Mi sveglia una suoneria che non riconosco. Sento una voce assonnata che parla in una lingua ormai familiare e attivo il cervello. Rimango sotto alle coperte a cullarmi al suono della sua bella voce così vicina. Poi però mi accorgo che è in vivavoce, perchè dall'altra parte rispondono.
Quella confusione di voci una sull'altra che si rincorrono la riconoscerei ovunque.
Sta parlando coi suoi ragazzi.
Sta parlando coi suoi ragazzi?
Ma è fuori? E se mi sentono? Che si stanno dicendo?
Mi muovo piano piano, cercando di non farmi sentire, sbircio da sotto le coperte.
E scatta l'allarme rosso.
Perché realizzo che il problema non è che non mi sentano, ma che non mi vedano, dato che il genio ha ben pensato di accettare una videochiamata.
Mi ricaccio all'istante sotto le coperte ma mi accorgo che il delirio di sette ragazzi curiosi è finito.
Si sono zittiti all'istante.
Cazzo, mi sa che mi hanno visto.
"Who's there hyung? Hehe."
Questa voce di uno che ha lasciato i polmoni in una caverna la riconosco benissimo. E collego i puntini. Qualcuna di mia conoscenza ha già spifferato tutto.
Quello che sento dopo è puro caos.
"Oooh", "whoaa", risatine e per quel poco che capisco della loro lingua, distinguo benissimo le parole noona, ittallia, jinjia.
Come si dice 'uccidetemi' in coreano?
Mi trascino in fondo al letto ed esco dalle coperte. Lo guardo scuotere la testa e rispondere 'aniyo aniyo' ma la sua faccia, il suo sorriso e le dita che tormentano il lobo, non stanno negando un bel niente.
Siamo entrambi nella merda, se ne rende conto? Incrocio le braccia mentre lui chiude la chiamata e mi guarda.
Allarga le braccia tutto felice e: "Bongiorrno!"
"Buongiorno un ca... ehm... Ma sei fuori?"
"Ma sei forrih?" Mi imita in falsetto.
Prende per il culo pure?
Lo guardo esterrefatta.
Lui unisce le dita nel gesto più italiano del mondo e: "Allora."
Spalanco gli occhi. "Scus... tu... Don't allora me, sir!" Metto le mani sui fianchi.
"Hahaha."
"Are you crazy? Doing a video call. With me. In your bed?" Mi muovo avanti e indietro gesticolando come una pazza.
Ma solo io vedo il problema?
Lui fischietta e mette le mani dietro alla testa. Sono distratta per un attimo dalle sue braccia.
"No worries no worries."
Gli punto il dito contro: "You..." non so più che dirgli. "You are fired."
"Hahaha." Gli lancio un cuscino. "Noona is mad. That's funny."
Vorrei ridere anche io ma sono troppo sconvolta.
"Can we have a serious conversation now?" Gli chiedo.
"Right." Si alza e si avvicina. "They are my family. It's safe."
"Well okay but... what's this urge to let them know the first day?"
"They knew it already."
"They knew what?"
Mi accarezza la guancia. "Secret secret, hehe."
"About me? I thought only our mutual friends knew we were chatting."
"One day I'm going to tell you what I mean. Now." Si gira verso il telefono. "Let's have breakfast and have you safely out of here."
***
Fila tutto liscio, grazie alla complicità del personale dell'hotel e al fatto che ho un lavoro che giustifica la mia presenza nei suoi paraggi. Passo da casa al volo e poi vado diretta nei posti dove avremo lo shooting oggi: l'ultimo giorno in cui sono sicura che in qualche modo starò con lui e poi chissà. Lavoriamo ininterrottamente per tutto il tempo, io dietro a fotografi e videomaker, a spostamenti e logistica; lui bello come il sole che splende oggi, gentile come un principe buono. Come si fa a non volergli bene?
Le ore passano e mi rendo conto che tra poco lo dovrò salutare e non ho idea di come fare. Cosa gli dico? Cosa gli dovrei promettere? Cosa ne sarà di noi? Lui non può certo rinunciare al suo lavoro, che non è solo lavoro: è una vita intera, è un sogno luminoso, è talento puro e innato. E io che voglio fare? Che posso fare? Mollerei tutto per lui, se me lo chiedesse? Non me lo chiederà, lo so benissimo. Perché sa cosa vuol dire lottare per trovare il posto giusto nel mondo. E io penso di stare nel posto giusto. Finiamo di lavorare, piano piano lo staff saluta e se ne va. Mi avvicino per salutarlo. Parla con il suo manager che mi vede, guarda lui, annuisce e si sposta a parlare con il resto del team coreano.
"Good job." Gli dico sorridendo.
"You too. You're great at this."
"Take care and have a safe flight tomorrow." Mi si blocca la gola, temo non riuscirò a dire altro.
Mi guarda, piano piano abbassa le spalle.
"I'll do my best not to make you feel lonely."
"I listen to your music every day, you are always with me."
Stringe le labbra, fa per avvicinarsi ma poi si blocca guardandosi intorno. È una tortura.
"I'm happy I've met you, noona. And I'm happy to work for this brand."
Annuisco mentre sento il naso che comincia a pizzicare e gli occhi farsi lucidi.
"I think" cerco di dire tenendo la voce stabile "that this isn't something that happened randomly. There has to be a reason why we met."
"I believe that too."
"And I also think" cerco di proseguire "that if this is meant to be" trovo il cuore di alzare gli occhi su di lui "we will find a way."
Il modo in cui mi guarda è la cosa più dolce che io abbia visto in vita mia.
"We will find a way. Yeah."
Ora deve andare. Il manager lo chiama. Lo saluto con la mano. Salgono in macchina e io vado a piedi, perchè ho bisogno di aria in faccia e mondo che si muove attorno a me.
***
Probabilmente si sta imbarcando sul suo volo, quando mi scrive un messaggio.
"One thing I have to ask you. Please don't hide your feelings to me. If you are sad, happy, tired, worried, mad... let me know. Let me know everything. Please promise me."
Non c'è un altro modo per provarci. L'unico è essere sinceri fin dall'inizio, se comincio a non dirgli quello che provo o che sento, per non farlo preoccupare, rischio di mettere ancora più chilometri tra di noi.
"At one condition. You do the same with me. Because if I find out that you had a hard time and you didn't tell me, or you start to feel sorry for me, or you think you're not enough, I'll catch a plane to come kick that beautiful ass of yours."
"Hahaha. Alright. I promise."
"I promise too."
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Don't Ask
FanfictionLei è italiana, lavora per un grosso brand di moda che durante la fashion week ha deciso di ingaggiare un idol di cui lei non sa assolutamente niente. Per ora. Testo in italiano ed in inglese. Nuovo capitolo ogni venerdì.
