erano aumentate sensibilmente.

Il mostro intanto si era fermato di nuovo, limitandosi a ringhiare minaccioso. Si stava comportando proprio come un animale: gli attacchi di prima servivano più che altro a spaventare il Gendarme, voleva farlo fuggire senza rischiare lo scontro. Giako però non aveva scelta: doveva ucciderlo.

L'essere indietreggiò un attimo, forse convinto di averlo dissuaso dal seguirlo. E il mezzelfo scoccò. Il quadrello sfrecciò rapidissimo, colpendo la creatura sul muso. La punta acuminata gli graffiò la mandibola, ma non riuscì a ferirlo seriamente.

Giako, che in realtà puntava all'occhio, lasciò cadere la balestra e sguainò Balmung. Scattò all'attacco, colpendo con un diagonale al braccio destro. La lama finemente dentellata superò l'ispida pelliccia e lacerò la carne, aprendo una lunga ferita sanguinante. Il mostro lanciò un ruggito di dolore e indietreggiò spaventato. Evidentemente non si aspettava un attacco così veloce, ma il suo sguardo era eloquente: non si sarebbe fatto sorprendere di nuovo.

Fece per partire al contrattacco, ma Giako fu più rapido: infuse un po' di magia nella fiala che aveva in mano e gliela lanciò contro. Il piccolo contenitore di vetro centrò in pieno petto la creatura, sprigionando una nuvola densa e dall'odore penetrante. L'enorme essere, colto di sorpresa, lanciò un altro ruggito pieno di collera e dimenò le enormi braccia, abbattendo un piccolo albero e scalfendo la corteccia di una pianta decennale.

AoD - 1 - I Gendarmi dei ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora