Capitolo due

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Ero incredula del fatto di essere riuscita a dormire senza bisogno di qualche farmaco. Mi avevano prescritto delle pillole per il sonno per l'esperienza che avevo passato, ma mia madre era sempre stata contraria ai rimedi artificiali.

Certo sapeva che non c'era altra scelta, e quindi aveva acconsentito a patto che non le avessi prese troppo frequentemente e per ogni piccola cosa.
La mie guance avevano ancora i segni che le lacrime avevano lasciato dalla notte prima, e miei occhi sembravano delle palline da golf quanto erano rossi e gonfi. Ma, a parte questo, avevo l'aria più riposata del solito. Probabilmente perchè era la prima volta che dormivo più di tre ore.
Non avevo proprio voglia di alzarmi da quel letto, vestirmi, e fingere di essere felice. Non quel giorno, non quella domenica, non l'anniversario della morte del mio migliore amico e il coma della mia migliore amica.
Poi mi rincuorai sul fatto che sarebbe stata Gwen a passare la mattinata con me. Mi serviva proprio l'appoggio della sorella di Chris. Una persona che poteva veramente capire quanto stavamo soffrendo.

''Hai, è arrivata Gwendolyn'' urlò mia sorella che era passata davanti alla mia camera, probabilmente mentre stava scendendo per fare colazione. Presi un gran respiro profondo e poggiai i piedi nudi sulla moquette per andare ad aprire la porta.

Così feci, nonostante le mie gambe avessero una consistenza molliccia, e mi sporsi verso le scale per vederne al piano terra.

''Buongiorno, è permesso?'' mormorò educata una voce potente proveniente dall'uscio di casa.

''Gwen, sono qui. Sali'' dissi di rimando appena vidi un ammasso di capelli neri al centro del corridoio. Subito alzò lo sguardo verso di me e cominciò a salire le scale.

Intanto avevo già aperto il rubinetto della vasca da bagno per far scaldare l'acqua e quando la ragazza mi raggiunse al piano di sopra, si soffermò a guardare i miei occhi e così io i suoi.
Aveva pianto, probabilmente per ore e ore senza contegno. Gwen non era una ragazza che piangeva, lo faceva raramente davanti alle persone, e dagli occhi rossi si intuiva che aveva passato maggior parte del tempo all'interno della sua camera.

''Non voglio farti aspettare ma sono davvero in condizioni disperate, dammi cinque minuti che mi faccio un bagno e poi possiamo uscire'' dissi mortificata tenendo un asciugamano giallo stretto al petto.

Lei annuì ''Ti aspetto in camera tua. Tranquilla, ne hai bisogno''.

Poi sorrise, stranamente in maniera vera. Non come una persona che è costretta a farlo per le circostanze.
Mi buttai dentro l'acqua calda dopo aver chiuso la porta a chiave passando più e più volte con la spugna la mia faccia. Lo feci di fretta, impedendomi di pesare. Perchè se avessi cominciato a pensare a Mag e Chris avrei fatto diventare i miei occhi ancora più gonfi.
Come detto, cinque minuti dopo, con l'asciugamano attorno al corpo mi diressi in camera.
Gwen era seduta sul mio letto, con la testa china su una foto. La foto che tenevo sul comodino.

''Vi chiamavano il trio discorde da quanto eravate diversi'' disse non appena mi vide entrare all'interno della stanza, senza distogliere lo sguardo dall'immagine ''Eravate così diversi''

Sorrisi prima di prendere posto accanto a lei, sul letto, con ancora le braccia e le gambe leggermente umide ''Quel giorno Chris aveva-''

''Aveva ''rovinato'' la festa di compleanno di Mag. Me lo ricordo. Aveva portato delle formiche dal formicaio sotto casa e le aveva lanciate sopra di lei'' raccontò divertita.

Mi unii anche io alla risata ''Già. Povera, si è fatta tra le tre e quattro docce quella sera''

Poi ci fu silenzio, un silenzio carico di tristezza. Mi alzai dal letto per vestirmi mentre Gwen rimetteva con cura la foto sul comodino ''Sei pronta per domani?''

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⏰ Last updated: Feb 09, 2016 ⏰

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