Capitolo 4

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MAYA'S POV

Quella mattina mi svegliai per colpa dei muratori che lavoravano.
Almeno mi avevano svegliata di buon ora.

Scossi l'enorme corpo di Dylan cercando di svegliarlo.
"Dylan. Dylan, svegliati. C'è scuola. Dylan. Amore, svegliati." continuavo a dire.

"Mmh..." mugugnò.
"Buongiorno." gli dissi, dandogli un bacio.

Mi vestii, approfittando del sonno di Dylan.

Poi provai a svegliarlo di nuovo.
"Dylan, svegliati."

"Mmmh." mugugnò ancora, più forte di prima.
Iniziò a rotolare ad occhi chiusi verso il margine del letto, incosciente del fatto che stava per cadere.

"Fermati, Dylan. Basta, non andare avanti, ferm..."
Troppo tardi.

Pum.
Era caduto dal letto.
Trattenni una risata, ma lui gemette dal dolore.

"Te l'avevo detto." dissi.

Scesi a preparare la colazione.

I miei occhi si fermarono sul tavolo.
C'era un biglietto.

"Stai attenta, Maya. Non fare cavolate. Oggi sta' attenta a Kaya. Farà di tutto per umiliarti. Pensa ad un modo veloce ma efficace per ricambiare.
-Derek"

Che? Come cavolo faceva a sapere tutto?
Ma, soprattutto.. Com'è che era entrato nella casa di Dylan a recapitare il biglietto?
Come sapeva che l'avrei letto io?
Quel ragazzo mi spaventava sempre di più.

Buttai il foglietto nel cestino.
Poi pensai: ma se qualcuno avesse aperto il cestino e avesse visto il biglietto?
Riaprii il cestino, presi il biglietto e lo bagnai. Lo feci diventare zuppo e poi lo strizzai.
Lo ributtai.

Scossi la testa per scacciare questi pensieri, e mi concentrai sulla colazione.

Iniziai a mangiare, e poco dopo arrivò Dylan.

Si mise a mangiare anche lui in silenzio.

"Hai studiato per oggi?" gli chiesi.
Lui scosse lentamente la testa masticando.

"Ma.. Non hai studiato perché sapevo già di cosa si trattasse vero?"
Stavolta annuì.

"Capisco." mi limitai a dire.

Lo osservai mangiare per tutto il tempo, e quando finì prendemmo in nostri zaini.

"Possiamo andare." disse.
"Oh! Mr. 'O Brien sa parlare allora!" dissi ridacchiando.

Mi guardò divertito.

Uscimmo di casa e camminammo fino alla stazione degli autobus.

Come sempre, sul pullman c'era Thomas.

"Ciao Thomas."
"Hey Thomas." gli dicemmo.

Lui fece solo un cenno.

THOMAS' POV

Mi salutarono e se ne andarono al loro solito posto.
Intanto ammiravo il mio orologio che l'agenzia mi aveva regalato il giorno prima.

Sembrava un semplice orologio. Avevano fatto un buon lavoro.

Arrivato a scuola, entrai nella mia aula.
Mi sedetti al mio solito posto.
La McNamara si sedette accanto a me, perché come sempre, Maya non voleva stare vicino a lei.

Entrò in classe anche Kaya, con la Emmanuel.
Kaya mi rivolse uno sguardo di sfida.
Lei sapeva il mio segreto, ma io sapevo il suo.

Due segreti. Così simili, entrambi non dovevamo rivelarlo, o addio Londra.

Entrò la professoressa e la lezione iniziò.

Non passarono nemmeno 10 minuti che il mio orologio vibrò.

Proprio ora doveva chiamarmi quella?

Lo spensi.

"Professoressa?" chiesi.

"Si?"
"Ehm.. Potrei.. Andare in bagno perfavore?" chiesi.

La vecchia mi scrutò per qualche secondo.
"Vai."
"Grazie, professoressa."

Mi avviai verso il bagno, dove in teoria a quest'ora non c'era nessuno per le lezioni.

L'orologio vibrò ancora.
Schiacciai il pulsante verde, ed ecco l'ologramma di Helen Wilson, la presidente dell'agenzia.

"Agente Sangster?" disse l'ologramma.
"Si, sono io signora Wilson."

"Stai svolgendo un buon lavoro." mi disse Helen.
"Oh, grazie signora Wilson."

"Riceverai una promozione, ed avrai un distintivo per la bravura."
"Grazie signora Wilson." ripetei.

"La ragazza non sospetta nulla?" chiese poi.
"No signora."

"Bene, molto bene. Ho interrotto qualcosa?"
"Ehm.. In realtà ero a lezione.. Ma non si preoccupi signora." la rassicurai.

"Ok. Sta' attento alla signorina Scodelario. Non lasciarle far del male a Maya. La nostra agenzia è stata fondata per combattere gli altri agenti, quelli che non stanno dalla nostra parte. E ogni membro dell'agenzia sa che il nostro peggior nemico è la OSS. Ora ti saluto, Thomas."

"Certo, signora. Arrivederci."

Era da sempre che chiamavo quella donna "signora", anche se di anni ne aveva 28...

Ma bisognava portare rispetto. Era pur sempre la presidente.

Spensi l'orologio e tornai in classe.

Mi sedetti e la lezione continuò come se nulla fosse.

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Spazio autrice :3
Ecco, è questo il "diverso" che intendevo nell'avviso.
Ma poi si scoprirà ancor di più. 😏
Non so se piacerà, ma a me così piace.
Non vi rivelo più niente oraa.

Il capitolo è corto, sorry, ma volevo finirlo così 😂
Se vi è piaciuto lasciate un voto ed un commento,
Ciaoo❤️

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