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Quella mattina fu il sole che svegliò Chloe. Si lamentò, ma non appena si accorse che accanto a lei c'era ancora Luke, si tappò la bocca. Erano ancora nudi, ovviamente, e il suo braccio le bloccava la vita, inchiodandola a letto.

Aveva urgente bisogno del bagno, e ci mise almeno un paio di minuti prima di riuscire ad alzarsi dal letto, senza svegliarlo. Dopo aver indossato dell'intimo, guardò a terra, e subito notò la sua camicia nera. La indossò, beandosi del suo profumo, e con quella addosso, andò in bagno, per poi lavarsi denti, viso e mani.

Una volta in cucina, cominciò a preparare i pancakes, o almeno ci provò, dato che era assolutamente negata per la cucina. Circa quindici minuti più tardi, aveva messo il dolce sul piatto e c'era del succo già versato nei bicchieri.

"Chloe, di chi è quella camicia?" la voce di Becky fece saltare Chloe dallo spavento.

Non poteva credere di essersi dimenticata, anche per un secondo, di sua sorella.

"Chloe, hai visto la mia... Ciao Becky."

Ed ecco ora che appariva anche un Luke con addosso solo i pantaloni. E sopra niente. Ovviamente questo a Chloe non dispiaceva, ma l'intera situazione con anche Becky, be, rendeva le cose un po' più complicate.

"Si, um, ho preparato la colazione, perché non mangiate?"

"Luke, sei già qui? Sono le dieci di mattina!"

"Si, sono venuto a trovare Chloe. Avevo voglia di vederla." ridacchiò, nervoso.

"Non sono una bambina" rispose prontamente Becky "so che hai dormito qui. Non è la prima volta che gli amici di Chloe lo fanno."

"Becky!" quasi urlò Chloe "Non è vero!"

"Come vuoi. Tanto non mi inganni. E poi qua dentro si sente tutto. Non so che giochi fate, ma sembrano divertenti."

"Becky, ora basta!" Chloe voleva piangere, urlare, gridare, prendere a pugni un muro "Vattene subito in camera tua e vestiti!"

Non si arrabbiava praticamente mai con Becky. Quella fu forse la seconda o terza volta da quando era nata e una volta fu quando rischiò di finire sotto una macchina a Manhattan. Prima che Luke le salvasse la vita.

"Quindi fai delle cose divertenti?" chiese Luke, divertito, per poi bere il succo.

"Facevo. Senti, ne abbiamo già parlato. Non sapevo che lei sapesse, insomma..."

"Quindi non fai più cose divertenti? Neanche ieri sera?"

"Oh, be, ieri sera non è stato divertente." disse abbassando la voce e andandosi a sedere in braccio a Luke "Ma adesso potrebbe esserlo." lo baciò.

"Sai cosa è, um, divertente?" le chiese, tra un bacio e l'altro, spostandosi lentamente sul suo collo "Il fatto che tu abbia indosso solo dell'intimo, e soprattutto la mia camicia. E sotto, niente."

"Mh, e sai cosa renderebbe il tutto ancora più divertente? Vedere te che ti riprendi ciò che è tuo."

"Approvo."

"Magari in camera mia, però. Facciamo che Becky si limiti a sentire, in un certo senso. Anzi, no, cioè, fa più in silenzio possibile."

Ridendo, la prese in braccio, e senza staccare le loro labbra, la riportò in camera, prima di mettere in atto le loro idee 'divertenti'.

Circa un'ora più tardi, erano tutti e due lavati e vestiti e lui era pronto per andarsene. La salutò ricordandole della cena a casa sua di quella sera e per poco non le venne un infarto. Chloe non aveva ancora preso un vestito per lei e non le restava molto tempo.

Inoltre aveva dimenticato di dire a sua madre che quella sera sarebbero state nella stessa casa. Becky compresa. E lei non doveva sapere di questo. Era a dir poco nella merda.

Aveva solo una soluzione, e dovette reprimere tutto il suo orgoglio. Prese Becky, che era già pronta, e uscirono di casa. Arrivarono velocemente a casa di Colton, e Chloe ci mise un po' prima di bussare.

"Ciao Mar..." non appena vide Becky, il suo sarcasmo scomparve "Becky! Che cosa ci fate qui?"

