Epilogo

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"E adesso ti sto guardando e tu mi chiedi se ti voglio ancora, come se io potessi smettere di amarti. Come se potessi essere disposto a abbandonare la cosa che più di ogni altra mi rende forte. Non ho mai osato dare tanto di me a nessuno, prima d'ora."
Cassandra Clare dal libro "Shadowhunters - Città di vetro"


Come aveva immaginato, Killian era lì, seduto sulla sabbia, con lo sguardo rivolto all'orizzonte.

Avvolto nell'oscurità della notte, sembrava calmo, ma lei sapeva che non era così.

Il vento soffiava ancora prepotente, ma la pioggia sembrava essersi leggermente placata.

Emma si fermo' a pochi passi da lui.

Aveva corso così forte che le mancava il fiato, ma nel tragitto, non aveva pensato a cosa gli avrebbe potuto dire.

Non esistevano parole di conforto tanto potenti.

La verita' è che lei capiva perfettamente come lui dovesse essersi sentito una volta scoperta la realtà.

Lo sapeva perché era successo anche a lei, per ben due volte.

La prima quando aveva saputo chi era, da dove veniva, non capitava tutti i giorni di sentirsi dire di essere la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro, o di essere catapultata inconsapevolmente in un mondo magico del quale ignorava l'esistenza.

La seconda dopo l'anno a New York, quando Regina le aveva donato dei meravigliosi ricordi con Henry, che poi aveva realizzato fossero un mucchio di bugie.

La cosa che la distingueva dal Capitano però, era che lei la sua famiglia l'aveva ritrovata, una famiglia che era stata costretta ad abbandonarla e che l'amava incondizionatamente.

Lei aveva avuto una vita senza amore, ma ora stava recuperando il tempo perduto.

Lui aveva avuto una vita senza amore, e non avrebbe mai potuto chiedere ai suoi genitori il perché.

Perciò, a corto di parole, si avvicino', inginocchiandosi dietro di lui , cingendogli i fianchi e stringendolo.

Poso' la testa sulla sua schiena, riuscendo a captare il battito impazzito del suo cuore.

Lo sapeva, lo conosceva troppo bene.

La sua maschera di indifferenza nascondeva un animo in tempesta.

Chissà quanti secoli gli ci erano voluti per costruirsi quel muro attorno.

Di solito proteggeva se stesso usando la sua solita ironia e la sua incredibile sfacciataggine ma, quella volta, non c'era sarcasmo nella sua espressione, e neppure dolore.

Solo un immenso vuoto.

Probabilmente l'avrebbe allontanata, ma non le importava.

Lo strinse piu' forte.

Lo sentì irrigidirsi al contatto, ma fu solo per un momento.

Le sue braccia forti si incrociarono a quelle di lei.

Emma non riuscì a reprimere un sorriso, che lui non poteva vedere.

"Almeno adesso sappiamo da chi ho ereditato."

"Non dirlo neanche per scherzo Killian. Tu non sei come tuo padre."

"Non ne sono sicuro."

Emma sospiro'.

"Ti va di parlarmene?"

"Pensavo che il fatto che tu fossi qua significasse che la triste favola della mia vita fosse già di dominio pubblico."

La Principessa e il PirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora