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1 mese dopo...
Le cose tra Chiara e Kenan andavano sempre meglio, avevano imparato a vivere nella quotidianità ed entrambi avevano imparato a ricavare sempre qualche ora libera per passarla insieme, prima delle partite erano a casa insieme e lei era ormai diventata un'esperta nel calmare Kenan quando era sotto tensione oppure credeva di non farcela, durante le partite mentre Kenan giocava lo guardava con occhi innamorati e lui quando poteva gli regalava sguardi oppure sorrisi che le facevano scaldare il cuore.
Il Natale sarebbe arrivato da lì a poco e tutti quanti non vedevano l'ora perché Natale significa stare a casa con la propria famiglia, Chiara sarebbe tornata finalmente nella sua amata Roma che non vedeva da un sacco di tempo, mentre Kenan cercava in tutti i modi di far venire i suoi genitori qui in Italia.
Oltre al Natale però si avvicinava anche la partitina contro il Frosinone, anche se non era per loro impossibile questa partita, si dovevano comunque impegnare per portare a casa i punti che servivano per posizionarsi nella classifica.

Chiara Afilani
«Buongiorno Saretta, come va, ti sei ripresa dall'influenza che gira» dico alla mia ormai migliore amica una volta entrata dalle porti scorrevoli della Continassa.
«Buongiorni a te Chiaretta, si mi sono ripresa de tutto finalmente, senti prima sono passati Nicolò, Fabio e Federico penso che ti stiano aspettando dentro al tuo ufficio» mi dice una volta che ha segnato la mia entrata, la ringrazio sporgendomi per darle un bacio sulla guancia e poi vado verso la sala con tutte le mie mille cose in mano.
Come mi aveva detto la mia amica la porta era aperta e insieme a queste di sentivano sorrisi e la luce che entrava dalle finestre si faceva vedere anche se non molto.
Purtroppo anche Torino è stata colpita dal freddo glaciale dell'inverno e con questo anche il mio studio, nonostante la finestra sia molto ampia e consente di avere una buona luce tutto l'anno per i giorni nuvolosi o peggio ancora piovosi si deve per forza fare uso della luce artificiale.
«Buongiorno a tutti voi, che cosa ci fate qui» domando mentre entro posando sulla scrivania le mie borse con il computer.
«Ti volevamo fare una proposta che devi accettare per forza» inizia Fabio e lo guardo confusa facendogli capire di andare avanti.
«Avevamo pensato di farti conoscere le nostre ragazze, sai ormai fai parte di questo ambiente da tanto e vorremmo tutti noi che conoscessi le nostre attuali frequentazioni almeno pere partite oppure le cene dove anche loro ci sono così non sono del tutto estranee» dice infine Fabio ed io annuisco.
«Per me non c'è problema e poi sono curiosa di sapere chi sono queste belle ragazze che vi hanno rubato il cuore» dico facendo ridere i tre che sono davanti a me.
«Ovviamente oltre alle nostre ragazze magnifiche ci sarà anche la moglie di Manuel, Thessa e loro figlio Theo, spero non sia un problema» dice poi Federico.
«Nessun problema» concludo io e loro dopo un'altra pochino escono dalla sala per andare in campo dove ad attenderli c'è Allegri.
Nonostante lavori qui alla Juventus da ormai tre anni e nonostante conosca i ragazzi meglio di me non ho mai chiesto nulla sulla loro vita privata, mi sono solo interessata quando sono arrivata per fare un po' di conoscenza ma dopo di quello il nulla assoluto, e mi fa molto piacere poter conoscere le loro metà almeno posso decretare se sono simpatiche.
Lucia, nonché fidanzata del mio migliore amico l'avevo vista qualche volta ma non abbastanza per fare scattare la chiacchiera perciò ci limitavamo a salutarci e basta, mentre le altre non le ho proprio mai viste.
Tutti questi pensieri però vengono interrotti dalla soave voce di Kenan che entra nella stanza insieme alla sua figura.
«Buongiornissimo amore mio» dice mentre posa il borsone vicino l'entrata della sala e viene verso di me cingendomi la vita con le sua mani calde.
«Buongiorno anche a te amore» dico buttandogli le mani dietro al collo e facendogli qualche carezza, ci diamo un bacio a stampo dolce e poi lo mando giù essendo che è già tardi, sia per me che per lui.
Devo iniziare a preparare le cose per la partita che si giocherà domenica contro il Frosinone, e molti di loro purtroppo non ci potranno essere, tra questi c'è proprio Federico Chiesa che quando è uscito dalla mia sala è andato verso il campo per fare allenamento individuale visto che sta riscontrando qualche problemino muscolare e proprio tra poco sarebbe stato qui per la sua sessione di fisioterapia.
Mentre attendo che arrivi il calciatore sistemato alcune cose al computer e mi avvantaggio qualche cosa per domani visto che avrei dovuto seguire i ragazzi durante tutto l'allenamento e volevo risparmiarmi lo strazio da portare a casa.
Alle undici e mezza arriva Federico che entra tutto pimpante dentro la saletta.
«Come mai tutta questa gioia» gli domando.
«Non saprei, sono particolarmente felice oggi» dice lui e facendomi ridere si sdraia a pancia in su sul lettino, inizio prima con un trattamento per tutto il corpo e dopo buoni dieci minuti vado verso le gambe che sono la parte un po' più complessa.
Per le gambe faccio qualche molleggio per far sciogliere al meglio i muscoli e gli faccio una sorta di massaggio con la crema apposita.
A mezzogiorno finiamo e insieme andiamo verso la sala da pranzo dove ad aspettarci ci sono il resto dei ragazzi.
Mentre Federico si va a sedere, vengo richiamata dal mister, che mi vorrà sicuramente dire come fosse andata la fisioterapia di Federico.
«Chiara, volevo dirti due cose importanti, la prima come è andata fisioterapia per Federico.
So che ti sei fidanzata con la nostra stella, grande scelta davvero» mi dice il mister e scoppio a ridere mentre mi imbarazzo per l'ultima cosa che ha detto e vedo tutto il tavolo dei calciatori guardarmi il che mi fa arrossire il doppio di come già stavo facendo.
«La fisioterapia di Federico è andata bene, però non sono tanto sicura se schierarlo per la partita con il Frosinone» dico al mister per cercare di fare calare l'imbarazzo che si era creato, lui annuisce e capendo la situazione tesa mi lascia andare.
Mi siedo a tavola e subito mi chiedono tutti quanti che cosa mi avesse detto prima il mister.
«Mi ha detto che ha saputo che io e Kenan stiamo insieme e mi ha detto che ho scelto bene» dico mentre rido ancora nel ripensare la scena vissuta qualche momento fa.
«Modestamente sono perfetto nel vero senso della parola» dove il ragazzo turco vicino a me mentre si vanta del complimento che gli è stato fatto dal mister.
«Ma stia zitto Kelly» gli dico io.
«E questo soprannome da dove lo hai tirato fuori» mi domanda lui e gli faccio spallucce.
«Sembra quel pezzo della canzone delle scarpe per le bambine» dice Federico mentre mi fa accendere questa lampadina a cui non avevo minimamente pensato.
«Non sai cosa mi hai fatto ricordare» dico a Federico mentre rido vedendo anche la faccia di Kenan abbastanza confuso.
«Sono curioso fammi vedere» dice lui.
«Quando andiamo a casa ti faccio vedere» dico io e lui annuisce continuando a mangiare il suo piatto di pasta.
Appena i ragazzi finiscono possiamo lasciare la Continassa visto che oggi sarebbe stato solo allenamento mattutino di rifinitura dato che domenica abbiamo la partita.
Prima di tornare a casa raccolgo le mie cose nella mia saletta e le metto disordinatamente dentro la borsa che metto in spalla.
Appena esco mi ritrovo mezza squadra ad aspettarmi.
«Cosa succede» chiedo.
«Niente di che ti stavamo aspettando, e poi volevamo chiederti una cosa» inizia Nicolò.
«Domani sera facciamo quella fatidica cena che ti avevamo detto questa mattina» mi domanda ed annuisco sorridendo.
«Allora perfetto penso io al locale poi ti mando la posizione, Kenan sa già tutto glielo abbiamo spiegato poco fa» dice lui.
Andiamo insieme verso il parcheggio delle auto e dopo aver salutato i ragazzi, e Kenan con un bacio a stampo torno a casa dove mi aspetta un pomeriggio di lavoro visto che devo ultimare le cose per la partita.

io per te, tu per me   •Kenan Yildiz•Where stories live. Discover now