Capitolo 6

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Selene

Ma dove mi trovavo ? Mi ero appena svegliata e non avevo la minima idea di dove fossi capitata. Mi guardai attorno e mi accorsi di essere in casa, ma non nella mia.

Non riuscivo a ricordare cosa fosse successo il giorno prima nè tantomeno perchè mi trovavo lì, in un posto a me sconosciuto.

Cercai di alzarmi e un forte dolore al ventre non mi permise di muovermi dalla posizione in cui mi trovavo, oh cazzo non ditemi che...., sentii un rumore metallico provenire da una delle stanze di quella casa ma ero letteralmente ostacolata da questo dolore terribile.

Dopo venti minuti buoni, con movimenti lenti e con molta precauzione, riuscii finalmente a tenermi in piedi e iniziai ad avventurarmi in quel posto, le pareti erano tutte del medesimo colore: il grigio. Era tutto così spoglio e morto, non v'era un minimo di colore.

Con poca difficoltà, siccome l' appartamento era piccolo, trovai il bagno e mi ci addentrai come se fosse la via verso la salvezza e cercando di non far rumore controllai che non mi fossero arrivate le mestruazioni, ma evidentemente tutte le mie preghiere erano state vane.

Non avevo l'occorrente a portata di mano e dubitavo che ne avessi trovato nei mobiletti grigi posti sotto lo specchio, ma cercai lo stesso e con mia somma gioia lo trovai sopra ad un asciugamano, grazie Dio per questo atto di carità.

Una volta pulito tutto cercai di seguire il suono metallico proveniente, probabilmente, dalla cucina.

 Mi affacciai alla porta e ci misi poco a capire che il ragazzo che mi aveva portata qui era lo stesso della sera precedente, volevo ringraziarlo ma non ci riuscivo.

I crampi cominciarono a farsi risentire e un lamento mi sfuggì dalle labbra, in maniera involontaria. Al sentire del mio lamento, il ragazzo, si voltò e con sguardo svogliato e da pervertito aprì bocca " Buongiorno", mi aveva rapita non avevo dubbi, del resto ricordavo solo il suo volto e.....l'accendino, ma non riuscivo proprio a farmi tornare in mente come mi avesse portata qui.

Ero una molto paranoica e mi facevo sempre mille domande, in preda al panico iniziai ad urlare e tirare calci, che andavano a finire nel vuoto.

Il ragazzo mi si avvicinò e cercando di calmarmi mi mise le mani sui fianchi, cosa che odiavo, ma io iniziai ad urlare ancora più forte di prima e non avevo intenzione di smettere. Mi tappo la bocca e tentai di morderlo " Non azzardarti a mordermi la mano Selene " , conosceva il mio nome ? Come? Ero perplessa, ma lui probabilmente vista la mia espressione mi spiegò come stavano le cose " Stai tranquilla, non ti ho mica rapita; ieri sera eri in preda ad un attacco di panico e volevo aiutarti, eri messa male, ti capita spesso ?"

Mentre lui spiegava cercavo di ricollegare le informazioni nella mia testa e come un flash ricordai la mia sventura.

" Oh, sì adesso ricordo" ragionai, ma fu solo un attimo che dopo mi accorsi di non essere vestita come la sera precedente e diventai rossa come un pomodoro pensando al fatto che lui mi avesse vista seminuda.

Si mise a ridere di gusto e io nascosi il viso tra le mani, uno sconosciuto con cui avevo scambiato due parole non solo mi aveva portata a casa sua ma mi aveva anche vista seminuda. Volevo sotterrami, non avevo mai provato così tanto imbarazzo.

"Non preoccuparti per quello, non ti ho mica spogliata del tutto" al sentirmi dire quelle parole cominciai a balbettare qualcosa di insensato che non capimmo nè io nè lui.

Cercai con la coda dell' occhio un angolino nel quale rifugiarmi dai giudizi, ero stata spesso giudicata a causa del mio aspetto fisico e delle ferite che mi portavo dietro. Elena non poteva avermi realmente salvata, spero si sia pentita di averlo fatto. Cosa ci facevo io ancora lì? Volevo solamente sparire alle occhiate stranite della gente, non chiedevo molto. A quale scopo mi aveva salvata? La mia presenza nel mondo non fa differenza a nessuno. E' vero, ho dei sogni da realizzare ma non ci riuscirò, ogni respiro appesantisce la mia anima. Mi sentivo responsabile di ogni male della gente, faceva male persino pensare alla me in una vita migliore di questa. Io non mi meritavo nulla, nulla di buono.

Le parole che ti ho dedicatoWhere stories live. Discover now