15

451 18 0
                                    

«Ci conosciamo ormai da un po, sono passati tre mesi ma orami conosco tutto di te dal tuo colore preferito alla tua storia più tragica.
Sono venuto qui in Italia con l'intento di stare con il calcio e basta, la mia mente doveva essere collegata al calcio e basta ma quando sei arrivata da quelle scalinate i miei occhi si sono illuminati, si sono illuminati come quando guardo o un pallone oppure un semplice campo da calcio e non c'è sensazione più bella per me.
All'inizio avrei affermato che eravamo amici, solo semplici e buoni amici ma poi mi sono accorto che non facevamo cose da amici, perché gli amici non fanno tutte le cose che abbiamo fatto noi e che stiamo facendo noi, gli amici non dormono insieme abbracciati, non si chiamano con nomignoli sdolcinati o robe varie, gli amici sono tutt'altro da ciò che siamo noi.
Ho imparato, piano piano, ha capire che cosa significasse innamorarsi follemente di una persona, sei la prima a cui dico queste cose perché prima di te per me esisteva solo il calcio e niente di più.
Sei stata la svolta più bella nella mia vita, per me non sei solo la fisioterapista oppure la osteopata della squadra, per me sei una sostenitrice morale, sei molto di più che tu credi e che gli altri attorno a noi credono.
I tuoi occhi dal primo incontro mi sono rimasti impressi nella mente e neanche fare la cosa che ho sempre sognato nella mi vita mi ha aiutato a dimenticarlo, ho capito di essere davvero innamorato di te quando i tuoi occhi, bellissimi e puri mi sono rimasti incisi nella mente senza mai andarsene.
Tutti mi dicevano che ti guardavo con occhi diversi ma non ci ho mai voluto credere, adesso però mi sono accorto come ti guardo ed è uno sguardo fuori dal normale.
Tutto questo per dirti che io sono follemente innamorato di te e che vorrei vivamente creare un rapporto speciale con te perché senza di te non riesco, dadi» mi dice una piccola lacrima mi scende ma subito la scaccio, gli allaccio le mani dietro al collo e lui me le lega attorno alla vita.
«Era ora patato.
Ho sempre creduto nel destino e penso che ti sia il mio, tu sei il mio destino, perché sono fottutamente innamorata di te, Yildiz» dico e subito coglie l'occasione per schiacciare le sue labbra contro le mie.
È un bacio cauto e prendo di amore, un bacio a stampo che dura molto poco, ci stacchiamo, ci guardiamo negli occhi e poi riattacco le mie labbra alle sue questa volta mantenendo le unite finché l'aria nei polmoni svanisce ad entrambi.
«Io ti amo dadi, alla follia»
«Patato, io ti amo, sei una stella, la mia stella, quella che mi riaccende le giornate, ti amo numero quindici» dico io e lui mi ribacia.
Dopo esseri staccati per l'ennesima volta ci riprendiamo per mano e continuiamo a camminare.
«Io lo voglio ufficializzare subito» dice lui e lo guardo incredula.
«Va bene Ken, a me non cambia devi sentirti pronto per me va bene» dico e lui mi abbraccia forte e mi dà un piccolo bacio a stampo.
«Dormi da me stasera» mi chiede lui ed annuisco, dopo un po' inizio a sentire freddo e appena Kenan se ne accorge mi dà la sua felpa.
«Ma poi non hai freddo» gli chiedo vedendolo a maniche corte.
«Sei tu che ti sei ripresa da poco non io, mettiti questa felpa e smettila» mi dice e lo abbraccio forte, ritorniamo alla macchina.
Andiamo verso casa del turco dove ad accogliere c'è il suo bel cagnolino, Luna.
«Ma ciao piccoletta, sei più bella del tuo padrone» dico io e sento lo sguardo di Kenan bruciarmi addosso.
«Sei sicura di quello che hai detto dadi» mi chiede lui poggiato ad una colonna del gazebo in legno.
«Sicurissima» dico lasciando perdere il cane e concentrandomi sul ragazzo turco.
«Sei bellissima küçük yıldız» mi dice, non gli rispondo rifletto sul nomignolo che ha utilizzato dove in mezzo c'è il suo cognome.
«Mi hai chiamato con il tuo cognome» gli chiedo mentre gli accarezzo la guancia.
