Prologo

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La luce intensa del sole entrò nella stanza illuminando ogni suo angolo. Accantonai le valigie di fianco all'armadio e decisi di uscire fuori nel terrazzo ad ammirare quel bellissimo tramonto che stava dando spettacolo riflettendosi nelle acque del lago.

Il cinguettio degli uccellini faceva da sottofondo insieme al leggero venticello che muoveva le foglie degli alberi che ci circondavano.Appoggiai le mani sulla ringhiera senza smettere di godermi quel panorama incantevole fino a quando le sue grandi braccia mi avvolsero da dietro "Sempre al momento giusto" dissi a bassa voce "Se non mi vuoi basta dirlo" sussurrò all'orecchio, mi girai ancora all'interno delle sue braccia.

Continuai a fissare i suoi bellissimi occhi da cui potevo vedere le ultime luci prima che si abbassasse il sole e lo baciai intensamente "Se questo non è volermi pensa al contrario" disse sorridendo. Gli appoggiai una mano sulla guancia continuando ad ammirare la sua bellezza, non esterna, ma la bontà che esce dal suo corpo , ancora non riesco a compiacermi di quanto sia fortunata ad averlo al mio fianco."Andiamo a mangiare Tay ? Questo jet lag si sta facendo sentire" disse prendendomi per mano e dirigendosi verso il ristorante.

Non è la prima volta che vengo a Como, e un posto che mi ha lasciato qualcosa di speciale : il lago è spettacolare, per non parlare del cibo italiano e la cordialità delle persone è qualcosa di raro che non sempre si può trovare. Lo staff del ristorante ci ha preparato un posto speciale lontano da tutti per non essere disturbati, è stata una decisione di mia madre che ha richiesto specificatamente in quanto mi deve parlare di una cosa importante. Come sempre le emozioni fanno brutti scherzi, la preoccupazione prende il sopravvento combattendo con l'ansia del non sapere.

Qualche minuto dopo ci raggiunsero i miei genitori a tavola "Cavolo Kelce non finire tutti i grissini o ne diventerai uno te!" disse esordendo mio padre, lo guardai mettendomi una mano in faccia dall'imbarazzo "Dai Tay sto scherzando!" abbracciai entrambi prima di sederci. Passammo una bella serata tra calici di vino, buon cibo e lunghe chiacchiere di famiglia con le solite domande 'Avete progetti sul futuro? Prenderete casa in Tennessee o vivrete in Kansas ? ' solite domande che a lungo andare seppur fatte dalle persone che ti hanno dato la vita, fanno passare la voglia di parlare.

Finita la cena ci dirigemmo fuori nel terrazzo, invaso da lanterne che illuminavano il buio che era arrivato. Soffici divani ci facevano rilassare mentre ci servirono il the freddo con un carrello di dolci assortiti che aumentano la golosità solo a guardarli. "Quindi..." chiesi impaziente di sapere "Dovete promettermi di non dire niente finché non sarà tutto più chiaro" chiese mia madre preoccupata, era da un po' di tempo che non la vedevo così e sincera iniziai a preoccuparmi che fosse qualcosa di grave.

Cambiai posizione staccandomi dal petto di Travis sul quale ero appoggiata "Ammetto che avremmo dovuto dirtelo molto tempo fa, ma tra vari concerti e la nuova vita che ci stava cambiando positivamente, non potevamo permetterci di portare qualcosa di così emotivamente grande nella tua vita, soprattutto perché eri una adolescente" continuò strofinandosi le mani "Ammetto che ci siamo fatti sfuggire la mano se penso che te lo stiamo dicendo solo ora" presa la parola mio padre "Però è giusto che tu lo sappia e se mai dovrai prendertela con qualcuno , promettimi che quella non sarà tua madre ma il diretto interessato" concluse di parlare continuando a fissarmi ed è lì che capii che cercava la mia approvazione, allora annuii per farlo ricominciare "Venticinque anni fa feci un viaggio di lavoro qua in Italia dove rimasi per due mesi lontano da casa, non so se ti ricordi, avevi dieci anni" scossi la testa mentre il resto del corpo rimaneva immobile pronto ad attutire quel colpo che mai avrei pensato "Ecco appunto...comunque per me e tua madre non era un bel periodo, in ogni coppia si hanno alti e bassi e per noi purtroppo quel momento era uno basso" fece un respiro "Cogliemmo l'occasione di questo viaggio per capire se le cose tra di noi potessero migliorare, ed è così è stato perché sono tornato da quel viaggio più sicuro che mai sulla persona che volevo essere: vostro padre e l'uomo che Andrea si merita di avere al suo fianco" non riuscivo a capire cosa c'era di male in tutto questo, nel mentre Travis vedendomi immobile si avvicinò prendendomi la mano "Il problema che questo l'ho capito facendo una cazzata" deglutì "L'ho capito solo dopo essere andato a letto con un'altra donna" gli occhi si colmarono di lacrime e la delusione stava salendo dentro di me "So che è una cosa orribile e non pensare che sia contento di quello che abbia fatto, ma voglio che tu sappia che sono arrivato subito pulito con tua madre e lei me le ha fatte passare tante prima di accogliermi in casa di nuovo" strinsi la mano di Travis dalla rabbia che ardeva sempre di più "Come hai potuto ?" chiesi con la voce che mi tremava "Ero ubriaco e non capivo niente, ma questo non mi giustifica".

