III - Cuore in fiamme

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Quasi sospirai di sollievo quando Domina Maria disse con un sorriso tutto miele: "Mi permettete di illustrarvi il collegio e di farvi fare un giro?".

Nel momento in cui i tre uomini annuirono – il vecchio con meno entusiasmo – e seguirono l'insegnante fuori dall'atrium, borbottai velocemente ad Hannah: "Non mi sento molto bene".

Siccome non ricevetti risposta, mi girai a guardarla e la vidi fissare con un sorriso enorme e uno sguardo vacuo il quartetto sparire su per le scale; irritata, le sventolai una mano davanti alla faccia nella speranza che mi degnasse di qualche attenzione.

"Era bellissimo, vero?", sospirò con gli occhi lucidi.

"Sì, certo", sbuffai. "Ho bisogno di aria fresca".

Quella frase sembrò colpirla e si voltò di scatto verso di me inarcando le sopracciglia con un'espressione di chiara confusione. "Perché?".

Un altro brontolio fece scattare le mie mani sul mio stomaco. "Non sto bene".

Senza ulteriori complimenti la presi per un polso e la portai sul giardino posteriore del collegio, sperando di non trovarvi nessuno.

Soddisfatta, mi sedetti su una panchina di pietra e aspettai che Hannah facesse lo stesso; dopodiché chiusi gli occhi ed inspirai una gran boccata d'aria come se fosse la prima volta dopo secoli e fui lieta di non sentire più i movimenti nello stomaco.

Quando riaprii le palpebre, Hannah aveva iniziato a fissarmi.

"Allora, mi spieghi dove hai trovato quella collana?".

Me ne ero completamente scordata.

Inspirai un'altra volta per darmi coraggio e risposi ostentando un sorriso: "Quando ieri ho visto l'invito ho messo sottosopra il mio armadio per trovare un vestito decente per la festa e ho trovato questo ciondolo in una scatola in fondo, piena di polvere: probabilmente apparteneva a mia madre, perché ho trovato anche un paio di scarpe non mie che avevano il tipico stile di vent'anni fa. Ho rimesso tutto a posto, ma ho tenuto la catenina perché ho pensato che fosse... ehm, carina, e che non avrei fatto male ad indossarla alla cerimonia. Ho deciso di metterla anche stamattina per conoscere il tuo parere". Scrollai le spalle con un'improvvisa sicurezza. "Se non ti piace, dimmelo, non ti preoccupare".

"Scherzi?". Hannah aveva gli occhi fuori dalle orbite. "È bellissima! Sì, credo che dovresti indossarla alla cerimonia".

Come se avessi altra scelta.

"... è indubbiamente un posto stupendo, su questo non c'è dubbio".

"Sono d'accordo con Sua Maestà, mea Domina".

"Oh, ma siete troppo gentili!".

Un brivido improvviso si diffuse sulla mia schiena al riconoscere quelle voci. Dovevo trovare un modo per andare via di lì.

"Oddio, non ho ancora trovato il vestito da mettere domani!", sussurrai con una finta disperazione nella voce. Mi alzai di scatto trascinando Hannah con me. "Devi assolutamente aiutarmi a sceglierne uno!".

Sapendo di aver colto totalmente la sua attenzione, non feci alcuno sforzo a portarla di filato dentro l'atrium passando frettolosamente attraverso la porta, sperando che quei quattro non avessero già varcato la soglia.

Ovviamente, come sempre in quel periodo, mi sbagliavo.

Finii dritta contro il petto dell'uomo bruno, che guidava la fila accanto a Domina Maria perché la porta era troppo stretta per far passare più di due persone contemporaneamente, e portandomi la mano al naso dolorante per lo scontro borbottai un "Mi dispiace, mi scusi".

Eyes of ShadowWhere stories live. Discover now