La menzogna di una vita

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"Ognuno all'inizio è una nave inaffondabile.
Poi ci succedono alcune cose: persone che ci lasciano, che non ci amano, che non capiscono o che noi non capiamo, e ci perdiamo, sbagliamo, ci facciamo male, gli uni con gli altri.
E lo scafo comincia a creparsi.
E quando si rompe non c'è niente da fare, la fine è inevitabile.
Però c'è un sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e quando andiamo a pezzi.
Ed è solo in quel momento che possiamo vederci, perché vediamo fuori di noi dalle nostre fessure e dentro gli altri attraverso le loro."

John Green dal libro "Citta di carta"




"Belle vuole mostrarmi una cosa. Torno appena possibile. Aspettami sveglio."

Killian rilesse per la millesima volta il biglietto che Emma gli aveva lasciato sul cuscino.

Era passata quasi un'ora, ma ancora niente.

Preoccupato, decise di andare a controllare, a costo di sembrare paranoico, ma dopo le ultime vicissitudini non voleva perderla di vista.

S'infilò in fretta la camicia e uscì dalla stanza.

Scese a grandi passi i ripidi scalini della scala a chioccia.

Dal piano di sotto proveniva un leggero mormorio, probabilmente le due ragazze stavano chiacchierando e avevano perso la cognizione del tempo.

Ma quando entrò nella cucina trovò invece Tremotino e Robert, impegnati in una fitta conversazione.

La cosa gli sembro' subito insolita.

Quando si accorsero della sua presenza, restarono ammutoliti, fissandolo in maniera strana, con aria sconvolta e quasi...colpevole.

Immediatamente il pensiero del pirata andò ad Emma.

"Che diavolo sta succedendo qui?!"

Silenzio.

"Dov'è Emma?"

"Jones..."

Killian afferrò Tremotino per il bavero della camicia.

"Non lo ripeterò una seconda volta coccodrillo. Dov'è Emma?"

"Emma sta bene, non è qui. Probabilmente è in giro per la tenuta con Belle."

Il vecchio attiro' la sua attenzione.

"Killian. Dobbiamo parlarti di una cosa."

Il modo in cui aveva pronunciato il suo nome, non ammetteva repliche.

Allarmato e confuso, il Capitano allento' la presa, guardandoli entrambi.

Robert gli indicò una sedia.

"Forse è meglio se ti siedi ragazzo."


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"Non riesco a crederci. Ma com'è possibile?!"

Belle raccolse il foglio dal pavimento e rilesse la lettera, come per verificare se qualcosa le fosse sfuggito.

"Credi che lui lo sappia?"

"Killian? No. Qualsiasi cosa sia successa ai suoi genitori, ne è all'oscuro, ne sono certa."

"Dobbiamo dirglielo Emma!"

"Lo so, ma come? E poi, cosa gli diciamo? Abbiamo capito una parte della storia, ma ci sono ancora un sacco di vuoti. C'è molto di più."

"Di qualsiasi cosa si tratti, ha il diritto di saperlo."

Emma annuì.

"Vado subito a parlargli."

"Troppo tardi."

La voce di Robert davanti alla porta le fece trasalire.

"Non ti abbiamo sentito entrare."

"Tardi per cosa?"

Subito dopo di lui entrò Tremotino.

"Il pirata sa tutto, tutta la verità."

Il viso di Emma si trasformo' in una minacciosa maschera di pietra.

"Quale verità?"

"Quella sulla sua nascita, sulle sue origini, su chi è veramente."

"Killian è il figlio del Principe Julian di Kendrik."

Robert racconto' a grandi linee la vicenda della nascita dei gemelli, della scelta del Principe, del tranello del Signore Oscuro che porto' all'abbandono di suo figlio al molo.

Belle incrociò a bocca aperta gli occhi di suo marito.

Emma non riusciva neppure a muoversi tanto la crudeltà di quella verità l'aveva paralizzata.

"Glielo abbiamo detto, era un suo diritto."

"Quello che successe dopo che il generale Jones portò via con sé il piccolo."

La voce di Emma fu un sussurro, un sibilo flebile ma tagliente come il verso di un serpente.

"Dov'è adesso?"

"Se n'è andato."

"Dove?"

"Non lo so. E' corso via sub...Ehi aspetta! Dove credi di andare?"

Ma Emma aveva già raggiunto la porta d'ingresso.

Belle la trattenne per un braccio.

"Emma hai visto la tempesta che c'è fuori! Non puoi andare, è troppo pericoloso!"

"Lasciami andare. Non m'importa."

"Se ti succede qualcosa Killian non..."

Ora stavano quasi urlando.

"Devo trovarlo!"

"Non sai neppure dove sia."

"Non m'importa! Belle, ha bisogno di me."

Le tremò la voce, mentre Belle lasciava cadere il braccio lungo il fianco.

"Sta attenta."

Quando la porta si richiuse alle sue spalle, il vento le colpì' il viso come una lama.

Aveva mentito.

Sapeva benissimo dove Killian fosse diretto, ma non voleva che nessun'altro la seguisse.

Doveva essere sconvolto ed Emma era certa che fosse andato nell'unico luogo capace di placare i suoi tormenti.

Lottando contro le sferzate di pioggia, incurante del freddo che le penetrava nelle ossa, s'incammino' quasi correndo verso la spiaggia.

Lì, Killian Jones cercava di rimettere assieme i cocci di tutto ciò che aveva creduto in quegli anni.

I pezzi di un bambino, un ragazzo, un uomo che non era mai stato chi credeva di essere.

C'era stato un tempo in cui aveva seriamente pensato di essere invincibile, inaffondabile come la sua Jolly Roger.

Ce n'erano stati altri in cui non aveva desiderato altro che lasciarsi travolgere dalle onde fino alla deriva, per placare il suo dolore.

In quel momento la sua nave aveva subito un ulteriore colpo, altre crepe avevano intaccato la sua superficie.

Iniziava a imbarcare troppa acqua.

La domanda era quanto gli ci sarebbe voluto prima di esplodere e andare definitivamente in frantumi.

C'era un limite al sopportabile?

Non poteva saperlo.

Per il momento non gli restava che affidare i suoi tormenti all'oceano, come aveva sempre fatto nella sua vita.

Una vita che, come aveva appena scoperto, era stata tutta una gigantesca menzogna.

La Principessa e il PirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora