Capitolo 43.2

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🅁🄾🄻🄻🄱🄰🄲🄺

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🌗

B R Y A N

Mentre avanzo a passi rapidi lungo il corridoio della scuola, la sensazione che ogni mio movimento sia osservato, e che ogni sguardo si soffermi troppo a lungo su di me si fa sempre più persistente.

La gola mi si secca, il mio respiro è affannato, e il panico mi stringe in una morsa implacabile.

La consapevolezza che la morte di Logan sia in parte anche colpa mia è come un macigno che per mesi mi sono portato dietro, e che adesso mi sta schiacciando.

E la cosa peggiore è che non so se mai ne uscirò, so solo che la gravità di ciò che ho fatto non può essere minimizzata.

Le pareti sembrano chiudersi su di me, gli sguardi degli altri studenti si trasformano in vere e proprie spade affilate che mi colpiscono senza pietà.

Le voci risuonano nella mia testa, echi confusi e distorti.

"Lo sanno tutti," sussurra una vocina in fondo alla mia mente. "Stanno parlando di me, sono sicuro."

Con un ultimo scatto disperato, raggiungo la porta del bagno dei ragazzi e la spingo con forza.

Una volta dentro, mi appoggio al lavandino, le mani sudate che si aggrappano ai bordi come se fosse l'unica cosa che mi tiene ancorato alla realtà.

Mi guardo allo specchio, e tutto ciò che vedo nel riflesso di fronte a me è l'immagine di un volto pallido, con occhi sgranati e dilatati dal terrore.

«Non può essere vero,» mi ripeto, cercando di convincermi. «Non lo sanno, non possono saperlo.»

Giro la manopola del rubinetto e lascio che l'acqua fredda inizi a scorrere.

Mi chino in avanti, raccogliendone un po' nelle mani, e mi sciacquo il viso.

Cerco di respirare profondamente, di rallentare il mio battito cardiaco, ma ogni volta che chiudo gli occhi vedo il volto tumefatto di Logan.

Un volto pieno di sangue, sangue che io stesso ho versato in un momento cieco di rabbia.

"Hai fatto una cosa terribile," mi sussurra nuovamente quella fastidiosa voce interiore. "Non c'è modo di nasconderlo."

Mi aggrappo con più forza al lavandino.

Ogni rumore fuori dalla porta, ogni voce che riecheggia nel corridoio, mi sembra un avviso imminente di ciò che mi aspetta, un'inevitabile resa dei conti.

𝙃𝙖𝙘𝙠𝙚𝙙 𝙝𝙚𝙖𝙧𝙩Where stories live. Discover now