«Il mio cognome significa stella, ed io ti ho chiamato piccola stella, perché sei stata un po' la mia stella caduta dal cielo, credo che noi in un modo o nell'altro eravamo destinati ad incontrarci» mi dice e rimando spiazzata, non so minimamente come rispondere perciò faccio la cosa più semplice e banale ma la più significativa, gli do un bacio che lui decide di approfondire.
Nel bacio mi chiede l'accesso con la lingue e senza pensarci schiudo le labbra per far inziate una danza delle nostre lingue.
Si stacca con malavoglia dalle mie labbra perché non abbiamo entrambi più fiato nei polmoni e prima di staccarsi definirà da me mi morde leggermente il labbro.
«Andiamo dentro» mi dice ed annuisco prendendogli la mano ed intrecciandole.
La casa di Kenan è sempre meravigliosa anche se ci sono stata abbastanza, ogni volta che ci entro è come se fosse la prima, ancora non mi capacito di come possa essere così bella sia esternamente che internamente un po' come il padrone di casa.
«Ogni volta che entro dentro questa casa rimango sempre stupita» dico io posando il giacchetto di Kenan sopra il suo divano.
«Be devo ammettere che la designer che mi ha aiutato è stata davvero brava e non era neanche tanto male, se solo mi ricordassi come si chiama gli andrei a scrivere» mi dice poggiato sempre allo stipite della porta scorrevole del corridoio.
«Bene allora vai da quella designer che magari ti riordina pure il cervello, caro yilidz» gli dico io, sono sincera sono abbastanza gelosa, lo ero anche prima soprattutto di lui ma non lo davo tanto a vedere anzi non si notava per niente.
«Che gelosona» mi dice lui avvicinandosi alla mia figura.
«Nahh, non direi gelosia piuttosto mi definirei gelosa seriale di quello che mi appartiene» dico io mentre lui mi guarda attentamente negli occhi ed io faccio lo stesso.
«Io ti appartengo» mi domanda incuriosito.
«Certo sei di mia proprietà» dico sottolineando bene la parola 'mia'.
Lui si mette a ridere ed il suo sorriso trasporta anche me, mi bacia appassionatamente e poi controbatte.
«Sei io sono di tua proprietà, anche tu sei di mia proprietà, hai capito küçük yıldız» mi dice ed io annuisco dandogli un'altra bacio veloce.
Sapendo che quasi sicuramente sarei rimasta a dormire da Kenan ho portata il necessario per poter affrontare la serata, vado in bagno e prima di iniziare la mia procedura prima di andare a dormire scrivo a Diletta e Federico avvertendo che domani avrei dovuto dirgli una cosa, si sono iniziati a fare già mille film ma ho dato risposte vaghe e secche per non rovinare l'effetto finale.
Dopo di questo, mi cambio mettendomi il pigiama e mi strucco facendo poi la mia skin-care.
Proprio mentre sto facendo la skin-care entra Kenan e subito gli chiedo se la vuole fare con me, ovviamente rifiuta e dopo averlo rincorso per utta la casa cercando di convincerlo finalmente si fa mettere la crema per il viso.
«Sei bellissima patata» mi dice lui e mentre ho la crema nelle dita e sulla sua faccia lo bacio, questo bacio comporta spalmarmi la crema di Kenan sul mio volto e non appena ci stacchiamo scoppia a ridere mentre cerca di stendermi al meglio la crema.
Dopo aver finito la nostra skin-care ci rintaniamo nel letto dove Kenan si accoccola a me, vuole che gli faccio i grattini sulla testa, i suoi preferiti.
Si poggia con la testa sul mio seno e nel frattempo che gli faccio i grattini le palpebre si fanno sempre più pesanti, Kenan è già crollato quindi cercando di non svegliarlo lo sposto sulla sua parte di letto così da mettermi più comoda anche io.
«Buonanotte amore, finalmente dopo tanto insieme» gli dico io e gli lascio due baci, uno sulla guancia ed uno sulle labbra, mi giro con le spalle rivolte verso il turco e proprio mentre ho appena chiuso gli occhi le sue braccia muscolose mi attirano ancora di più al suo coperto e fa rimanere ben stretti le braccia attorno al mio bacino e così mi addormento con tutte le immagine della serie che riaffiorano nella mia mente come se tutto quello avvenuto stesso per riaccendere ancora e ancora, una sensazione di cui non mi voglio liberare presto, questo è poco ma sicuro.

@kenanyildiz_official's story

@chiaraafilani's story

io per te, tu per me   •Kenan Yildiz•Where stories live. Discover now