3.

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-Vorrei conoscerla, starle accanto..mi sento dilaniato. Non so come fare ad avvicinarla. Lei é così..sfuggente. Non so che fare.-
-Non avete lezioni in comune?- chiese Caleb ingenuamente. - Potresti farci amicizia e poi magari giungerai a parlarle di quella parte di te.-
-No, non credo. Non riesco nemmeno ad avvicinarla. Non so proprio come fare ad essere suo amico, è così sfuggente, maledizione!-
-Io credo di sapere come fare-tubò Lilith. -Avere solo l'ora di Educazione fisica insieme. Se non sbaglio ce l'hai alla prossima ora dopo pranzo, no?-
Alex si illuminò. -Si..- sua sorella doveva essere una sorta di spia. Ridacchió fra se continuando ad ascoltare. Sapeva tutto di tutti. Alcune volte serviva averla acccanto.
-Bene..fa la tua mossa fratellone. Noi ti aspettiamo lì. Ho fatto più o meno amicizia con Belle. Forse, cioé mi sono solo presentata. Ma lei evita tutti i contatti.-
Alex sollevò lo sguardo verso la sorella e sorrise apertamente . -Ci sono i provini delle cheerleader, no?Avrò più tempo per parlarle.-
La ragazza annuì. -Bene a dopo..-
Il ragazzo li salutò, correndo verso gli spogliatoi maschili. Si cambiò velocemente sostituendo gli jeans con una tuta nera. Rifrescandosi il viso pensava a come potesse attirare la sua attenzione, poi trovò la soluzione: Avrebbe improvvisato. L'unica soluzione. 

Quando la campanella suonò, Alex era ansioso, voleva rivederla. Era come se non aspettasse altro che un suo saluto una sua occhiata o un suo rifiuto. Quando la vide entrare gli mancò il respiro. I lunghi capelli erano intrecciati dietro la nuca in una lunga treccia, che però erano lasciati scivolare sulla spalla, indossava ancora quegli occhiali enormi, per il suo viso dalle guance rosee. Aveva lo sguardo basso e innocente e si teneva stretta le braccia al petto come se avesse paura. La maglietta era tesa in quel punto. Alex si chiese come mai indossasse t-shirt a maniche lunghe, accigliandosi la fissò. La ragazza raggiunse la coach Hamilton, sussurrandole qualcosa che gli altri non potessero sentire, ma che lui capì perfettamente.
"Non me la sento.."-sussurava la sua voce fina e dolce come il miele.
"Va bene..puoi sederti sugli spalti."- la donna la scrutò a fondo e poi iniziò un gioco di squadre prima che l'ora terminasse con i provini del cheerleading. Alex bevve un sorso d'acqua raggiungendo la ragazza che fissava le altre giocare. -Ciao, tu non giochi?- improvvisò lui. Diavolo, stava già sudando da fare schifo e gli tremavano le mani!
-No..- rispose lei. Era accigliata come se non capisse perché parlasse con lei. Alex si sedette al suo fianco.-Non dovresti giocare?- chiese poi accennando alla partita di basket che si stava svolgendo senza uno dei suoi componenti. Lui le sorrise. Avevano intavolato un accenno di conversazione. -Se vuoi posso farti compagnia.-
-Uhm no, grazie.- rispose, ancor di più nella larga maglia, quasi fino a sparire.
-Perché sei qui?-
-Perché voglio conoscerti meglio..-Alex sfoggiò il suo sorriso spacca-pietre. Faceva crollare qualsiasi divesa delle ragazze. Ma con lei non attaccava... Lo sguardo di lei si fece sconvolto.
-Perché?-
-Perché mi piaci..-
-No..non farlo. Non farlo..questo é davvero imbarazzante, Alex. Per favore, lascia stare...non parlarmi, é meglio per te se mi stai lontano.- sentenziò Belle, guardandolo con sguardo furioso. Tutti ciò era assurdo per lei. Come poteva?
-E perché mai?-
-Perché non sono normale..-
La ragazza si alzò, spostandosi sui gradini, fino a sedersi lontano da lui. Che cosa voleva dire?

Alpha's HEART.SOSPESA. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora