Cap 2

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Al suono della voce dell'uomo il farmacista si girò di scatto verso la cassa, notando finalmente Cobra. I suoi occhi si strinsero.
-Non ti interessava comprare delle medicine- ringhiò, tornando a guardare ratto -Tu volevi solo distrarmi mentre il tuo compare mi derubava-
Il bimbo fece un istintivo passo indietro, imprecando mentalmente.
-Non è vero- provò a svicolare, sfoderando la sua espressione più innocente -Io...-
Ma il farmacista non era disposto a credergli, e non lo lasciò continuare.
-Zitto!- ringhiò, afferrandogli il braccio con una presa così stretta che per poco non lo fece urlare -E non provare a scappare! Ci penserà la polizia a prendersi cura di te-
Questa volta l'imprecazione gli sfuggì dalle labbra, sebbene a voce così bassa da non essere sentita da nessuno. Era finito in quel guaio per il compiacimento di Cobra, rimanendo ingannato dal suo tranello. E adesso era finito in un guaio ancora maggiore.
L'unico fattore positivo, pensò con una cupa soddisfazione, era che anche il ragazzo più grande era nella sua stessa situazione.
Gli lanciò una mezza occhiata, per vedere come avrebbe reagito.
Questi si era ripreso dallo stupore iniziale, e ora mascherava la paura, che tuttavia gli trapelava dagli occhi, con la rabbia.
-Spiacente, ma io non ho intenzione di tenere compagnia a Ratto- disse, deglutendo. -Lasciatemi passare-
-Come? Non è un tuo compagno?- chiese l'uomo, Ezio, che appariva genuinamente curioso.
Cobra fece un verso di scherno. -Chi, quella nullità? È così idiota da non capire nemmeno quando la gente lo usa. E adesso levati vecchio, io voglio andarmene!-
Si passò il sacchetto con i soldi nella mano sinistra, mentre con la destra estraeva dalla tasca dei calzoni logori un coltello a serramanico.
Questo era sporco almeno quanto i pantaloni, e sulla lama portava chiari segni di ruggine, ma ciò non lo rendeva meno pericoloso.
Il farmacista vedendo l'arma trattenne il fiato irrigidendosi, e si spostò all'indietro, facendo per trascinare con se anche Ratto. Il bimbo oppose resistenza.
Era furioso. Tutti i soprusi e le angherie del ragazzo più grande gli erano tornati in mente, complice quest'ultima infamia. Avevano fatto un patto, e Cobra lo aveva tradito. Essendo ragazzi di strada, non obbedivano alla legge regolare. Ma avevano un loro codice d'onore, e se Ratto lo rispettava sempre, Cobra lo aveva infranto.
La luce ribelle, il fuoco furioso che Ragno e Cobra si divertivano tanto a cercare di spegnere, divampò furioso negli occhi del bimbo.
Non gli importava che il farmacista lo tenesse, o che il ragazzo più grande avesse in mano un coltello. Non lo avrebbe lasciato scappare. Non se lo meritava. Lo voleva fermare, a ogni costo.
Nel momento esatto in cui formulò quel pensiero l'occhiata indagatrice di Ezio gli sfiorò la nuca, con lo stesso effetto di una ventata d'aria. Ratto si girò di colpo, fissandolo.
Ma l'uomo non lo stava già più guardando. Era rivolto verso Cobra.
Al contrario del farmacista, che era spaventato, e di Ratto, la cui grinta derivava in gran parte dalla rabbia, appariva perfettamente calmo.
Solo gli occhi erano cambiati, passando a uno stato di concentrazione molto maggiore, che sembrava voler frugare direttamente nell'animo del ragazzo per leggere cosa avrebbe fatto.
-Metti giù il coltello- disse, con la stessa voce ferma dell'inizio -Non rischiare di fare male a qualcuno-
Il comportamento era sicuro, il tono deciso. Imponeva obbedienza, pur senza risultare arrogante. Non aveva bisogno di alzare la voce; l'atteggiamento da solo ispirava rispetto. Ratto sgranò gli occhi.
Cobra invece, impaurito e sconcertato, perse totalmente la testa.
-Non prendermi in giro!- urlò, e si slanciò verso l'uscita, il coltello steso davanti a sè. Non stava mirando volontariamente all'uomo, anzi, tutto nel suo corpo dimostrava l'intenzione di scappare. Ezio però non si spostò dalla porta. E il ragazzino affondò il coltello.
Ratto si lasciò scappare un urlo. Poi sbattè un paio di volte le palpebre, e tirò un sospiro di sollievo; l'uomo non era stato colpito.
Nel momento in cui il ragazzo aveva allungato il braccio Ezio lo aveva deviato con la mano, scivolando contemporaneamente dalla parte opposta. In questo modo era uscito dalla traiettoria del colpo. Poi aveva torto il polso al ragazzo, facendogli cadere il coltello, e lo aveva buttato a terra con uno sgambetto. Eppure, mentre Cobra cadeva, si era anche premurato di tenergli il braccio per non farlo sbattere a terra troppo violentemente.
Ratto sgranò gli occhi, guardandolo. Passata la paura di vedere Ezio ferito, sebbene non lo conoscesse, si chiese come avesse fatto a muoversi in quel modo.
Le mosse in se non erano particolarmente straordinarie, ma provando a replicarle era sicuro che non avrebbe avuto la stessa fluidità e naturalezza dell'uomo. Sembrava che non avesse fatto un solo movimento di troppo.
Le sue considerazioni ammirate furono interrotte da un nuovo attacco di tosse che gli salì in gola.
Quel suono sembrò scuotere ance il farmacista, che senza lasciare il braccio di Ratto si avvicinò a Cobra e lo tirò in piedi, dandogli una bella scrollata.
-Sporchi ladri- imprecò. -Che vi serva di lezione! Così imparate cosa succede quando provate a fare i furbi con gente più grande di voi! Giusto Ezio?-
Sembrava un tricheco steso su uno scoglio, compiaciuto di se stesso pur senza aver fatto nulla. Ratto avvertì che, mentre quello strapazzava Cobra, la presa sul suo braccio si era fatta un po' meno stretta.
Stette attento a stare perfettamente immobile, in modo che l'uomo non se ne accorgesse e non la serrasse di nuovo.
Ezio intanto fece un sorriso di circostanza, seppur fosse evidente che non approvava in pieno il comportamento dell'altro. -Lieto di essere passato nel momento giusto- disse, ricordandogli finemente di essere stato lui a fermare Cobra.
-Ma certo! Ma certo!- esclamò il farmacista annuendo vigorosamente. -Cosa ti portava qui, comunque, amico mio?-
L'uomo si allontanò dalla porta per avvicinarsi a uno scaffale. Cobra era schiumante di rabbia, Ratto attento.
L'uscita era libera. Non avrebbe avuto un'altra occasione.
Nel momento in cui Ezio aprì la bocca per dire qualcosa, e il farmacista si distrasse, lui torse il polso per liberarsi e scattò.
La mano dell'uomo ghermì l'aria per riprenderlo, ma il bambino era già fuori dalla sua portata.
Non riuscì a fermarlo. Come non lo fermò Ezio, che era troppo lontano dalla porta.
Ma dentro di se, Ratto era convinto che l'uomo non ci avesse neanche provato.
E mentre il farmacista gli lanciava dietro tutte le imprecazioni che gli venivano in mente, insieme a Cobra, il bimbo si eclissò nel buio correndo verso il porto.

KaratekaWhere stories live. Discover now