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Quando Taehyung si svegliò e trovò Jungkook scomparso, la rabbia iniziò a prendere il sopravvento. Si sentiva tradito e preso in giro. La notte che avevano passato insieme, così intensa e coinvolgente, sembrava ormai un inganno. Non era solo il fatto che Jungkook fosse andato via senza nemmeno un messaggio, ma la sensazione di essere stato usato per un momento di debolezza lo infuriava.

Il piccolo cagnolino di Taehyung, saltellando felice accanto a lui, non riusciva a distrarlo dalla sua frustrazione. Lo sguardo di Taehyung era freddo e deciso mentre si vestiva, cercando di controllare l'ira che sentiva crescere dentro di lui. Era stanco di giochi e di persone che non avevano il coraggio di affrontare le conseguenze delle loro azioni.

"Mi ha preso in giro,di nuovo" mormorò tra sé e sé, mentre preparava la colazione per il suo cagnolino.

Sentiva il peso dell'umiliazione e della rabbia, e il pensiero che Jungkook non avesse avuto il coraggio di rimanere e spiegare le sue azioni lo infastidiva profondamente. Avrebbe dovuto affrontare la situazione, chiarire cosa significasse tutto ciò e decidere cosa fare con il resto della sua vita.

Taehyung, ancora sconvolto e arrabbiato, decise di chiamare Jimin. Con la mente confusa e il cuore pesante, prese il telefono e compose il numero del suo amico.

"Ciao, Jimin," disse Taehyung quando Jimin rispose, cercando di mantenere la voce calma. "Mi dispiace disturbarti, ma avrei bisogno di parlare con qualcuno. Puoi venire a trovarmi oggi?"

Jimin percepì subito che qualcosa non andava. "Certo, Taehyung. Ti va bene se arrivo tra un'ora?"

"Va benissimo," rispose Taehyung, cercando di nascondere l'ansia nella voce. "Ti aspetto."

Dopo aver chiuso la chiamata, Taehyung si sedette sul divano, lo sguardo perso nel vuoto mentre cercava di prepararsi mentalmente per la visita di Jimin. Sapeva che parlare con qualcuno era quello di cui aveva bisogno in quel momento, un modo per dare un senso al caos che si agitava dentro di lui. Jimin era sempre stato un amico fidato, qualcuno con cui poteva aprirsi senza riserve, ma Taehyung si chiedeva se sarebbe stato davvero in grado di esprimere ciò che sentiva.

Mentre aspettava, il silenzio della stanza sembrava amplificare i suoi pensieri. Ogni emozione repressa, ogni dubbio e paura, sembrava emergere con forza, rendendo difficile concentrarsi. Tuttavia, sapeva che il confronto con Jimin avrebbe potuto aiutarlo a mettere in ordine i suoi pensieri e a trovare una via d'uscita dalla confusione in cui si trovava. Doveva essere onesto, non solo con Jimin, ma soprattutto con se stesso.

Con un respiro profondo, Taehyung si preparò per l'arrivo di Jimin, sperando che la conversazione potesse portare un po' di chiarezza al suo cuore tormentato.

Quando Jimin arrivò, Taehyung era già pronto ad accoglierlo. Lo fece entrare e lo invitò a sedersi sul divano, accanto a lui. Jimin, notando subito l'espressione turbata di Taehyung, non perse tempo a ridere un po'.

"Che cosa è successo? Sembri davvero sconvolto."

Taehyung si passò una mano tra i capelli, visibilmente agitato. "Jimin, sta notte... Jungkook è stato qui. Abbiamo passato la notte insieme, ma quando mi sono svegliato, era già andato via. Non mi ha lasciato nemmeno un messaggio."

Jimin smise di sorridere, il suo sguardo si fece serio.

"Ancora?" esclamò, il tono riflettendo un misto di incredulità e preoccupazione. "Non posso credere che Jungkook si sia comportato così di nuovo. Non è la prima volta che ti fa questo"

Taehyung annuì, sentendo il peso delle parole di Jimin. "Sì, non capisco perché sia andato via così. Pensavo che... beh, che le cose tra noi stessero andando in una direzione diversa. Ma ora non so più cosa pensare."

Blind date - KOOKTAEDonde viven las historias. Descúbrelo ahora