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Kenan Yildiz
Sono già un paio di giorni che Chiara è a casa sua malata ed è da due giorni che sono con lei, non mi piace proprio l'idea di non averla attorno a lavoro e l'unico modo per non sentire la sua mancanza è stare con lei nel letto mentre la vedo che piano piano guarisce.
Ho già deciso che appena starà di nuovo in forma la porterò fuori a cena, come era scritto in quel famoso biglietto che due settimane fa ha trovato sopra la scrivania.
Anche oggi arrivo in orario ad allenamento e alle nove e trenta sono già in spogliatoi insieme al resto della squadra.
«Allora come sta la nostra Chiaretta» mi domanda Federico dandomi una pacca amichevole sulla spalla.
«È influenzata, ma perché lo state chiedendo a me» domando io.
«Ma perché è ovvio che siete stati questi due giorni insieme tutto il tempo» dice Danilo e sorrido arrossendo leggermente.
«Direi che questo è proprio un si» dice Miretti mentre di mette a ridere.
«Vi ricordate quando gli ho fatto lasciare il biglietto per la cena sulla scrivania, bene, ho deciso che appena sarà di nuovo in forma la porterò con me per sfruttare quell'invito» dico e tutti quanti si mettono ad applaudire e fare qualche fischio.
Appena abbiamo finito di prepararci andiamo verso il campo di allenamento e iniziamo con il solito riscaldamento, e appena fatto anche quello iniziamo con il vero e proprio allenamento.
«Kenan vieni un'attimo qui» mi richiama il mister e forse una vaga idea il perché già c'è l'ho.
«Si, mi dica mister» risponde mettendomi di fronte a lui.
«Hao la testa fra le nuvole, stai pensando troppo alla nostra fisioterapista» dice il mister colgiendomi in sprovvista e proprio per questo arrossisco un pochino.
«Non riesco proprio a non pensarla, ci metto tutto me stesso per cercare di lasciare fuori il campo i pensieri su di lei ma proprio no ci riesco» ammetto.
«Kenan, è una buona cosa ma devi riuscire ad equilibrare le due cose, e adesso torna forza» mi dice indicandomi il campo dove i ragazzi si syavabdmo dividendo per fare la partitella di fine allenamento come al solito.
Cerco di prendere alla lettera ciò che mi dice il mister e tutti i pensieri che si fanno sentire ad ogni corsa di più su Chiara li prendo come stimolo per buttare la palla dentro la rete, per fortuna ci riesco con il successo di aver fatto tre bei goal, beccandomi anche grandi complimenti dal mister e dai miei compagni di squadra.
Verso mezzogiorno gli allenamenti finiscono e il mister ci manda in spogliatoio per farci fare la nostra doccia.
«Che cosa hai detto al mister» mi chiede curioso Gatti.
«Mi ha detto che mi vedeva con la testa fra le nuvole per Chiara e alla fine gli ho buttato fuori un pezzo di verità» dico io mentre torno fuori dal borsone il cambio che avrei dovuto indossare.
«Che cosa gli hai detto» mi chiede Mckennie.
«Gli ho detto che anche se ci provo non riesco proprio a togliermela dalla testa è cinese rofss e tatuata o una cosa del genere non so davvero come fare, lui mi ha detto che dovevo imparare ad equilibrare le due cose e perciò ho preso alla lettera il suo consiglio e ogni volta che mi veniva in mente lei tiravo la palla in porta» dico io spiegando.
«Kenan questo è l'amore» dice infine Miretti ed io sorrido annuendo.
Mi vado a fare la doccia nel mentre che insieme ridiamo tutti quanti e ogni tanto ci casca anche una bella battuta in mezzo al disfros che stiamo sostenendo.
Una volta finita la doccia mi cambio con la tuta della Juventus e metto qualche goccia del profumi che fa tanto impazzire la mia Chiaretta.
Esco dallo spogliatoio con il borsone in spalla e vado verso il parcheggio per andare verso casa della ragazza, in questi giorni mi aveva affidato le chiavi di casa in modo tale che avrei potuto entrare senza farla alzare dal letto.
Dopo poco arrivo sotto casa della ragazza e vado a parcheggiare la mia auto nel posto riservato visto che l'auto della ragazza si trova nel garage.
Lascio il borsone in macchina e mi affretto ad andare da lei.

Chiara Afilani
Sono ben due giorni che sono malata al letto con una bella influenza, in tutto questo il mio stomaco si è chiuso e sono giorni che non faccio un bel pasto sostanzioso infatti mi sento abbastanza debole, con me in questi giorni c'è stato Kenan e nonostante gli abbia detto più e più volte di poter andare a casa sua lui ha sempre negato e ha detto che finché non mi sarei rimessa del tutto.
Per questi motivo gli ho lasciato le chiavi di casa almeno per questi giorni visto che non ho proprio le forze per alzarmi ed aprire la porta di casa.
Questa mattina mi sono sentita un pochino meglio, come sempre Diletta mi ha portato la colazione piena di energie ma ovviamente ne ho mangiata la metà perché dopo un po' il mio stomaco si ero definitivamente chiuso.
Verso mezzogiorno e mezza ho sentito due scatti dalla porta segno che Kenan era arrivato infatti si fionda in camera da me per vedere le mie condizioni.
«Dadi, come stai oggi, la febbre è scesa oppure è ancora alta» mi domanda premuroso sedendosi alla fine del letto.
«Mi sento un pochino meglio e per adesso ho solo un po' di alterazione» dico io e lui sorride compiaciuto.
«Menomale, almeno tra poco tornerai a gironzolare per i corridoi della Continassa» mi dice e mi metto a ridere, allargo le braccia e lui subito si fionda dentro di queste, rimaniamo un po' abbracciati finché non ci stacchiamo.
«Dai piccolina andiamo a mangiare qualcosa che sto morendo di fame» mi dice il numero quindici ed annuisco, mi alzo dal letto ed un capogiro improvviso mi fa sbandare un po' ma Kenan prontamente mi afferra da un fianco in modo tale da non farmi cadere a terra, prende al volo una coperta e la avvolge attorno al mio corpo perché credo che abbia percepito i brividi di freddo che mi sono venuti.
«Come mai sei così debole, stai mangiando vero» mi dice lui mentre insieme andiamo in cucina dove prontamente si mette ai fornelli per cucinare una pasta.
«In realta sto mangiando la metà delle cose che mi preparo» dico sincera, anche perché se volessi mentre a lui non riuscirei quindi gli dico la verità e faccio prima.
«Piccolina non va bene questa cosa, devi mangiare non voglio trovarti stesa nel letto con neanche le forse per riuscire ad andare in bagno» mi dice lui allontandosi dai fornelli e venendo da me, si siede nella sedia vicino la mia e prende le mie mani avvolgendole nelle sue, mi dà poi un bacio sulla fronte.
«Scotti un pochino, misurati la febbre mentre preparo qui» dice allungandomi il termometro che metto subito sotto al braccio.
Nel frattempo che attendo Kenan è impegnato e concentrato a cucinare la pasta al sugo per entrambi mentre io girovago su Instagram mentre aspetto che passino cinque minuti.
«Patato ho 38» gli dico e lui viene da me.
«Non ti preoccupare, adesso mangi tutto insieme a me e poi ti do la Tachipirina così ti si abbassa, va bene dadi» mi dice ed annnusico, lo faccio abbassare e gli do un bacio sulla guancia.
Dopo kendo di cinque minuti Kenan mette a tavola due piatti di pastasciutta con tanto di formaggio sopra.
«Grazie patato» dico e lui mi sorride dandomi u piccolo bacetto vicino le labbra.
Con mia sorpresa riesco a mangiare tutto quanto quello che c'era nel piatto e in più mangio anche un po' di frutta.
«Tiene dadi, prendi la pasticca così si abbassa la febbre» dice lui porgendomi la pillola che avrei dovuto ingerire, lo ringrazio e in men che non si dica la butto tutta quanta giù.
Devo dire che rispetto a questa mattina mi sento già un po' meno debole, forse devo necessariamente tornare a mangiare tutto il pasto senza lasciarlo a metà.
«Cosa vuoi fare amore» mi chiede il calciatore una volta che ha messo i tutto quello che abbiamo utilizzato nella lavastoviglie.
«Un bel film» dico io e lui subito mi prende in braccio e mi porta nella mia camera dove il letto è ancora disfatto e la finestra è aperta, ancora per poco visto che Kenan si affretta a chiuderla.
Mi stendo sul letto e Kenan vieni subito vicino a me facendomi poggiare la testa sul suo petto mentre mi stringe forte da un fianco.
«Ti prego guardiamo Peter Pan» dico io e lui schiaccia sopra il film e lo fa partire subito.
«Quasi quasi faccio una foto che dici» mi domanda lui ed annuisco passandogli il telefono.

