13. Let's say I don't believe in U love anymore.

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BROOKLYN

Justin sbuffò, passandosi una mano tra i perfetti capelli biondi cenere. "Sei proprio una pessima bugiarda."

Certo che lo sono. Voglio dire, sei sexy come l'inferno, ma non voglio alimentare ancora di più il tuo ego quindi non lo ammetterò.

"Non avevo mentito così tanto nella mia vita fino a quando non ti ho incontrato." Pensai a voce alta.

"E perché mai?" Justin chiese curiosamente mentre ci recammo su per le scale della stazione e
ritornammo di nuovo in strada. Avevo dimenticato com'era la luce naturale dopo essere stata in quel buco.

"Beh, vediamo." Feci finta di pensare e cominciai a contare con le dita. "Ho mentito ai miei genitori
quando avevo detto loro che non sarei venuta mai più al Bronx, ho mentito quando ho promesso a mio
fratello che non ti avrei mai parlato di nuovo, ho mentito al mio ragazzo quando ho detto che eri mio
cugino, ho mentito ai miei genitori anche quando ho detto loro che ero con una vecchia amica ... " Mi

interruppi, pensando più possibile alle bugie che avevo detto nelle ultime settimane. "Oh, e ho mentito a
mia madre oggi, quando ho detto che ero in giro con alcune ragazze che nemmeno esistono." Finii e
guardai Justin con un'espressione che sembrava chiaramente un 'vedi?'

"Wow". Justin aprì la bocca teatralmente trascinando la 'o'. "Sei proprio una dura Brooke. Sono sorpreso
che non ti hanno ancora cacciato fuori. Che tipo di genitori sono che lasciano la loro figlia diventi una
ribelle? "Scosse la testa cercando di apparire del tutto serio. E qui si stava prendendo gioco di me, ancora.
Gli mandai uno sguardo furioso e cominciai a camminare più velocemente in qualunque direzione

stessimo andando.

"Hmm Brooklyn, hai qualche idea di dove stai andando?" La sua voce proveniva da un paio di metri
dietro di me, mi fermai e alzai gli occhi al cielo. Mi girai lentamente. "Ovviamente no." Sbottai. «Ma dal
momento che ti stai prendendo gioco di me ancora una volta - quando hai promesso che non l'avresti
fatto-" Enfatizzai quella parte. "Non stare con te." Misi il broncio come facevo quando i miei genitori non
volevano comprarmi una nuova bambola quando ero piccola e mi voltai di nuovo.
Non feci due passi prima che Justin fu in piedi di fronte a me e mi impedì di camminare. Cercai di
schivarlo, ma si spostò a sinistra, mi spostai a destra e fece lo stesso. (Sospirai infastidita e proprio mentre

stavo per girarmi e camminare nella direzione opposta - ovunque mi avrebbe portata - un paio di mani

forti si poggiarono sulle mie spalle. Provai a liberarmi dalla sua presa, ma lui non si mosse di un pollice.

"Dai, smettila di arrabbiarti Brooke." Justin sospirò. "Mi dispiace di aver rotto la promessa." Alzò gli
occhi. "Ma è troppo divertente bisticciare con te, cedi sempre." Un piccolo sorriso si fece strada sul suo
volto, finendo con una strana risatina. La mia testa era inclinata di lato con gli occhi socchiusi, mostrandogli che non era affatto divertente. Così si fece serio.

Quando sentimmo un brontolio la serietà cessò.

"Qualcuno ha fame." Justin ridacchiò.

Portai le mani al mio stomaco e brontolò di nuovo. Perché queste cose imbarazzanti succedono sempre a
me?

"Comprami del cibo." Dissi, rinunciando al mio capriccio. Non so nemmeno come Justin voglia uscire con
me perché, onestamente, mi comporto sempre come una bambina stupida. Ho bisogno di cambiare la
situazione. Devo assolutamente smetterla.

Justin sorrise sapendo di aver vinto un'altra volta. "Andiamo." Appoggiò un braccio intorno alle spalle e
non potetti fare a meno di sentirmi a disagio. Io non vado in giro a farlo con ogni ragazzo che conosco ma
per Justin non sembrava un così grosso problema quindi lasciai perdere. Era una specie di comodità.

B.R.O.N.X.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora