Cuore in Codice - Un amore oltre l'algoritmo

Tra umani e macchine

Le luci al neon della città riflettevano sulle strade bagnate dalla pioggia, creando un mosaico di colori irreali. Lyra camminava tra la folla con passo regolare, il viso impassibile, occhi attenti a ogni movimento attorno a lei. Nessuno avrebbe mai sospettato che fosse umana. Ogni gesto, ogni parola, ogni sorriso calibrato era studiato per assomigliare a un androide perfetto, efficiente e prevedibile.

Il mondo in cui viveva era governato dalle macchine e dai pregiudizi: le donne cercavano nei robot maschi amore, rispetto e sicurezza, mentre gli uomini preferivano le donne robot, incapaci di tradire o di amare troppo. Gli umani veri erano ormai una minoranza, nascosti tra le pieghe di una società che li giudicava troppo fragili o troppo complicati.

Lyra era diversa da tutti gli altri. Figlia di una donna umana e di un robot maschio, aveva ereditato il meglio e il peggio di entrambi: l'empatia e la sensibilità della madre, la logica e la resistenza del padre meccanico. Crescere tra circuiti e sentimenti l'aveva costretta a imparare presto a nascondere la propria umanità. Ogni emozione doveva essere misurata, ogni battito del cuore mascherato dietro una maschera di freddezza. Essere scoperta avrebbe significato pericolo, esclusione, o peggio.

Il bar in cui lavorava era uno dei pochi luoghi in cui umani e robot si mescolavano senza sospetti. Serviva caffè, snack e chiacchiere leggere a clienti maschi robot e donne robotiche con precisione chirurgica. Tutti la consideravano uno di loro, perfetta nel suo ruolo di androide femmina. Ma Lyra sapeva che bastava un piccolo errore per rivelare la verità, e il pensiero la costringeva a essere sempre sul chi vive.

Quel venerdì sera, mentre il turno volgeva al termine, il bar era pieno di luci calde e musica soffusa. Lyra raccolse il cappotto, controllando di nuovo che il chip mimetico funzionasse correttamente e che la pelle sintetica non tradisse la sua vera natura. La città fuori era diversa: le strade sembravano più minacciose di giorno, e la notte amplificava la solitudine dei pochi umani che osavano camminare da soli.

Non immaginava che quella sera la sua paura più grande non sarebbe stata essere scoperta come umana... ma aggredita perché creduta robot. Nessuno poteva sapere quanto fosse vulnerabile, e quanto desiderasse ardentemente trovare qualcuno che la vedesse davvero, senza filtri, senza pregiudizi, senza codici.