Mi alzai e iniziai a fare avanti e indietro mordendomi le unghie dell'indice "Ma questa è solo una premessa su quello che ti dobbiamo dire" disse mia madre "Ah buono di mal in peggio" Travis mi guardò facendomi segno di sedermi, penso che avrei perso la pazienza più facilmente se non ci fosse stato lui a tranquillizzarmi "Da questa notte e via" sospirò prima di lanciare la bomba "Nacque una bimba" ci fu un minuto di silenzio dove tutti quanti ci siamo guardati per un momento negli occhi increduli di quello che avevo appena sentito "Come fai a saperlo?" chiesi schietta senza pensarci "Gli avvocati della madre mi hanno contattato cinque anni fa dopo la sua morte, facemmo il test del DNA all'insaputa della ragazza e risultò positivo. Ne parlai bene con tua madre e decidemmo così di non metterci in contatto con la ragazza per rispetto della sua vita e soprattutto della vostra in quanto non sapevate ancora niente e pagammo una cauzione" ero sotto shock non riuscivo a tirare fuori una parola dopo tutto quello che era appena accaduto "Quindi non sapete niente di lei?" chiese intromettendosi Travis "Sappiamo che ha ventisei anni, vive da sola, non ha famiglia e abita nel nord Italia e che si chiama Nora, niente di più" a queste ultime parole feci concludere la serata andandomene stupita da tutto quello che era appena successo.

Non so se ero più arrabbiata con mia madre per non avermi detto niente o delusa con mio padre per aver tradito l'amore della sua vita con la prima che passava, ma soprattutto non riuscivo a capire se ero felice di aver scoperto di avere una sorella o scioccata che esista una prova esistenziale del tradimento di mio padre. Ho sempre odiato i tradimenti e sapere che mio padre abbia potuto fare una cosa del genere mi fa rabbrividire.

Mi buttai tra le braccia di Travis appena entrai in camera, lasciando fuoriuscire ogni emozione che stava prendendo il sopravvento all'interno di me. Le lacrime fecero sciogliere le ultime tracce di quel mascara ormai secco da tutta la giornata "Cosa pensi ?" mi chiese dopo essermi sfogata del tutto.

Asciugandomi con le maniche del maglioncino presi un grosso respiro "Non lo so sinceramente, mi sento come se un'onda fortissima mi avesse colpito ovunque" si sedette a bordo del letto vicino a me "E' un colpo grosso soprattutto dopo tutto questo tempo, ma sappi che sarò qui" continuai a fissare il pavimento immaginandomi le scene del passato: di come mio padre incontrava quest'altra donna o di come diceva tutto a mia madre e lei stava male, persino cercavo di immaginare la faccia di quella ragazza che mi poteva assomigliare "Guardami ti prego" con le sue mani grosse ma delicate prese il mio volto e lo girò verso di lui "Non sei sola" mi lasciai andare sul suo petto sospirando "E' come se il castello che avevo creato della nostra vita fosse crollato del tutto" dissi con voce rotta "Lo so..." passò qualche secondo "Ora metti il pigiama e andiamo a riposare, è stata una giornata impegnativa" sentivo la pesantezza in ogni parte del mio corpo "Non so se riuscirò a dormire" aprii tutte le valigie alla ricerca di un pigiama, mi faceva sorridere il pensiero di come si prendesse cura di me con piccoli gesti "Ma quanti vestiti ti porti?" disse ridendo, poi tirò fuori una sua maglia "E questa che ci fa qui?" chiese scoppiai a ridere. Gliela presi in uno dei primi weekend all'inizio della nostra relazione "Non è colpa mia giuro" cercai di deviare il mio reato ed è in quel momento che si buttò addosso placcandomi e facendomi il solletico.

Dopo questa lotta improvvisa ci addormentammo profondamente su quel letto soffice come la piuma, ma non fu' così lungo come immaginavo perché venni svegliata all'improvviso da un sogno. Scesi dal letto e guardai l'ora erano le sei del mattino, presi il cardigan e andai nello stesso divanetto di ieri sera. Mi soffermai sui rumori dell'ambiente che mi circondava e la scena del sogno riprese nella mia testa : stavo rincorrendo qualcuno, non si riesce a capire bene, vedo solo che ha un vestito bianco e dei capelli castani che si muovono nel vento. Con la mano cerco di raggiungerla, provai ad urlare qualcosa ma si sente tutto rimbombare come se fossimo sott'acqua e arrivammo vicino al lago dove mi fermai ansimando dalla stanchezza. Lei entrò lentamente voltandosi verso di me e andando avanti fino a non vederla più. Il sogno finì così lasciandomi nel dubbio, due lacrime scesero tracciando due linee nelle guance "Buongiorno mattiniera" arrivò Travis con una tazza di caffè caldo come piaceva a me "Voglio conoscerla" dissi girandomi verso di lui che era alle mie spalle "Chi?" si era appena svegliato lo vedevo dal volto ancora stanco "Mia sorella" il suo sorriso mi fece capire che non stavo sbagliando, magari era una scelta irrazionale, soprattutto durante ancora il tour, ma sentivo che era la cosa giusta da fare.

INVISIBLE STRINGWhere stories live. Discover now