𝗘𝘂𝗽𝗵𝗼𝗿𝗶𝗮

28. But in all chaos there is calculation

«Mi dici dove stiamo andando?», domanda Olivia, girando la piccola manopola sullo stereo per abbassare la musica e farsi sentire.

«Da un amico»

«Non mi dirai altro?»

«No», faccio schioccare la lingua sul palato.

Potrei giurarci.
Ne sono quasi sicuro.

Olivia Sinclair mi ha appena mandato a quel paese. L'ha detto sotto voce ma l'ho sentita, forte e chiaro.

Non posso fare a meno di sorridere per la sua strafottenza improvvisa che esce fuori quando meno me l'aspetto.

«Senti, Xav», Olivia si schiarisce la voce«Sappi che non voglio fare un torto ad Emily, quindi..»

«Tecnicamente, non le stai facendo un torto, visto che non è successo niente tra noi», alzo un indice e puntualizzo.

«Hai capito quello che voglio dire», replica scocciata.

E in questo preciso momento mi scappa dalla bocca una domanda, inaspettata e meschina.

«Ti senti in colpa?»

Ma la domanda è più per me stesso che per lei.

«No», mi guarda di sottecchi.

Eppure, sono annoiato.
Tremendamente annoiato.

Emily, quella che si autoproclama la sua migliore amica, ha scelto proprio un bel momento per parlare e dare libero sfogo alla sua sincerità.

Bene, Emily.
Interessante.
E come mai non le dici tutta la verità?

«Pensa, Vivi, pensa. Emily sta testando la tua amicizia oppure, ha un altro piano in mente?», e mi sto chiedendo la stessa cosa.

«Che vuoi dire?»

«Perchè ha svuotato il sacco? Perché, adesso?»

«Almeno lei ha avuto il coraggio di dirmela la verità, a differenza tua»

Touchè.

«Ahia», faccio la parte e mi tocco il petto con la mano.

«Non eri ossessionato da lei, a tal punto da perseguitarla e mandarle messaggi con poesie raccapriccianti e regali macabri?»

Macabri?
Non le ho mica regalato un dito umano ma un cazzo di bracciale con una farfalla.

«Colpevole. Però, detta così, sembro un pazzo scatenato», inarco un sopracciglio.

E lo sei davvero.
Dico a me stesso.

Olivia scoppia in una risatina isterica.«Appunto»

La capisco.
Ovviamente lei conosce una Emily diversa. Ma io so qual è la verità e sono certo che Olivia,  prima o poi, scoprirà tutto.

«Ma non sono l'unico pazzo..», tendo la mano verso di lei e afferro una ciocca dei suoi capelli, rigirandola nel mio indice.

Rimango con il gomito premuto sul finestrino aperto e il mento appoggiato sul palmo della mano.

Olivia trattiene il respiro.
Il pomo d'adamo che si muove.
Le sue labbra si serrano.

Dolce, Olivia.
Io cosa devo fare con te?

«Ti sei scordata che sono a conoscenza del tuo piccolo segreto, Vivi?», domando con un tono di voce altalenante.

Olivia si irrigidisce e appiccica la schiena contro il sedile.«È diverso»

«In cosa, sarebbe diverso? Tutti e due abbiamo delle attività di svago molto singolari. Io sono quello che sono. Tu, invece, ti diverti a giocare alla piccola stalker e appendi delle cazzo di foto nella tua camera oscura. Quindi, chi è più pazzo tra i due?»