Capitolo 2

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Appena suona la campanella di fine giornata ci alziamo tutti e usciamo velocemente, felici che le lezioni siano finite.
"Principessa, vengo a prenderti alle sette e mezza questa sera, okay?" mi domanda Jason.
"D'accordo..." rispondo io annuendo.
"Vuoi che ti accompagni a casa?" mi domanda prendendo le chiavi della macchina dalla tasca dei jeans che indossa e facendole dondolare davanti ai miei occhi.
"Mi faresti un favore, un enorme favore, prendere il pullman è una grandissima rottura di scatole. Ah, a proposito, mia mamma ha acconsentito a farti diventare mio maestro di guida." dico sorridendo e ripensando a tutte le mie preghiere rivolte a mia madre.
"Certo, te iscriviti prima di fare i diciott'anni, così fai l'esame di teoria e dopo il tuo compleanno ti eserciti alla guida e poi fai l'esame. Così la patente l'avrai poco dopo il tuo compleanno." mi risponde facendomi l'occhiolino.
"D'accordo! Non vedo l'ora!"
Jason è stato bocciato in prima media(non era un gran genio, consegnava le verifiche in bianco e faceva scena muta all'interrogazione), per questa ha già la patente da un anno, ma almeno così ci siamo sempre trovati nella stessa classe e possiamo passare più tempo insieme.
Come al solito mi apre la portiera dalla parte del passeggero e, dopo che sono entrata, la chiude. Entra nella parte del guidatore e mette in moto con un sorriso. Lui è sempre di buon'umore e non sorride solo la sua bocca, ma anche i suoi occhi che luccicano. Questa sua caratteristica, di essere sempre positivo, l'ho sempre adorata. Jason mi ha spesso e volentieri aiutato e dato che a volte sono di una negatività assurda, lui e il suo ottimismo mi hanno aiutata a superare i momenti difficile. A Jason, il mio migliore amico, se non addirittura fratello, è sempre stato per me un sostegno, un componente fondamentale nella mia vita. Se non fosse per lui, ora non so dove sarei...
Mentre esce dal parcheggio vedo Isabel, che mi distoglie subito dai miei pensieri. Con lei c'é un ragazzo. La tiene per un polso e lei cerca di tirargli dei pugni sul braccio per liberarsi. Sembra non voglia stare con lui, credo voglia scappare...
"Accosta! Accosta, accosta, accosta!" mi metto a urlare aprendo la portiera.
Lui mi guarda male e accosta irritato:"Ma che...?"
Non gli faccio terminare la domanda che salto giù dalla macchina e corro in contro a Isabel. Appena la raggiungo spingo il ragazzo, il quale si allontana per la sorpresa e lascia Isabel. Mi guarda lincia con lo sguardo, è furioso. Fa paura, è alto e grosso e sicuramente è il doppio di me.
Mi afferra per un braccio, infuriato, ma per fortuna Jason si mette in mezzo e lo allontana da me.
Il ragazzo borbotta qualcosa e guarda male il mio amico, ma un secondo dopo abbassa il capo e se ne va.
"Stai bene Isabel?" le domando mentre vedo i suoi occhi vagare confusi tristi nel vuoto. Sul suo viso però ha un'espressione severa e arrabbiata.
Le sorrido e le accarezzo un braccio, poi con tono dolce aggiungo:"Vuoi che ti riaccompagnamo a casa?"
Mi guarda e lentamente annuisce rilassando i muscoli delle braccia, che erano tese lungo i fianchi, e delle mani ,che erano chiuse in due pugni.
Jason apre la portiera dalla parte del passeggero e io cedo il posto a Isabel, poi mi apre quella dietro e, con un gesto teatrale, dice:"Madame, salga."
Io sorrido e faccio come mi dice, poi chiude la portiera. Mentre Jason fa il giro della macchina vedo l'espressione di Isabel rilassarsi.
Il mio amico sale e mette in moto.
"Isabel, ma che è successo con quel ragazzo?" le domando dopo qualche attimo di silenzio.
Lei sospira e dice:"Da quando l'anno scorso sono rimasta incinta mi hanno scambiata per una prostituta..."
"Che idioti che sono a sostenere una cosa del genere!" esclama Jason con disgusto.
Isabel sorride lievemente, ma il suo è un sorriso amaro.
Visto che non ho mai occasione di parlarci ne approfitto e le faccio qualche domanda, questa è un'occasione da non perdere, voglio dare a Jason l'opportunità di conoscere bene questa ragazza.
