SECONDO CAPITOLO:

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Le palpebre a stento riuscivano ad impedire alla forte luce di oltrepassarle.

Stringendo gli occhi e creando piccole rughe al di sotto, cercò di coprirsi il viso con le mani.

<<Mamma insomma, chiudi quella benedetta finestra!>> mugugnò alzandosi con il busto ma con le gambe ancora tese.

Il non ricevere alcuna risposta la fece sbuffare, ancora con gli occhi serrati e i sensi inebriati dal sonno.

Ciondolando verso la finestra cercò le imposte con la mano ma più cercava di afferrarle più si accorgeva di sfiorare soltanto aria.

Aprendo finalmente gli occhi con immensa fatica, si concesse qualche minuto affinché le sue piccole fessure si abituassero a tanta luce.

Quando ci riuscirono scoprì amaramente perché non riuscisse a chiudere la finestra.

Semplicemente perché la sua stanza non c'era più.

Spalancando la bocca si guardò intorno con il fiato smorzato.

Non sapeva il perché ne come ma si trovava nel cuore di quello che sembrava essere un regno stupendo e rigoglioso.

<<Sto decisamente sognando!>> esclamò estasiata con il naso all'insù e gli occhi fissi sugli edifici antichi e perfettamente bianchi.

Torri altissime e quasi in stile gotico si stagliavano perfettamente allineate mentre cercavano di toccare il cielo leggermente macchiato da qualche ciuffo di nuvola, con le punte in avorio che luccicavano involontariamente sotto la calda luce del sole. Cercando di compiere qualche passo che risuonò lontano come una goccia d'acqua caduta nello stesso elemento da cui era stata generata, Teresa spalancò nuovamente la bocca di fronte all'enorme palazzo che inizialmente si trovava alle sue spalle e che fino ad allora non aveva assolutamente avuto modo di notare.

L'enorme struttura, decisamente più alta e maestosa delle altre, imponeva la sua grandezza e la sua bellezza offerta dalle immense colonne in marmo bianco ai lati del portone blu scuro. In cima ad esse due statue a forma di leoni dalla testa d' aquila restavano dritte ed immobili sulle zampe posteriori, facendo rimanere rigide e ben spiegate le ali candide ed immense.

Portando a terra lo sguardo fino ad ora lasciato libero di vagare verso l'alto, la ragazza si rese finalmente conto della piazza in cui si trovava. Piccole pietre trasparenti che rispecchiavano l'azzurro del cielo, erano lo sfondo perfetto per l'enorme corona bianca stilizzata e mosaicata scrupolosamente sotto i suoi piedi.

Le sembrava quasi un sacrilegio camminarci sopra.

<<Semplicemente fantastico!>> bisbigliò sentendo il cuore scoppiarle dall'emozione.

Forse era per tanta bellezza vista in una sola volta ma l'intero luogo sembrava essere vivo, tranquillamente in grado di emanare tanta gioia e perfezione insieme.

Tanto che le sembrò naturale essere finita lì, senza alcun bisogno di chiedersi dove o perché.

Se avesse avuto voglia di specchiarsi in quei frammenti trasparenti e levigati, sicuramente Teresa avrebbe notato il meraviglioso sorriso che le si era formato sulle labbra rosa e delicate come petali.

Si sentiva come drogata, drogata da un mix di emozioni piacevoli e calde.

<<Non ho mai visto nulla di così bello!>> affermò con più convinzione, girando come una bambina su se stessa.

<<Fossi stato in te non lo avrei detto!>> affermò una voce profonda, improvvisa e gelida allo stesso tempo. Una voce che fermò il suo vorticare paralizzandola tra confusione e sorpresa.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora