1. Continuare a respirare.

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Grace's pov

Un dolore lancinante all'altezza dello stomaco mi travolse non appena mia madre strinse il corsetto più del dovuto.

«Fa' piano!» strillai quasi piangendo dal dolore.
«Oh tesoro, hai un bel seno, non vorrai mica lasciarlo in questo stato?»

Mi sentì confusa. Cosa aveva che non andava?
Lanciai un'occhiata allo specchio per assicurarmi che il mio riflesso sia lo stesso di qualche minuto fa, quando lo avevo guardato per la trentesima volta in dieci minuti.

Serrai i pugni e immediatamente un nodo mi strinse la gola.
Troppo grassa. Troppo sporca. Troppo incapace di respirare.
Lacrime amare minacciarono di uscire, ma le trattenni in tempo. Ero brava a farlo.

Il suo sguardo severo raggiunse il mio attraverso lo specchio.
Se solo quel giorno non mi avessero trovata, ora non sarei qui.

Aumentai la stretta dei pugni fino a farli tremare.
Respira, Grace. Respira. Respira. So che non sei brava a farlo, ma fallo, ti prego.

Mollai la presa proprio quando sentì un familiare bruciore. Infatti, quando aprì la mano, gocce di sangue sgorgarono attraverso il marchio delle mezzelune, percorsero il palmo e raggiunsero la punta delle dita.

Guardai quelle gocce di colore in mezzo all'oscurità, la mia oscurità. La stessa che collabora con i miei demoni interiori, non lasciandomi dormire la notte.

Iniziai a vedere tutti sfocato, forse per via degli occhi lucidi, forse per la nebbia che vagava nella mia mente danneggiata, ma decisi ugualmente di continuare a fare finta di nulla.

«Un'ultima stretta e...» soffocai. «Fatto» disse soddisfatta con un sorriso stampato in viso.
Sorrisi di rimando, non capitava spesso di vederla così felice.

«Non ti sembra troppo stretto, mamma?» chiesi titubante guardandomi per l'ennesima volta allo specchio.

«Assolutamente no, è perfetto» disse prima di voltarsi verso il letto, da dove prese un vestito. Quello che avrei dovuto indossare.
Rimirai le decorazioni dorate che rivestivano l'abito verde smeraldo.

«Guarda che meraviglia» entusiasta, mi mostrò il vestito. «Fa parte della mia ultima collezione, ti starà da Dio.»

Sorrisi, forse per nascondere il disagio.
Senza lasciarmi aggiungere altro, Stephanie, l'assistente di mia madre che era rimasta in disparte per tutto il tempo, iniziò a infilarmi il vestito.

Quando ebbe finito, sorrise soddisfatta. E io mi sentii soffocare per l'ennesima volta.

«Pronta!» Esclamò mia madre, guardandomi con i suoi grandi occhi color nocciola.

***

«Mi raccomando, postura, eleganza e grazia.» mi raccomandò mia madre severa prima della mia uscita.
Annuì inerme, consapevole dello strazio che mi aspettava.

«È chiaro?» ripeté assottigliando gli occhi.
«Si» dissi tutti d'un fiato.
Come potevo respirare se ero conciata peggio di un albero di Natale?

«...Grace Smith» annunciò una voce attraverso il microfono. E anche se non sentì la prima parte del discorso che pronunciò il presentatore, capì che era il momento di sfilare.

Spensi il cervello, le emozioni, tutto. Era il momento.
Salii sulla passerella e tutti i riflettori vennero puntati sulla mia figura. Il mio viso venne illuminato da una luce abbagliante che smosse qualcosa dentro di me.

The only option ~ l'istante in cui smisi di respirareWhere stories live. Discover now