Capitolo ✿ 11

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Luke P.O.V.

Cercai in qualche modo ad ottenere un lavoro nel negozio di alimentari locale e lentamente stavo iniziando a a guadagnare di nuovo. Non venivo pagato quanto mi sarebbe piaciuto, ma avrei lavorato ovunque a questo punto.

Calum mi avrebbe portato al negozio alle 9 e mi sarebbe venuto a prendere alle 4 e mi avrebbe chiesto della giornata e preso la mia mano nella sua.

Non avevo il cuore di dirgli che non mi sentivo esattamente come lui, ma parte di me sapeva che avrei dovuto stare zitto siccome Calum era meglio per me che qualcun altro.

Mi era permesso indossare i miei soliti vestiti al lavoro quindi, al posto di andare con i miei skinny jeans e la vecchia noiosa maglia nera che avrei dovuto indossare, indossavo i miei vestiti più carini.

Ero stanco di nascondermi dietro qualcuno che non ero e ho pensato che era il momento di essere me stesso e ignorare le persone a cui non piaceva.

È stata una sorpresa piacevole vedere che la maggior parte delle persone non ci davano peso, ma di nuovo il mio outfit era coperto dal grembiule con il logo del negozio che dovevo portare.

Durante il mio turno c'erano soltanto poche persone che lavoravano con me, ma di solito le ignoravo comunque. Non sapevo se il mio lavoro sarebbe durato, quindi non volevo farmi troppi nuovi amici.

Era un giorno tranquillo e molti dei colleghi stavano facendo pausa, lasciandomi essere uno dei pochi a non fare pausa.

Notai che alcune persone saltavano la mia fila, anche se le altre avevano file lunghe.

Cercai di ignorarlo e pensare che magari la persona a cui stavo passando la spesa alla cassa aveva molti acquisti e non volevano rimanere bloccati là dietro. O magari loro conoscevano la persona personalmente e volevano andare nella loro fila.

Comunque, non importava. Se volevano pagare dovevano venire da me fino a quando qualcuno non avrebbe finito la loro pausa.

Notai che un uomo anziano si guardava intorno a tutte le casse e si accigliò notando che ero l'unico aperto al momento. Brontolò qualcosa sottovoce e venne da me.

"Scusa... sai dove sono tutti gli altri?" Chiese.

"Sono in pausa. Se vuole passare queste cose, la mia cassa è aperta." Risposi il più cordiale possibile.

L'uomo scosse la testa. "Magari no."

Io alzai un sopracciglio. "Sono l'unica cassa aperta. Mi faccia passare i suoi acquisti."

Allora l'uomo anziano ha iniziato a incupirsi. "Non voglio che tu tocchi la mia spesa. Non so neanche che malattia potresti passargli."

Allora mi ricordai perché inizialmente non portavo questi vestiti al mio altro lavoro. Così le persone non avrebbero detto cose del genere, poiché non l'avrebbero saputo.

"Dai signore, è proprio una merda da dire." Parlò una voce.

L'ultima persona che avrei mai pensato che mi difendesse mi stava effettivamente difendendo.

Michael Clifford era lì in piedi con una cassa di birre in mano, probabilmente nel bel mezzo della spesa, ma questo non lo fermò dal confrontarsi con il signore.

"È vero! Non vedi ciò che sta indossando." L'uomo anziano cercò di difendere la sua opinione come se improvvisamente potesse iniziare ad avere un senso.

Mi aspettavo che Michael avrebbe accordato, ma non lo fece.

"Ciò che indossa non ha a che fare con niente. Perché non lascia i suoi acquisti qui e si trova un altro posto dove comprare." Disse Michael serio. Sembrava alquanto ostile e anche il signore anziano, quindi se ne andò con uno sbuffo di irritazione.

Michael si girò verso di me timidamente e mi ha passato la cassa di birre.

Non avevo idea di cosa dire, perché cosa dico? Michael era quello che inizialmente avrebbe scherzato su di me, ma perché mi stava difendendo?

"Solo questo?" Cercai di dire, non riuscendo neanche a guardarlo. Lui annuì e mi passò i soldi, a cui ho dato il resto.

Non potevo ancora perdonarlo, se era questo che sperava. Magari era quello che voleva, ma forse non era così.

"Ci vediamo in giro." È tutto quello che disse prima di andare.

Tutti avevano finito la loro pausa, il che significava che finalmente potevo iniziare la mia e decisi di sedermi nella stanza del personale e pensare.

Non capivo Michael. Il minuto prima era quello che mi attaccava e quello dopo era quello che mi difendeva.

Era possibile che magari voleva le sue cose e andarsene via o semplicemente gli importava.

Gli ultimi suoi sentimenti mi hanno fatto pensare che la seconda opzione non poteva essere vera. Non potevo piacere a Michael Clifford o avere qualche voglia di difendermi.

Vero?

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Calum passò a prendermi al solito orario e salì sull'auto dicendo un veloce ciao.

Fortunatamente la giornata è proseguita senza problemi e nessuno ha veramente saputo ciò che è successo. Parte di me era felice che nessuno avesse visto, visto che avrebbero visto la tensione imbarazzante tra me e Michael.

Calum mi prese la mano, il che mi portò fuori dai miei pensieri.

"Com'è andata al lavoro, Luke?" Chiese Calum con un sorriso cordiale.

Io scossi le spalle. "Come sempre." Mentii.

Non era necessario dire a Calum ciò che era successo perché avrebbe sbraitato e si sarebbe arrabbiato e non ero esattamente nell'umore.

"Meno male." Calum mi sorrise. "Me lo diresti se qualcosa fosse successo, giusto?"

"Sì." No.

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NUOVO CAPITOLO YAYYY ESULTATE CON MEEEEE

Giuro che quando l'ho visto questa mattina ho iniziato a sclerare come non mai e ho pensato di tradurlo subito anche se sono senza computer e sono in vacanza.

Amatemi.

Se c'è qualche errore, scusatemi ma l'ho tradotta velocemente.

Come state? Come state passando le vacanze?

Andate a leggere l'altra storia che sto traducendo. Si chiama Suddenly ed è una Malum. Fatelo per me *occhioni grandi da cucciolo*.

- Francy

Uniforms ✿ Muke/Cake (Italian Translation)Where stories live. Discover now