Capitolo 4

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Due giorni dopo siamo di nuovo nell'ufficio di Parisi e Cristina si mostra gentile e conciliante. «La mia cliente ha valutato l'offerta ed è lieta di dare il suo contributo al progetto» dice, perché un semplice "accetta" non sarebbe proprio nel suo stile.

Stranamente, però, Parisi non si mostra contento come dovrebbe. «Bene» dice, ma appare molto più rigido dell'altro ieri e anche il suo sorriso si è adombrato. Sospira perfino, prima di riprendere. «Temo però che ci sia un altro impedimento...»

Cristina è rapida a riprendersi dalla sorpresa. «Ah sì? Un impedimento di che tipo?» chiede.

Parisi esita, balbetta perfino. «Si tratta più che altro di una formalità...»

«Ovvero?»

«Ecco... la Vane... Diane... Avrebbe un'altra condizione.»

«Un'altra condizione?» dice Cristina, sporgendo il busto verso la scrivania con fare minaccioso. «Mi pareva che le condizioni fossero già tutte sul tavolo.»

«Certo... è così. Ma vi chiedo di comprendere, la Vane è un'autrice esigente...»

«Venga al punto, Parisi» ribatte Cristina. «Cosa chiede?»

Io osservo il dialogo dalla mia sedia, chiedendomi cosa possa aver turbato tanto il mio editore, che di solito si mostra altrettanto implacabile. Lui tentenna, si schiarisce la gola prima una, poi due volte. Qualunque impedimento stia per tirar fuori, non riesco proprio a sentirmi arrabbiata con lui, deve costargli davvero tanto assecondare i capricci della sua autrice.

«Vorrebbe un incontro preliminare. Per capire se c'è compatibilità tra voi» dice finalmente, evitando lo sguardo di Cristina e voltando il suo su di me. Sputato fuori il rospo che gli bloccava la gola, sembra rilassarsi leggermente. Cristina invece è tutto fuorché contenta.

«L'incontro era due giorni fa, e lei non si è presentata. Al contrario della mia cliente.»

«Ne sono consapevole, e anzi mi scuso per il disagio.»

«Visto che è così, non vedo come la Vane possa pretendere un altro incontro. Pensa forse che la mia cliente sia qui per giocare?»

«Certo che no...» Parisi si schiarisce la gola e finalmente sembra riacquistare un po' di dignità. Perfino la schiena si raddrizza, e riesce a imbastire un accenno di sorriso. «Come vi ho accennato, la sua assenza allo scorso incontro è stata un inconveniente, e ora la mia cliente vuole rimediare.»

«Be', direi che non c'è niente di male...» azzardo, e Cristina mi fulmina. Nessuna pietà, sembra intimarmi con lo sguardo.

«Quando dovrebbe tenersi questo incontro?» chiede, tornando a rivolgersi a Parisi con un'occhiata ferina.

Parisi esita un secondo di troppo e perfino io mi rendo conto che c'è ancora qualcosa che non ci sta dicendo, qualcosa che non ci piacerà affatto. «La data è a discrezione della signorina Murgia, però...»

La pausa successiva è davvero troppo lunga per pensare che sia una faccenda da poco.

«Non ci credo...» dico, scioccata. «Vuole che vada fino a Vinci per incontrarla?»

«Sì» sospira Parisi, e Cristina interviene subito: «Non vedo perché la mia cliente dovrebbe assecondare i capricci della Vane.»

«La prego di comprendere...» dice Parisi, sempre più sudato e agitato. «Questo incontro è una formalità, ma permetterebbe a tutti noi di inaugurare il progetto nel migliore dei modi. Diane è esigente, certo, ma resta la nostra autrice di punta e sono certo che la signorina Murgia potrà trarre da questa collaborazione e dall'esperienza di Diane tutto il meglio possibile.»

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