"Perché dovrei esserlo,Ricci?" Con un sorriso beffardo,mi allontanai,senza voltarmi indietro. Non saró mai una delle tante,non saró mai come una di quelle ragazze facili,che bastano due attenzioni sdolcinate per farle cedere. Non sarò mai una delle tante da aggiungere alla sua infinita lista di conquiste. Ero attratta da lui,dentro me stavano nascendo sensazioni nuove,ma mai mi sarei concessa cosi. Soprattutto se, nel mezzo,fosse stata presente una terza persona.
Mi allontani,andando a prendere posto ad uno dei tavoli posizionati dall'altro capo della sala,più appartata,mentre dalla radio inizió a suonare Liberato. La lezione si poteva dire terminata,a causa dei continui battibecchi,ormai non tollerati più da nessuno,in particolare da Paola.
Pccrè,m'he lassat 'int o' schock
Voglio sta' cu'tte tutt'o blocc
Si a città se ne cade
Ce ne jammo o' mar,nennè
Amavo quel cantante,un po' perché lo definivo un eterno romantico come me,e un po' per il mistero che si nascondeva dietro la sua identità.
Tutti ballavano,cantavano e si divertivano. Sembravano felici,spensierati,sembrava quasi che tutti intorno a loro fosse scomparso. Non apparivano come detenuti di un carcere minorile,ma dei semplici ragazzi pieni di vita,che amavano divertirsi e stare insieme.
Poi accadde l'inaspettato. Come sempre d'altronde. Con lui,non sapevi mai cosa sarebbe successo,quale sarebbe stata la sua mossa,non riuscivi mai a capirlo,era un'enigma. Troppo difficile da risolvere.
Afferrai la sua mano ,e poi mi strinsi tra le sua braccia. Iniziammo a ballare,stretti l'uno con l'altra.
"Tu sei pazzo" sussurrai sull'incavo del suo collo.
Sentivo gli sguardi degli altri bruciarci addosso,increduli forse della scena ai loro occhi.
"O sacc" rispose fermamente,non curandosi di quello che ci circondava. Le voci,gli sguardi,le persone,sembravano essere scomparse nell'esatto momento in cui i nostri corpi si erano toccati. Strinse di più le braccia,cercando di farmi combaciare perfettamente con lui.
E te vengo a piglia
Senza fa nu rummore
Po te porto a ballà
Sul nuje,core a core
Tu nun si comme a ll'ate
"Tu nun si comme a ll'ate,Silviè" ammise senza fiato. Le sue dita sfiorarono il mio viso,alzandolo appena in modo da far incastrare i miei occhi nei suoi pozzi neri. Ero incantata,ammaliata,vulnerabile,fin troppo. Ero sicura che da un momento all'altro il mio cuore sarebbe schizzato fuori dal petto,senza rendermene conto. Come riusciva a rendermi cosi?
"Bell a fras ra canzon eh?" Percepì l'acidità nelle mie parole.
"O saije ca nun è sul chell,nun fa a scem. Secondo te,si foss accussi,mo stess ballann ca cu te,annanz a tutt quant?"
"Nun o sacc" sospirai,spostandomi la ciocca di capelli dietro l'orecchio. Appoggiai il viso contro la sua spalla. "Non so mai come comportarmi,non so mai come tu ti comporterai. Ci siamo baciati,hai detto che ti piacevo,eppur t vec semp p chella pazza"
"Se tu pruov chell che prov ij,a lass. Subbit. Nun m n fott nu cazz e Viola"
Annui immobile,senza smuovere i miei occhi dai suoi. Poi sorrisi,sorrisi incredula per quello che stava accadendo.
"M faij asci pazz,o vuo capì?" Mi fece girare,e poi mi riafferrò tra le sue braccia possenti. Era millimetrica la distanza che ci separava,entrambi sapevamo che sarebbe stato difficile resistere ancora alla tentazione.
La musica,purtroppo,finì e i nostri copri furono costretti a separarsi. Senza staccare la sua mano dalla mia,peró,si incamminò verso la finestra dove poco prima avevo seguito,apparentemente,la lezione. Feci un ultimo passo,quando qualcosa bloccó i miei movimenti.
La Rossa,ormai fuori di se,mi sbarró la strada.
"Siete proprio una bella coppia,sai? Riesce a farti eccitare piu di come ci riesco io?" Sorrise beffarda,rivolgendo le sue parole a Ciro.
"Viola,statt zitt." Ringhió
"Non penso sai? Ieri sera sembravi impazzire quando entravi e uscivi da me"
Ieri sera. Mi voltai verso di lui,carica di delusione. Ecco cosa intendevo quando dicevo che non potevi prevenire quale sarebbe stata la sua prossima mossa. L'attimo prima,eri in paradiso,mentre quello dopo ti ritrovavi scaraventata nell'inferno,nel suo inferno.
"È stata lei,a venire da me. Non volevo farlo" cercó di giustificarsi,e in quel momento quasi apparve sincero.
"Nun t preoccupa,o cor mij o sapev gia. Tu e lei avete un trascorso,una storia se cosi può essere definita. Non avrebbe funzionato a prescindere"
"Ma pcche faij accussi?" Ancora una volta mi ritrovai senza via di fuga.
"Ciro,p favor. È meglij accussi. "
Avevo gli occhi gonfi,segno che da li a poco avrebbero ceduto alla furia delle mie lacrime.
Mi scansai,correndo via.
....
...
..
.
YOU ARE READING
•SI STAT TU•
Fanfiction"Sî stata tu a tené Tutte cose dinto e mo nn'ce stanno cchiù segrete Sulo cu'tté m'aggio reso debbole e chi chiagne cu 'na femmena O s"a sposa o passe tutt"a vita truvanno 'o modo d"a scurdà C'ammo ditto mille vote: "È fernuta", embè? I' t'aspetto t...
