capitolo 17

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Anastasia's pove

Mi svegliai con il sole che entrava leggero dalla finestra. Jeff mi stava ancora abbracciando calorosamente, i capelli gli coprivano leggermente il volto rilassato dal sonno. Mi alzai lentamente facendo attenzione a non svegliarlo. Guardai che ore erano, ed avevo ancora due ore per prepararmi ed andare da Marco...
Il suo nome mi faceva salire la rabbia, ma dovevo chiarire il fatto di Lisa. A Jeff non dovevo dire niente, sapevo che se mi avesse visto con un ragazzo lo avrebbe ucciso senza pietà. Andai in bagno dove accesi l'acqua della doccia che scorreva impetuosa come pioggia. Mi svestii e l'asciai che l'acqua fredda mi avvolgesse il corpo, mandando via tutti i problemi che avevo in quel momento. L'acqua mi rilassava sempre, ed era l'unica mia amica in questi momenti.
Andai in stanza dove intanto Jeff si era svegliato. I capelli erano in disordine e il suo viso era stanco. Lo abbracciai lasciandogli un leggero bacio sulle labbra facendolo sorridere. Scendemmo entrambi notando che nessuno era ancora sveglio, forse ieri sera erano tornati molto tardi. Probabilmente era così. Andammo in cucina dove preparai del caffè per tutti e due.
Jeff:- oggi devi uscire?-.
Io:- si, fra poco -.
Jeff:- con Marco vero?-.
io:- e tu come...-.
Jeff:- tranquilla, lo so quanto odi quel ragazzo, però ti seguirò da lontano e se ti fa qualcosa lo uccido sul posto -. Doveva aver assistito alla scena fuori dal super market. Ero leggermente arrabbiata, però dall'altra parte ero felice che non l'avesse presa male. Feci di si con il capo e guardai fuori dalla finestra che si affacciava sul bosco fitto.
io:- ti aiuto anche io eh...-. Ridemmo spensierati.

Uscimmo salutando Clockwork che intanto si era svegliata. Ci incamminammo nel bosco parlando del più e del meno felici.
io:- Jeff cosa ne pensi dell'incontro con Marco?-.
Jeff:- sono molto geloso ed arrabbiato, insomma non voglio che tu veda altri ragazzi... ho paura di perderti... quindi non sono d'accordo-.
Strinsi la mano di Jeff intrecciando le mie dita con le sue per rassicurarlo. In fondo lo capivo, però dovevo anche essere libera di vedere altri ragazzi, in fondo non avrei mai pensato di tradire l'amore della mia vita.
Dopo mezzora di camminata arrivammo a destinazione. Jeff si sedette su una panchina parecchio lontana da me. Mi guardai in giro, non volevo vedere il volto di Marco, ma ero costretta almeno così potevamo chiudere questa faccenda. Lo vidi che in lontananza che mi salutava, rimasi impassibile al suo saluto e lo aspettai seduta al tavolino del bar Black Sun dove avvenne il primo incontro con Liu il fratello di Jeff. I posti fuori erano sistemati in un gazebo dove l'aria era calda e confortante. Salutai Marco con un cenno della mano mentre esso si sedeva di fronte a me. Gli occhi color cioccolato e scaltri, ti traevano in inganno molto facilmente, ma non ero intenzionata a dargliela vinta anche perché stare così vicina a lui mi faceva venire mal di stomaco.
Marco:- Buongiorno Riven -.
io:- Stoll -.
Marco:- Tu prendi qualcosa?-.
Io:- No. Tu?-. Nel mentre arrivò una cameriera che si ipnotizzò a guardare gli occhi dell'idiota che le sorrideva dolcemente.
Marco:- del thè al limone, grazie -.
La tazza arrivò pochi secondi dopo e la stessa cameriera guardò sognante Marco, mentre a me continuava a mandarmi occhiatacce come per dire "giù le mani dal mio ragazzo". Per me se lo poteva anche tenere, non aveva nessuna intenzione di aver qualche rapporto con Marco.
io:- Allora, dimmi -.
Marco:- senti... io non sapevo che nello sgabuzzino ci fosse una vedova nera. Davvero volevamo spaventarvi soltanto con un serpente di gomma... -.
io:- lo sai che è difficile crederti vero?-.
Marco:- lo so -.
Per la prima volta concentrai il mio sguardo sui suoi occhi cioccolato che erano attraversati da una luce di tristezza. Non volevo credere a quello che aveva detto, però quando ero più piccola girava la voce che l'insegnante di ginnastica da qualche parte della scuola allevasse ragni. Il che era strano, perché nessuno era andato a controllare? Evidentemente il professore di ginnastica aveva fatto qualche patto con la preside, e non volevo immaginare quale per il bene della mia povera mente. Appoggiai il capo su una mano dal lato sinistro e dalla borsa estrassi una monetina con cui giocare per scaricare il nervosismo che provavo. Volevo Jeff in quel momento, volevo averlo li, perché con Marco mi sentivo a disagio. Era come se nel suo cuore ci fosse soltanto malvagità, lo capivo dai sorrisi falsi che mi rivolgeva dalle occhiate furtive che n quel momento faceva. Evidentemente era preoccupato per qualcosa, o per qualcuno.
io:- comunque sappi, che io di te non mi fiderò mai. Le cose sono andate in quel modo. Se solo tu fossi andato a chiamare aiuto, non ti odierei così tanto -.
Marco:- posso solo dirti che mi dispiace... ero un bambino stupido e soprattutto non capivo che dovevo fare... mi spiace molto per Lisa davvero.... -.
Le sue parole mi fecero salire la rabbia in una maniera pazzesca. Sapevo che quelle scuse non erano vere, vedevo benissimo che stava trattenendo una risata. Mi voltai di lato guardando fuori dal piccolo gazebo, guardai un lampione anche quello bastava, l'importante era che non fosse il brutto viso di Marco. Ad un certo punto sentii una mano toccarmi la guancia destra. Brividi di disgusto mi pervasero il corpo facendomi tremare.
Marco:- sei diventata più bella di prima... lo sai? Mi piaci -.
Cercò di avvicinarsi al mio viso ma lo fermai dandogli un ceffone che lo fece quasi volare a terra. Restò fermo nella posizione in cui era. Sentivo la rabbia ribollirmi nelle vene, come aveva osato? Sapeva benissimo che lo odiavo, però era arrivato a tanto.
io:- non ci provare mai più, e sta pur certo che il mio nome non lo sentirai mai più razza di verme che non sei altro! -.
Mi alzai prendendo la borsa in tutta fretta. Uscii dal gazebo con lo sguardo arrabbiato della cameriera che ci aveva servito prima che andò ad aiutare Marco. Mi diressi verso Jeff che si stava trattenendo dall'andare ad uccidere Marco.
Io:- Jeff, ora capisco cosa si prova a voler uccidere una persona -.

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