"Ma... è maschio o femmina?" domando per rompere il nuovo silenzio che era calato tra noi.
"Amelia Anne Barris." dice sorridendo contenta e noto con piacere che parlare di sua figlia la rende felice.
"Amelia... che bel nome..." dico io.
"Secondo me la bambina è bella almeno quanto la madre." dice Jason e mi stupisco della sua frase così sincera e dolce.
"Ma... quindi voi non mi giudicate o cose così? È dall'anno scorso che... non mi lasciano in pace per ciò che è successo..." dice lei sorpresa.
"No, siamo contro a queste cavolate. Una persona può far quel che vuole della propria vita. Gli altri se non vengono coinvolti devono farsi gli affaracci propri!" esclamo io con solennità.
Isabel ridacchia leggermente dalla buffa espressione che mi rendo conto di aver appena assunto.
"Ma... che lavoro fai? Cioé, ho sentito dire che tu e tuo fratello vivete per conto vostro, quindi avrete un lavoro, no?" le domando ancora io.
"Scusa, ma secondo la tua stessa teoria, visto che non sei coinvolta nella sua vita, dovresti farti gli affaracci tuoi." dice Jason ridendo come uno scemo.
Aggrotto la fronte, serro le labbra e arriccio il naso:"Ma quanto sei simpatico... Pensa a guidare, non vorrei trovarmi spiaccicata contro un muro."
I due simpaticoni davanti a me scoppiano in una sonora risata, allegra e spensierata.
"Fa niente. Lavoro come baby-sitter e vivo con mio fratello. I miei appena hanno saputo che ero incinta mi hanno cacciata e mio fratello è voluto venire con me per aiutarmi, anche se non lo ammetterà mai. Preferisce dire che era stufo di vivere con mamma e papà e che voleva diventare più autonomo." dice Isabel finalmente con un sorriso
"Aspe, io però non mi sono ancora presentata! Sono..." inizio a dire io, ma lei mi interrompe e dice:"Amber Douglas e Jason Petterson."
Sia io che Jason la guardiamo perplessi, ma poi subito il mio amico riporta scrupoloso lo sguardo sulla strada.
"Amber, sei famosa per la tua poca grazia nei movimenti (dicono che sembri un elefante quando ti muovi), per i tuoi sbalzi d'umore e per le risposte sempre pronte. Sento parlare spesso di te. E tu, Jason, sei famoso per la forza. Si dice che sei addirittura il più forte della scuola." ci spiega la rossa.
"Wow, e non sono famoso per riuscire a sopportare una come la cosa qui dietro?" dice facendo un cenno del capo nella mia direzione.
Isabel scoppia a ridere e io lo guardo male:"Fantastico, io dovrei essere famosa per sopportare te. Comunque sono tutte balle, io sono aggraziata come una farfalla quando mi muovo."
"Si, come una farfalla obesa di proporzioni gigantesche che va a sbattere contro tutti e tutto." mi schernisce Jason e io lo fulmino con lo sguardo.
"Ora gira a destra e poi a sinistra." dice Isabel a Jason, poi aggiunge:"E io sono famosa per la storia di mia figlia."
"E per la tua bellezza..." sospiro io.
"Non sono poi così bella, sono una delle tante" dice con noncuranza, poi aggiunge:"Eccoci!"
Jason accosta davanti a un condominio con l'intonaco un po' staccato, con le persiane rovinate e la porta d'ingresso quasi distrutta, questo edificio sembra esser stato abbandomato a sé stesso. Isabel scende e, prima di chiudere la portiera, si rigira verso di noi e dice:"Questa sera c'è una festa, andate anche voi?"
"Si." rispondiamo all'unisono.
Lei sorride:"Ci andiamo insieme?"
"D'accordo, veniamo a prenderti per le otto meno venti, prima passo a prendere la cozza che sta dietro di me."
Lo guardo male e Isabel ride:"Grazie mille, ciao."
La salutiamo e io con molta "eleganza" e "agilità", mi sposto dai sedili posteriori a quello del passeggero.
"Splendore, hai una grazia impressionante, paragonabile forse a quella di un elefante in calore."
"Gne gne gne!" esclamo io incrociando le braccia al petto e mettendo il muso:"Sei solo invidioso."
Luo scoppia a ridere:"Principessa, lo vuoi un gelato?"
Sorrido subito e annuisco allegra.
"Ti conosco fin troppo bene... so come farti sorridere." dice cambiando strada per raggiungere la nostra gelateria preferita.
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Allora? Per ora cosa ne pensate?❤❤❤

È difficile ma non impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora