EPILOGO
«Stai calma Evelyn, ce la puoi fare» sussurrai a me stessa per tranquillizzarmi.
Era una calda giornata di fine giugno e quella mattina avrei avuto il mio orale della maturità. Le prove scritte erano andate benissimo, avevano superato le mie aspettative, avevo preso il punteggio massimo, nonostante avessi avuto qualche dubbio sulla versione da tradurre di Cicerone.
«Evelyn Clarissa Miller?».
Mi girai di scatto in direzione della porta e vidi il presidente della commissione chiamarmi.
«Si?» domandai scattando in piedi come una molla.
«È il suo turno. Può entrare».
Tremando come una foglia, mi alzai e lanciai un'occhiata verso i miei accompagnatori.
Quel giorno erano tutti lì per me.
I miei genitori mi lasciarono un bacio volante e sentii mio padre sussurrare un "forza tesoro". Le mie amiche mi fecero cenni d'incoraggiamento e sentii distintamente Christian urlare "fagli il culo Evelyn". Ovviamente fu subito sgridato dal bidello e io non potei fare a meno di ridere.
E poi lui.
La sua bellezza mi tolse il fiato. Indossava una semplice camicia bianca e un paio di jeans scuri, ma riusciva comunque a catturare il mio sguardo e a farmi provare le farfalle nello stomaco. Si teneva un po' in disparte rispetto agli altri, le mani infilate nelle tasche dei jeans, come suo solito.
Jaden mi guardò con i suoi occhi color del mare e mi rivolse un piccolo sorriso. Mimò con le labbra un "ti amo" che mi scaldò il cuore seduta stante.
Gli sorrisi.
Era tutto quello di cui avevo bisogno in quel momento.
Raddrizzai le spalle e seguii il presidente all'interno dell'aula.
***
«Maturaaaa!!!» urlai levando le braccia al cielo non appena ebbi messo piede fuori dalla porta.
«Bravissima tesoro!!!!» mia madre corse subito ad abbracciarmi, lacrime di commozione che le rigavano il volto.
Mio padre fece capolino da dietro la sua schiena porgendomi un grande mazzo di fiori: «Siamo così orgogliosi di te, Ev».
Nessuno avrebbe potuto cancellare il grandissimo sorriso che campeggiava sul mio volto quel giorno.
Le mie amiche mi presero d'assalto e mi trascinarono all'esterno, dove brindammo con lo spumante che avevano portato i miei genitori da casa.
Christian si schiarì la voce e iniziò a cantare: «DOTTORE, DOTTORE, DOTTORE NEL...».
Erica si affrettò a coprirgli la bocca con la mano: «Christian, che cavolo fai! Quella canzone si canta quando ci si laurea, non per la maturità».
Il suo volto assunse una sfumatura rossastra: «Ah scusate...ho sbagliato evento».
Tutti scoppiammo a ridere sonoramente.
In quel momento non c'era posto per nient'altro se non per quella sconvolgente felicità che stavo provando. Felicità nel vedere il mio percorso portato a termine a testa alta. Nel vedere i miei genitori scambiarsi un tenero abbraccio e guardarmi raggianti. Nel vedere Christian fare smorfie solo per far ridere Erica. Nel vedere Ava, Emily e Ginevra scambiarsi i numeri di telefono per non perdersi di vista.
Un paio di braccia muscolose mi cinse la vita da dietro e sentii una matassa di capelli arruffati solleticarmi la guancia: «Congratulazioni, mia piccola maturanda. Sono molto fiero di te».
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Twin Hearts: un bacio tra di noi
Teen FictionEvelyn è una ragazza di 18 anni che frequenta il quinto anno del liceo classico. La sua vita scorre monotona tra versioni da tradurre, interrogazioni da preparare e montagne di compiti da svolgere. Tutte le sue amiche non pensano ad altro che ai rag...
