Uno

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                                                                                 UNO

"Bene, chi ha voglia di rispondere a qualche domanda?" La voce del giovane supplente di letteratura fece scendere dalle nuvole le menti dei suoi studenti, risvegliandoli da uno stato di dormiveglia.

C'era chi fantasticava sullo splendido pomeriggio che avrebbe passato fuori da scuola e chi, come la maggior parte delle ragazze, fissava il docente come Tantalo guarda il cibo. Non avevano torto però, non capitava tutti i giorni di avere per supplente di letteratura un giovane uomo con un fisico perfetto e abbronzato, gli occhi azzurri coperti da un paio di occhiali da sole e dei morbidi boccoli biondi che si spostavano ad ogni suo movimento. Insomma, non capitava spesso di ritrovarsi una specie di super modello al posto del vecchio professore decrepito a fare lezione.

Alcuni di loro sobbalzarono, guadagnandosi un'occhiataccia dall'insegnante. Altri sbatterono ripetutamente le ciglia, accigliati, come per constatare di aver sentito bene.

Stava spiegando le avventure del mitico Odisseo, l'uomo dall'agile mente, ai suoi alunni; ma si era accorto che nessuno di loro prestava attenzione alle sue parole, così l'uomo decise di rovinare la giornata a tutti i ragazzi nell'unico modo che conosceva: interrogando.

L'intera aula ammutolì. Sul volto del giovane insegnante, che non doveva superare i venticinque anni, si dipinse un ghigno vittorioso.

"Nessuno? Non mordo mica." Continuò lui facendo scorrere gli occhi azzurri come il cielo sugli alunni, occhi che, famelici, cercavano una potenziale vittima; dopo una silenziosa ricerca sorrise. Incrociò un paio di occhi verdi come il mare, gli unici che non mostravano paura.

La padrona di quegli occhi si portò una ciocca di capelli, che era sfuggito dall'elegante treccia in cui era raccolta la lunga chioma corvina, dietro l'orecchio e lo guardò con disappunto.

"Jackson, ti va di raccontarmi qualcosina riguardo a Scilla? E, bada, non voglio sentire le solite cose come: è un mostro che incontra Odisseo, ma qualcosa di nuovo."

L'insegnante sentì l'aria che usciva dai polmoni degli altri studenti, aria trattenuta per paura di un'imminente interrogazione. Guardò la ragazza che aveva davanti accavallare le gambe, perfettamente a suo agio, senza però cambiare espressione.

"Ci sono molti miti su come Scilla si è trasformata in un mostro, questa è la versione che preferisco io. Anfitrite, la sposa di Poseidone, era, tra le mogli degli dei, la più fedele e meno gelosa di tutte.

Non si arrabbiava se il marito corteggiava altre donne, mortali e immortali, e accoglieva a braccia aperte i suoi figli illegittimi.

Una volta però, Anfitrite si ingelosì e volle vendicarsi sulla rivale: una bellissima ninfa, Scilla, figlia di Ecate e di Forcis, il vecchio dio marino che aveva oltre a Scilla e a Toosa, altri figli, come le Graie e le Gorgoni. Quando Anfitrite si accorse dell'amore tra Poseidone e la bella ninfa, chiese consiglio a Circe, la maga figlia di Helios, la quale le diede delle erbe magiche da stemperare nelle acque dove la ninfa era solita fare il bagno, una costa della Calabria sullo stretto di Messina.

Appena Scilla si immerse nelle acque venne trasformata in un mosto con dodici piedi e sei lunghissimi colli, con sei teste dalla cui bocca uscivano insistenti latrati. Il mostro prese possesso di una caverna della costa calabra di fronte al quale, sulla costa siciliana, c'era un'altra caverna dove abitava un altro mostro, Cariddi, figlia di Poseidone e di Gea.

Le navi per attraversare lo stretto, dovevano evitare di cadere nel vortice d'acqua provocato da Cariddi, che inghiottiva e rigettava poi fuori il mare, e Scilla che poteva divorarle." Finito il racconto, sia il professore che la narratrice poterono notare, con rammarico il primo e con soddisfazione la seconda, che tutti i compagni erano rimasti ad ascoltare la storia a bocca aperta.

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