"Ho bisogno di chiederti un favore enorme. E non devi farlo per me, ma per Becky. Ti prego, Colton!"

"Ovvero?" si appoggiò alla porta e incrociò le braccia.

"Devi tenerla per un paio d'ore. Ti prego, se vuoi ti spiego tutto più tardi, ma per favore, solo un paio d'ore, non di più."

"Va bene." si fece da parte per far entrare in casa una Becky tutta contenta "Ma voglio che tu sappia che lo faccio solo per lei. Non per te."

"Lo so. Ma grazie lo stesso, Colton."

"Si, ciao Chloe." concluse lui, prima di sbatterle la porta in faccia.

Si poteva benissimo dire dal tono della sua voce, che a lei Colton mancava un sacco, nonostante il modo in cui l'aveva trattata. E quando si accorse che l'aveva chiamata Chloe e non Maria, non poté evitare di sorridere.

E ora non c'era tempo da perdere. Doveva correre a comprare un vestito per quella sera e doveva per forza avvisare sua madre. Doveva evitare ogni minimo inconveniente. Quella sera doveva essere perfetta.

Ci mise almeno un paio d'ore prima di trovare ciò che cercava. Con sua fortuna, il vestito era anche scontato, quindi riuscì a fare spese facendoci avanzare del resto, che utilizzò per comprare dell'intimo nuovo.

Dopo essere andata a riprendere Becky, tornò a casa. Non fece altro che pensare al fatto che Nina non c'era e, secondo Becky, non era stata lì per tutto il giorno. E onestamente Chloe ne era felice. Ma più che per lei, era felice di sapere che Colton volesse ancora bene a Becky, nonostante tutto.

Dopo aver pranzato, Becky andò a riposarsi sul divano, mentre Chloe cercava di rintracciare la madre. Le mandò dei messaggi, ma non rispondeva. Più tardi decise che era meglio chiamarla; e quando sentì la classica suoneria provenire dalla sua camera da letto, capì di essere nei guai fino al collo. E non poteva neanche andare ad avvisarla a Manhattan. Non c'era più tempo. Doveva solo sperare che quella sera non fosse di turno.

Svegliò la sorellina e le disse di prepararsi. Dopodiché, Chloe si chiuse in bagno per lavarsi per bene, depilarsi e truccarsi nel migliore dei modi. Asciugò i capelli cercando di farli venire mossi e dopo aver finito, andò in camera sua.

Cacciò dalla busta, ancora impacchettata, il vestito che aveva comprato. Era nero, lungo fino a sopra il ginocchio, stretto in vita è più largo sotto. Con le scarpe color crema del ballo sarebbe stato fantastico.

"Chloe, mi aiuti ad allacciare il vestitino?"

"Si, Becky, arrivo."

La sorella maggiore corse dalla piccola per aiutarla. La vedeva tutta felice e non poté evitare di sorridere a sua volta.

"Sembriamo due principesse, vero?"

"Si, tesoro. Ma tu sei la principessa più bella di tutte, però."

"Vorrei che mamma fosse qui per vedermi."

Fu il rumore di clacson a distrarle. Chloe si senti sollevata, perché non sapeva come risponderle. E aveva ragione.

Si risvegliò dai suoi pensieri, e andò ad aprire la porta, facendo così entrare Luke e poi corse a prendere la sua borsetta e il telefono.

"Oh, ma qui abbiamo la ragazza più bella del mondo." disse Luke, per poi andare dritto a salutare Becky, e Chloe si trattenne e fece finta di essere arrabbiata per il commento, facendo suscitare una risata da parte della sorellina.

"Meno male che sono la tua ragazza, perché probabilmente se non lo fossi stata mi avresti mandata direttamente all'altro paese."

"Mah, anche tu non sei proprio conciata male, sai." le rispose, ridendo per poi baciarla.

"Piccioncini, avete finito?" si intromise Becky "Io ho fame!"

Si godettero tutto il viaggio fino a Manhattan in limousine. Becky era meravigliata dalla musica e dalle lucine colorate, mentre Chloe si beava della presenza di Luke e non riusciva a staccarsi da lui. Aveva paura per ciò che sarebbe successo quella sera. Paura di perdere Luke, di fare brutta figura con la sua famiglia, ma soprattutto, aveva paura per Becky.

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