@kenanyldiz_official's story

«Piccolina ti devo fare una richiesta» se ne esce di punto in bianco Kenan mentre siamo nella parte centrale del film, per un'attimo smette di farmi i grattini sul fianco con la mano che mi sorregge e sposta la sua testa poggiata sulla mia

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«Piccolina ti devo fare una richiesta» se ne esce di punto in bianco Kenan mentre siamo nella parte centrale del film, per un'attimo smette di farmi i grattini sul fianco con la mano che mi sorregge e sposta la sua testa poggiata sulla mia.
«Dimmi tutto patato» gli dico io girandomi per guardarlo bene negli occhi.
«Appena stai di nuovo in forma dovrei sfruttare l'invito che ti ho mandato per la cena, ti andrebbe di andare» mi domanda e dentro anche se non si vede mi è scoppiato il cuore, ho fatto un sorriso largo non si quanto e il mio stomaco si stava muovendo come non mai.
«Nom dovevi neanche chiedere patato, sai che per te sarà sempre e solo un si» dico e lui mi dà un bacio al lato delle labbra lasciandomi spiazzata.
«Questo sarà solo l'inizio» dice lui sussurandolo all'orecchio ed un brivido veloce mi passa per la schiena.
«Ci conto» rispondo io con lo stesso tono che ha usato l'ho poco prima.
Restiamo di nuovo attenzione al film che intanto è andato avanti.
Peter Pan mi emoziona sempre come film, ha un bel significato dietro che lo si capisce solo quando si è più grandi perché da bambini non si comprende bene ciò che Trilli vuole dire con i suoi atteggiamenti, per noi bambini Trilli era solo un qualcosa di distruzione per Peter invece è l'esatto opposto.
Trilli ha sempre giurato amore a Peter Pan ma l'ho ha preferito andare con Wendy che ha conosciuto solo poco tempo fa lasciando stare la persona che lo conosceva da tutta la vita, ma comunque, Trilli è voluta rimanere accanto a Peter per vederlo felice perché vedere felice la persona che si ama è la cosa più bella ai nostri occhi anche se dentro ci stiamo pian piano spegnendo per il dolore che stiamo provando.
«Prometto che non ti tratterò mai con Peter ha trattato Trilli» mi dice Kenan quando sulla televisione appaiono i titoli di coda, ero in lacrime per il film anche se l'ho visto cento volte e adeso sono in lacrime per come lui me lo ha detto, per la sicurezza che ha usato lui.
«Prometto che se dovesse andare tutto male farò come fa anche Trilli con Peter» dico io girandomi verso di lui con gli occhi lucine stracolmi di lacrime.
«Non accadrà quello che è accaduto nel film te lo posso giurare dadi» mi dice lui e lo abbraccio forte forte, non lo voglio proprio lasciare ma alla fine ci stacchiamo perché Diletta entra dentro la camera.
«Ciao Kenan, ciao tesoro come stai» mi chiede lei dopo aver salutata cortesemente il turco.
«Ciao amore, sto meglio prima mi era salita la febbre ma ho preso la Tachipirina e sento che un pochino è scesa, inoltre sono riuscita a mangiare tutto quanto grazia a questo qui» dico infine indicando il ragazzo dietro di me.
«Ne sono felice, vado in camera a Lavarone poi mi metto a studiare se ti serve qualcosa bussa e sarò da te» dice lei e annuisco mandandogli un bacio volante.
Poi Diletta esce dalla stanza ed io con Kenan rimaniamo in silenzio come se le parole fossero negli sguardi che i lanciamo.
«Posso sapere che dos vuol dire dadi» chiedo io curiosa a Kenan che subito mi guarda e sorride.
«Be dadi può avere tanti significati, ma per te lo traduco come bimba, patata» dice lui e sorrido contenta per davvero.

Kenan Yildiz
È quasi ora di cena ed è proprio arrivato il momento che io vada a casa, domani mi devo svegliare abbastanza presto per poter andare ad allenamento.
«Patata, io vado a casa domani mi devo svegliare abbastanza presto, il pomeriggio devo restare al centro per la sessione di allenamento pomeridiano però nell'ora di pranzo ti chiamo e mangiamo insieme così saluti anche gli altri ragazzi che sentono la tua mancanza» mi dice ed annnusico, mi alzo in piedi e cerco dia arrivare alla sua altezza.
«A domani patato» gli allaccio le braccia dietro al collo per stringerlo in un'abbraccio e lui mi stringe dai fianchi, esce dalla stanza lasciando la porta chiusa sotto mia richiesta.
Mentre vado verso la porta di casa vedo Diletta intenta a cucinare anche per la sua coinquilina.
«Kenan, non andare mia via dalla sua vita, l'ho notato come vi fate bene a vicenda e così felice non l'ho mai vista» mi dice Diletta, io sorrido sentendo il cuore battere più del dovuto.
«Non lo farò stai tranquilla Diletta» dico io prontamente e poi esco da casa sua andando in macchina e allontanandomi dalla sua abitazione.

io per te, tu per me   •Kenan Yildiz•Onde histórias criam vida. Descubra agora