Chapter 2

15 2 0
                                        

"Secondo te dorme ancora?"
"Non lo so, quell'altra non dormiva così tanto!"
"Blake! Rudy! Lasciatela stare, si è fatta un lungo viaggio in aereo per venire qui e ha bisogno di riposo!"
"Va bene."
Quelle furono le "soavi" voci con le quali mi svegliai la mattina dopo. Non avevo idea di chi fossero Blake e Rudy, sapevo solo che avevano il permesso di entrare nella mia camera e questo non andava bene.
Una donna ha bisogno della sua privacy, e non è l'ideale con due maschi che entrano ed escono come se niente fosse.
Aspettai che la porta si chiudesse per aprire gli occhi e stiracchiarmi.
"Oh scusa, ti hanno svegliata!" Scattò Mack facendomi prendere un colpo.
"No, tranquilla, ero già sveglia." Mentii.
"È che non mi piace che la gente mi veda di prima mattina."
"In realtà sono le 14:39." Disse con disinvoltura.
"Che cosa?!" Urlai.
"Avevi un'aria così dolce e non volevo svegliarti."
"Ah.. Ehm... Okay."
"Ti va di andare a mangiare qualcosa?"
"Certo."
"Per la mensa non faremo mai in tempo, che ne dici di andare al Mc?" Mi chiese ammiccando.
"Affare fatto."
"Hai tempo quindici minuti per prepararti perché sto letteralmente morendo di fame."
In un batter d'occhio saltai giù dal letto e corsi a farmi una doccia rinfrescante, mi lavai i denti e pettinai i miei capelli già lisci di loro. Mi truccai con un filino sottile di eye-liner e mascara e indossai degli shorts a vita alta di jeans e una maglietta bianca infilata dentro. Ai piedi misi le mie, ormai parecchio consumate, vans rosse e presi lo zainetto con il quale ero solita uscire.
"Pronta!" Esclamai col fiatone.
"Due minuti minuti di anticipo! Io e te andremo molto d'accordo, Alice Murray."
"Lo penso anche io, Mack Anderson."
Questo cognome continua a suonarmi familiare.

• • •

Dopo aver affrontato venti minuti di traffico è un doppio Big Mac, ritornammo in stanza, anche perché, nonostante il caldo devastante, si stava per formare un temporale. Facemmo giusto in tempo a parcheggiare l'auto che mille goccioline argentate cominciarono a scorrerci addosso.
"Corri corri corri!" Urló Mack in preda al panico. Io, invece, ero tranquilla, ero abituata a temporali del genere e, sinceramente, mi rilassavano.
Infatti passai tutto il pomeriggio seduta sul davanzale a leggere con il rumore della pioggia in sottofondo.
Una cosa molto alla Tumblr, come direbbe Cloe, a proposito di Cloe, aveva detto che avrei dovuto farmi sentire, perciò presi il mio, ormai vecchio, computer per scriverle una piccola email.

"Cara Cloe,
Sono io, Cece, come mi chiami tu, ma questo probabilmente già lo sai. So che le email non le usa più neanche mia nonna, ma le chiamate oltreoceano costano un occhio della testa, e il telefono è morto, per così dire. Volevo solo farti sapere che il viaggio è andato tutto bene e che la mia compagna di stanza è un tipo a posto. Non posso dire lo stesso della tua, sorry. La stanza è enorme, i letti sono comodi e la città, Cloe, la città è stupenda. New Haven è proprio la città dove passerei volentieri il resto della mia vita, ma sappiamo entrambe che non ne avrei il coraggio. Non è New York, questo è chiaro, quindi non è il tipo di città che piacerebbe a te, ma per me, che sono una sottospecie di nerd con una vita sociale, tutto questo è il massimo. Il fatto che ogni edificio ha un storia, le scuole millenarie, ti da quell'aria di nuovo nonostante l'età, un po' come la tua prozia Amanda, uh a proposito, salutamela. Oggi, andando al Mc, siamo passati di fronte a Yale, sentivo il cuore scoppiarmi nel petto, Cloe, è davvero bellissima. Ogni posto, qui, mi fa venire voglia di prendere quella benedetta Polaroid e conservare l'immagine di quei luoghi per sempre. Ma ora passiamo ad un argomento che sono sicura ti interesserà. Stamattina due ragazzi, avevo gli occhi chiusi perciò non mi chiedere se erano fighi o no, si sono presentati in camera mia e mi hanno svegliata, così come se niente fosse. La mia compagna, Mackenzie, li ha chiamati Rudy e Blake, quindi li conosce, ma forse la mia cara compagnuccia non ha capito che è anche la MIA stanza, e non può far entrare chi vuole e quando vuole.
Ora vado, domani ho lezione e se faccio tardi salteró di nuovo il pasto.
Ci sentiamo presto,
Alice"

Intanto Mack si faceva comodamente i cazzi suoi. Non aveva staccato un attimo gli occhi dal cellulare e i lunghi capelli mori le facevano da barriera dal mondo esterno.
"Hey Mack, andiamo a mangiare?"
"Eh?" Mi guardò confusa.
"Ho detto: andiamo a mangiare?"
"Ah certo."

Okay, se prima avevo detto che questo posto era perfetto, dopo averne assaggiato il cibo posso dire con certezza che no, non lo era.
Il cibo irlandese era di gran lunga migliore e le porzioni più... Umane.
"Guarda, arrivano i ragazzi!" Esclamò indicando un punto nella sala.
Se per ragazzi, poi, intende quelli di quella mattina, allora potevano anche andarsene a fanculo.
"Ehilà!" Sorrise uno dei due sedendosi di fronte a me.
"Ciao." Disse semplicemente l'altro sedendosi accanto al suo amico.
"Alice, loro sono-"
"I ragazzi che mi hanno svegliata stamattina, lo so." La interruppi fulminandoli con lo sguardo.
"Io sono Rudy." Disse il primo porgendomi la mano, che strinsi volentieri. Aveva un bel sorriso e sembrava un bravo ragazzo.
Non potevo dire lo stesso per il coglione affianco a lui.
"Lui è Blake Anderson, ma è un idiota." Disse Rudy, guadagnandosi una gomitata da Blake è una risata da Mack.
Poi mi venne in mente una cosa.
"Aspettate, siete fratelli?" Chiesi mettendomi in modo da guardare in faccia sia Blake che Mack.
"Gemelli." Sbuffó Mack.
In effetti si assomigliavano parecchio, ma ero troppo occupata ad insultarlo mentalmente per accorgermene.
"E comunque scusaci per stamattina." Disse Rudy imbarazzata.
"In realtà erano le due del pomeriggio!" Risi per sdrammatizzare.
Ridemmo tutti tranne Broncio Man.
"Ehi amico, la ragazza ti ha mollato?" Gli chiesi ironicamente per coinvolgerlo.
"Fatti i cazzi tuoi." Mi ringhió contro.
"Stai calmino, okay?"
"Quella agitata sei tu."
Già mi dava sui nervi. A primo impatto sembrava pure dolce, lo stronzo.
"Dai ragazzi basta!" Provó a calmarci Mack.
"È colpa sua." Dicemmo all'unisono.
Le cose non si stavano proprio mettendo bene.

He's My Happy Memory.Where stories live. Discover now