Capitolo 24

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Mi volto di scatto e mi ritrovo davanti James infuriato.
Lo guardo in faccia, ma lui evita di ricambiare lo sguardo e fissa Leo arrabbiato.
Leo si rialza. Ha il labbro inferiore tagliato, James gli ha tirato un pugno.
"Non devi toccarla, chiaro?"
"Non sei tu a decidere, ma lei." risponde strafottente Leo, togliendosi il sangue da labbro con la mano.
James gli si avvicina rapidamente e afferra Leo per il cappotto.
James sta per sferrargli un altro pugno, ma io gli blocco il braccio in tempo. Mi fa piacere il fatto che mi difenda, ma Leo é solo un fighettino, é inutile farci a botte.
"James, no. Ti prego."
Lentamente lascia andare il cappotto di Leo, poi si gira e con passo veloce esce. Gli corro subito dietro, ho paura che sia arrabbiato con me.
Lo raggiungo e gli afferro un braccio per fermarlo. Mi sento in colpa, molto in colpa.
"James... ascoltami, ti prego." lo supplico io con un sussurro.
Rimane immobile.
"James, io... ho cercato di fermarlo, ma..."
"Devo andare a scuola, ricordi?" dice con tono freddo. Si libera dalla mia presa e se ne va, e temo per sempre.
Inizio a tremare, ma non a causa del freddo. Le gambe non mi tengono più in piedi e io cado i ginocchio. Le lacrime calde scorrono lungo il mio viso e io cerco di asciugarle.
Sono a pezzi, non ricordo di essere stata tanto male in vita mia. Sento un peso insostenibile sul cuore e un vuoto nello stomaco, ma non per la fame.
Sono solo una stupida, ho combinato un disastro. Ho rovinato tutto.
Sono il cuore del problema. Ho fatto soffrire James, la persona che amo. Dovevo allontare Leo con più determinazione. Ho sbagliato, e ora ne pago le conseguenze...
Appoggiandomi al tronco di un albero mi alzo. Cerco di ripulirmi il viso e di camminare. La mia vista é annebbiata a causa delle lacrime e ho del tutto perso il senso dell'orientamento.
Faccio qualche antro passo e inciampo in una radice. Rimango un attimo distesa a terra a pancia in giù, le lacrime che cadono a terra, poi cerco di rialzarmi. Ci provo con tutte le mie forze, ma ricado a terra. Ho il piede destro incastrato nella radice in cui sono inciampata.
Cerco di liberarmi, ma la posizione in cui mi ritrovo non é delle più comode.
"Fantastico! Devo morire qui? Sarà questa la mia tomba! Sarà questa la fine della mia vita? Prima mi allontano dalla persona che amo, poi rimango bloccata col piede in una radice. Troppo bello!" esclamo io in preda alla rabbia, alla paura, alla frustrazione e alla tristezza.
Incrocio le braccia e ci appoggio sopra la testa per non doverla appoggiare direttamente per terra.
L'aria gelida mi penetra nella pelle fino alle ossa e un brivido percorre la mia spina dorsale. Le lacrime calde mi bagnano le maniche del giubbotto e la caviglia inizia a farmi male. Spero che qualcuno passi presto di qui, vorrei non dover morire assiderata, disidratata affamata.
Sento dei rumori. Smetto di respirare. Sento il mio cuore battere all'impazzata e in questo assoluto silenzio sembra un rumore assordante.
"É solo il vento." sussurro io per autoconvincermi:"É solo il vento. É solo il vento. É solo il vento. É solo...".

É passato un sacco di tempo, mi sembrano un sacco di giorno, ma probabilmente é solo pomeriggio inoltrato. Forse solo le quattro e mezza visto che sta iniziando a fare buio.
Fantastico, bloccata nel bosco di notte.
Sto gelando e ho un sacco di paura. La caviglia mi impedisce anche solo di girarmi su un lato per rannicchiarmi e scaldarmi meglio.
Non posso e non devo arrendermi. Devo cercare di liberarmi o probabilmente mi troveranno già morta. Devo darmi una svegliata e devo trovare un posto caldo. Mi appoggio sui gomiti e sul ginocchio della gamba sinistra e inizio a tirate la gamba bloccata.
Cerco di usare tutta la mia forza, ma i miei sforzi sembrano inutili. Non mi devo arrendere, devo superare anche questo ostacolo. Devo riappacificarmi con James e devo continuare la mia vita. La vita é bella, anche se non ce ne rendiamo conto perché spesso e volentieri le persone fannp schifo.
Con più forza inizio a tirare la gamba. Fa male, ma devo sopportare.
Per non urlare o lamentarmi stringo tra i denti il labbro inferiore.
Do uno strattone alla gamba bloccata e all'improvviso cado in avanti con la faccia a terra.
Ce l'ho fatta, mi sono liberata.
Ora peró non devo più perdere tempo.
Mi metto a sedere e guardo com'é messa la mia caviglia. Solo adesso mi accorgo che sono riuscita a liberarmi perché mi si é sfilata la scarpa.
Per fortuna i danni non sono molti, solo qualche taglio e un pò di sangue, per fortuna niente di rotto.
Lentamente mi alzo e recupero la scarpa, me la infilo e cerco di capire da che parte devo andare.
Non so orientarmi! Dovevo stare più attenta durante la lezione di geografia su come individuare i punti cardinali!
Okay, devo smetterla di piangermi addosso e devo trovare una soluzione per uscire viva da qui. Vuol dire che cammineró alla cieca finché non incontreró qualcuno o non vedró qualche segno di civiltà.
Mi metto in marcia, a parte un pò di dolore la caviglia funziona bene, almeno ho la possibilità di cercare aiuto. Ma ho freddo. Per scaldarmi devo muovermi. Sfrego le mani tra loro e ogni tanto ci soffio sopra. Intanto continuo lentamente a camminare e faccio attenzione a dove metto i piedi, non voglio rimanere incastrata un'altra volta.
Cammino da un pò, ma adesso ho troppa paura. Il sole non c'é più e c'é troppo buio. Sembra lo scenario di un film horror. Sto congelando, non ho più energie. Non credo che solo la mia forza di volontà basterà a farmi uscire da qui.
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Scusate se non l'ho postato ieri...❤❤❤
Comunque, vi piace?

È difficile ma non impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora