𝐸𝑐𝑙𝑖𝑝𝑠𝑒

𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒈𝒉𝒕 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒏𝒊𝒈𝒉𝒕

La stanza era immersa in un silenzio innaturale, come se persino il vento avesse deciso di restare fuori, lontano da lei, lontano dai suoi pensieri, eppure Selene sentiva il cuore batterle nelle orecchie in modo così insistente da sembrare il tamburo lento di un rituale antico, un richiamo costante che non riusciva a ignorare, si passò una mano tra i capelli, fissando il vuoto, ma quel vuoto aveva il volto di Seth, ogni volta che chiudeva gli occhi riviveva i suoi sguardi, il tono basso e quasi minaccioso con cui le parlava, la facilità inquietante con cui si muoveva, come se la gravità fosse un concetto che per lui non aveva importanza, e per la prima volta in maniera chiara il pensiero si formò nella sua mente, nudo e diretto: E se Seth non fosse umano?

Inspirò a fondo, quasi volesse scacciare quel dubbio assurdo, eppure il fiato le rimase a metà gola, strozzato da un'ansia crescente, così si voltò verso la scrivania, accese il computer che, con un leggero ronzio, illuminò la stanza con la sua luce fredda, e sullo schermo riprese vita la pagina che aveva visitato qualche giorno prima, quella sulle leggende soprannaturali.

Il cursore lampeggiava su tre barre di ricerca separate e senza pensarci cliccò sulla prima:
𝙡𝙞𝙘𝙖𝙣𝙩𝙧𝙤𝙥𝙞

Le immagini si aprirono mostrandole disegni antichi di uomini che si trasformavano in lupi sotto la luna piena, corpi deformati, denti affilati, occhi gialli che brillavano come fari nell'oscurità, lesse di come fossero creature legate alla notte e alla natura selvaggia, di come fossero guidati da istinti ferali e di come il loro odore fosse riconoscibile anche da lontano, ma nulla di tutto ciò combaciava con Seth, lui non emanava quell'aura animalesca, non aveva mai mostrato rabbia cieca o urla disumane, la sua pericolosità era diversa, silenziosa, contenuta, come una lama nascosta in un fodero elegante.

Passò allora alla seconda barra,
𝙙𝙚𝙢𝙤𝙣𝙞

le pagine si riempirono di illustrazioni e testi in lingue antiche, nomi dimenticati, sigilli e racconti di entità capaci di corrompere l'anima, di insinuarsi nei pensieri e piegare le volontà, lesse di come si nutrissero del peccato e della disperazione umana, di come fossero legati a patti e promesse spezzate, di come i loro occhi, in certe occasioni, potessero assumere tonalità scarlatte o nere come la pece, e per un istante il ricordo di quegli occhi rossi che aveva visto tra gli alberi le attraversò la mente come un fulmine, ma scosse il capo, perché c'era qualcosa di troppo terreno e allo stesso tempo troppo antico in Seth che non combaciava del tutto con questa descrizione, un demone avrebbe potuto avvicinarsi a lei in mille modi, ma lui sembrava combattere con qualcosa di più complesso, quasi fosse costretto a trattenersi.