Capitolo 2

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Non riuscivo a dormire per le mille domande che avevo in testa, che facevo con Jeff? Chiamavo la polizia?  Non lo sapevo. Si potevo sembrare una stupida, avevo un killer in casa e non riuscivo a capire che fare.
Guardavo il soffitto pesca guardando ogni suo minimo particolare, il giorno dopo avrei avuto il corso anti incendio che si tiene ogni quattro anni. Per mia sfortuna ci dovevo andare, era la cosa che odiavo di più al mondo e non sapevo se sarei riuscita a stare sveglia.
Sentivo Jeff sotto che stava camminando nervoso come sempre dicendo parole a caso.
Decisi di alzarmi anche io,  tanto per vedere se faceva qualcosa. Scesi le scale in legno e lui mi venne in contro subito con un'espressione preoccupata in volto.
Mi avvicinai a lui sfregando con le mani le braccia, andai in cucina sentendo lo sguardo pungente di Jeff sulla schiena.
Io:- mi chiamo Anastasia - dissi prendendo una bustina di camomilla nella dispensa.
Jeff non disse niente e si sedette sulla sedia, sempre la stessa e mi guardava preoccupato come se avesse intuito qualcosa di pericoloso.
Accesi sotto il pentolino dell'acqua e mentre si faceva mi sedetti anche io vicino a lui.
Guardai il vuoto mentre lui stava battendo nervosamente il piede contro la sedia facendola tremare.
Jeff:- Anastasia ce ne dobbiamo andare via di qua - lo guardai sbalordita, pretendeva anche che andassi  on lui? No.
Mi passai una mano tra i capelli già in disordine nervosamente e lo guardai più seria che potevo.
Mi stava dicendo che dovevo lasciare il lavoro, le mie amiche... Almeno volevo sapere il motivo di questa affermazione.
Io:- perché? -.
Jeff:- perché non siamo  sicuro, c'è qualcuno che segue sia me che te. Per favore non ti dico di fidarti ma almeno pensaci -  disse fissandomi preoccupato.
In effetti in questi tempi vedevo sempre un uomo in ospedale con un impermeabile nero, sentivo a volte la sensazione di essere osservata. Una volta avevo visto una figura sotto l'albero della casa vicino che fissava casa mia, ero preoccupata per questo ma non gli davo molto caso fino a quel momento.
Mi si rizzarono i peli sulle braccia ed andai a versarmi la camomilla, mi rilassava quella bevanda.
Poggiai la schiena sul frigo e ne bevvi un sorso guardando il vuoto per secondi che sembravano interminabili.
Poi parlai rompendo quel silenzio di tensione, disse:- partiamo domani pomeriggio ok? -.
Jeff cercò di ribattere dicendo che sarebbe stato meglio partire di mattina ma gli dissi che dovevo fare delle cose e sarei tornata nel primo pomeriggio.
Misi la tazza di camomilla nel lavandino aprendo l'acqua per lavarla. Non so il perché avessi accettato, ma dopo aver sentito di essere osservata non volevo più stare in quel posto. Mi sentivo in pericolo.
La camomilla non faceva ancora effetto e decisi di fare alcune domande a Jeff che si stava togliendo le pellicine intorno alle unghie nervosamente.
Io:- Jeff come mai ti seguono? - dissi piano quasi in un sussurro.
Jeff:- perché ho ucciso una persona che non dovevo...- un sorriso triste si formò sul suo viso anche se i tagli rendevano difficile capirlo bene.
Io:- e perché cercano anche me? - non rispose subito, sembrò pensarci per molto tempo anche se passarono pochi istanti.
Mi guardò sospirando e si mise a giocare con una ciocca di capelli che gli ricadeva sul viso.
Jefg:- non lo so -  disse semplicemente alzandosi dal tavolo per andare sul divano e sdraiarsi. La camomilla finalmente fece effetto, salutai Jeff che si era addormentato... Aveva gli occhi aperti. Mi fece impressione è andai in camera esausta,ero stata colpita  da una forte stanchezza e crollai dopo poco sul letto affondando il viso nei cuscini.

Il giorno dopo andai in ospedale come sempre è ci fecero vedere come usare un estintore.
Non stavo ascoltando immersa nei miei pensieri.
Cosa dovevo fare con Jeff?
Dovevo credergli?
Mi dovevo... Fidare?.
Scossi la testa e in men che non si dica tutti stavano andando verso la porta dell'uscita per tornare a casa.
Mi alzai anche io, presi le chiavi della macchina e mi diressi nel parcheggio.
Mentre stavo tornando a casa vidi dei vigili del fuoco sfrecciarmi davanti con fare prepotente e vidi che stavano andando nella mia stessa direzione.
Una fitta al cuore mi percorse in quel momento pensando alla mia casa, spinsi l'acceleratore e sfrecciai nelle strade di New York stando dietro ai vigili del fuoco.
I miei timori erano fondati: una marea di gente si era riunita davanti a casa dove fiamme scarlatte si stagliavano nell'aria mandando un senso di calore insopportabile. Fissai sgomenta quello spettacolo dove le fiamme si contendevano la danza dentro casa, strinsi il volante a bocca aperta fissando i vigili del fuoco scendere dalla vettura per spegnere la danza del fuoco. Scesi dalla macchina e mi avvicinai correndo ma qualcuno mi prese il braccio facendomi sussultare.
Era Jeff.
Perché era fuori e non dentro!? Perché!?
Un groppo in gola mi fece trattenere un singhiozzo di rabbia, tirai pugni sul petto di Jeff che mi guardava serio ma pieno di comprensione. In quello momento mi balenò nella mente che era colpa sua se la casa era andata a fuoco e mi chiedevo perché non era morto carbonizzato anche lui. No non potevo pensare a cose così brutte su una persona che avevo salvato. Mi ripresi smettendo di prenderlo a pugni sul petto guardandolo dritto negli occhi che erano azzurri celesti e non più neri come la pece. 
Mi fece salire in macchina con lo sguardo basso. Mi misi sul posto del passeggero poggiando la testa sul finestrino per non guardare Jeff che intanto si era portato una sigaretta in bocca.
Jeff:- Anastasia ero uscito perché dovevo fare delle ricerche e quando sono arrivato ho chiamato subito i vigili del fuoco.... - avevo perso una cosa importante della mia vita dove avevo fatto dei passi importanti nella mia vita. Guardai fuori i vigili del fuoco spegnere le fiamme che erano divampate mentre altri tenevano lontano la folla  che stava guardando la scena sorpresa. Una lacrima rigò il mio viso ma la asciugai subito per non farmi vedere da Jeff che era visibilmente scosso da quanto accaduto, accesi la radio facendo partire le note confortanti di 'Lost It All' dei Black Veil Brides.   Adesso ne ero sicura ce ne dovevamo andare perché qualcuno o qualcosa ci stava cercando, Jeff fece partire la macchina e si diresse fuori città stringendo il volante con sguardo cupo e minaccioso.               Forse era troppo anche per lui tutto questo, ma non lo sapevo. Restammo in silenzio per non so quanto tempo cullandoci nella bellissima voce di Andy che riscaldava l'aria mentre eravamo assorti nei nostri pensieri.  Io:- dove andremo adesso?-. 

Jeff:- non lo so- e con questo stavamo andando in contro un destino ancora sconosciuto per noi. 

***** spazio me *****

salve :D spero che vi piaccia come storia ci sto mettendo tutta me stessa. sciauuuuuuuuuuuuuu <3

my sweet killerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora